Roma perde ai punti la sfida dello spazio di Andrea Di Robilant

Roma perde ai punti la sfida dello spazio Il diretto intervento di Mitterrand ha pesato nella sconfìtta del presidente dell'Enea, Colombo Roma perde ai punti la sfida dello spazio Alla Francia la direzione generale dell'Agenzia europea ROMA. A favore del candidato francese è sceso in campo il presidente Mitterrand. A favore di quello italiano, il sottosegretario alla Ricerca, Learco Saporito. Risultato: l'ha spuntata il francese. E oggi JeanMarie Luton, presidente del Centro nazionale francese di studi spaziali, viene nominato direttore generale dell'Agenzia spaziale europea (Esa), dopo aver battuto il presidente dell'Enea, Umberto Colombo. In questo modo la Francia consolida il suo dominio nel settore spaziale europeo: come ha detto uno dei diretti interessati «adesso conduce la danza in modo brutale». E l'Italia vede andare in fumo il tentativo di assumere un ruolo di primo piano in questo campo. All'indomani di questa sconfitta diplomatica, l'impressione di chi ha seguito da vicino le trattative è che il governo italiano abbia sottovalutato una partita il cui esito gli era sembrato scontato, ma che i francesi erano tutt'altro che rassegnati a perdere, tanto più che sono ancora i maggiori contribuenti dell'Esa. La storia comincia lo scorso ottobre, quando l'Italia presenta formalmente la candidatura di Colombo alla direzione generale dell'Esa, che gestisce tra l'altro i programmi spaziali dell'Arianne e dell'Hermes, e dispone di un bilancio annuale di circa tre mila miliardi di lire. Il nome di Colombo fa parte di una rosa di cinque candidati: gli altri erano stati presentati da Francia, Austria, Belgio e Spagna. Ma già in quell'occasione la candidatura italiana riscuote consensi da tutti, inclusi i francesi, e sembra che non debbano sorgere ostacoli. Tanto più che negli ultimi anni l'Italia si è data un gran da fare per rafforzare la posizione all'interno dell'Esa, portando la quota al 15 per cento del bilancio annuale totale. Partecipa al progetto Hermes — la navetta che sarà portata in orbita da Arianne 5 — con una quota del 12 per cento, al progetto Arianne 5 con una quota del 15 per cento e alla piattaforma spazia¬ le Columbus con una quota del 25 per cento. La nomina di Colombo, insomma, appare al governo italiano come un atto dovuto alla luce del nuovo ruolo dell'Italia nel settore spaziale europeo. «Per tutta la fase in cui è andata avanti la trattativa — riconosce il sottosegretario Saporito — l'obiettivo è stato quello di rivendicare un maggior ruolo politico per il nostro Paese». Ma la disponibilità dei francesi nei confronti della candidatura Colombo è solo apparente. E mentre il governo italiano procede tranquillo verso una nomina che crede sicura — con Ruberti, il ministro competente, impegnato sul fronte interno delle università in subbuglio — il governo d'Oltralpe inizia un'intensa campagna diplomatica nelle maggiori capitali europee, a favore del candidato francese. E per ottenere l'appoggio determinante della Germania federale, il presidente Mitterrand interviene a favore di Jean-Marie Luton, nel suo ultimo colloquio con il cancel¬ liere Kohl. L'epilogo viene a fine gennaio-inizio febbraio, durante la visita del presidente Cossiga e del ministro degli Esteri, De Michelis in Francia. Invece del previsto avallo alla nomina di Colombo, i francesi offrono all'Italia una soluzione di compromesso: la direzione generale a Jean-Marie Luton e la presidenza a Colombo. Il governo italiano accetta, ma non Colombo, il quale spiega di non essere interessato in una carica prevalentemente onorifica. Al suo posto, il ministero della Ricerca sembra ora intenzionato a nominare Francesco Carassa, docente al Politecnico di Milano e uno dei «padri» dei satelliti italiani. «D'ora in poi — ha detto Saporito — l'elaborazione della politica dell'Esa passerà attraverso Francia e Italia». Ma l'impressione negli ambienti dell'industria spaziale è che il tentativo italiano di rompere l'egemonia francese sia fallito. Andrea di Robilant Umberto Colombo, presidente Enea