Genscher: «Uniti entro sei mesi»

Genscher: «Uniti entro sei mesi» Da Ottawa sì al piano Usa per la Germania, le 4 potenze veglieranno sulla transizione Genscher: «Uniti entro sei mesi» Nato-Patto di Varsavia: accordo sul «tetto» delle truppe OTTAWA DAL NOSTRO INVIATO La Nato e il Patto di Varsavia hanno raggiunto a Ottawa un accordo sul limite delle truppe che potranno mantenere nel Vecchio Continente: prevede la permanenza di 195 mila soldati per parte nell'Europa centrale, più un altro «tetto» di 30 mila soldati americani al di fuori della «zona centrale», come è stata definita dal presidente americano George Bush nella sua proposta del 31 gennaio. L'annuncio è stato dato ieri sera dai 23 ministri degli Esteri della Nato e del Patto di Varsavia, riuniti per la conferenza sui «cieli aperti»: i ministri hanno sottolineato come sia stato così superato «uno degli ostacoli più importanti» dei negoziati di Vienna. I 35 Paesi della Conferenza di Helsinki (i 16 della Nato, i 7 del Patto di Varsavia e i 12 neutrali) hanno approvato ieri anche il piano americano per i negoziati sull'unificazione delle due Germanie, già trapelato domenica scorsa. Il piano prevede sollecite consultazioni sull'unità tedesca a livello di ministri degli Esteri o di ambasciatori, tra le quattro potenze vincitrici della Seconda Guerra Mondiale (Usa, Urss, Inghilterra e Francia) e trattative tra le due Germanie «coordinate con le Quattro Grandi» dopo le elezioni tedesco-orientali del 18 marzo prossimo. E' un passo avanti cruciale: in un incontro a porte chiuse con gli alleati, il ministro degli Esteri di Bonn, Genscher, ha infatti dichiarato che «tra un semestre l'unità tedesca potrebbe essere una realtà». Il collega italiano Gianni De Michelis ha aggiunto: «Si parla di unificazione delle due Germanie entro alcuni mesi... Le elezioni del 2 dicèmbre nella Germania Federale potrebbero perciò essere le prime pantedesche dalla fine della guerra». L'annuncio dell'approvazione del piano americano lo ha dato Genscher nel suo discorso di ieri alla conferenza sui cieli aperti, la prova generale di quella di Helsinki che si terrà il novembre prossimo a Vienna o a Parigi. Parlando al Palazzo dei Congressi, il ministro ha asserito: «I negoziati dei due Stati tedeschi non avverranno alle spalle delle Quattro Grandi: noi vogliamo la loro partecipazione e il loro consenso». L'entourage di Genscher ha svelato che il segretario di Stato americano Baker aveva già discusso il piano con Gorbaciov al Cremlino la scorsa settimana e che lo aveva lasciato in esame al Cancelliere Kohl in arrivo a Mosca. Sembra così superata anche l'iniziativa della Thatcher di organizzare un vertice delle potenze vincitrici, probabilmente per «tenere a bada» le velleità di riunificazione delle due Germanie. L'altro ieri, Gorbaciov e Bush, il primo con una telefonata al premier tedesco orientale Modrow, il secondo in una conferenza stampa alla Casa Bianca, si sono pronunciati in modo op¬ posto sull'esito del processo di unificazione: Gorbaciov ha sostenuto che la nuova Germania dovrà essere neutrale, Bush che dovrà fare parte della Nato. Ma ieri, la delegazione sovietica si è mostrata più sfumata e quella americana ha taciuto. Shevardnadze ha dichiarato che «la neutralità è la soluzione migliore del problema tedesco, ma non l'unica possibile», anche se poi si è irrigidito; e il suo sottosegretario di Stato Karpov ha aggiunto che «l'Urss parla di neutralità solo dal punto di vista della minaccia bellica germanica». E' rimasta così valida l'ipotesi che dopo una fase di transizione, la futura Germania possa uscire dal comando militare integrato della Nato, ma non dall'alleanza politica. Su quello che è il problema di fondo degli imminenti negoziati, Genscher ha mantenuto un gelido silenzio. Nel suo intervento, il ministro degli Esteri tedesco occidentale non ha accennato una sola volta al probabile rapporto Germania-Nato: ha garantito invece che Bonn mira «a una Germania europea e non a un'Europa tedesca, come diceva Thomas Mann»; che essa «non ha rivendicazioni territoriali»; che ha interesse alla massima riduzione possibile degli armamenti. Genscher ha prospettato una drastica riduzione delle Forze Armate pangermaniche, la loro denuclearizzazione — riducendo anche l'artiglieria atomica, ha detto — e, a differenza di Baker l'altro ieri, non ha respinto la risposta di Shevardnadze degli oceani aperti, ossia di verifiche reciproche delle flotte delle superpotenze. Che cosa faranno le due Europe di fronte all'unità tedesca? L'indicazione forse,,più importante fornita dai lavori di Ottawa è che rinnoveranno e riformeranno la conferenza di Helsinki per inquadrarla in un nubvo ordine europeo. Ieri la maggioranza dei delegati ha sottolineato l'urgenza del superamento della logica dei blocchi. De Michelis ha addirittura fatto circolare una bozza di proposta del governo italiano, «che ribadisca il quadro politico di un'Europa allargata da San Francisco a Vladivostok di cui la Cee sia il cuore» e che stabilisca nuove norme «di sicurezza, di collaborazione economica, di tutela dei diritti umani». «Non neghiamo il livello delle Qauttro Grandi nell'unità tedesca — ha detto De Michelis —, ma insistiamo che essa si realizzi nell'ambito dell'Helsinki-2». Su questo punto, Genscher ha dato tutte le rassicurazioni, traccian do un quadro dell'Europa a ve nire molto simile a quello del governo italiano. Il ministro degli Esteri tedesco ha dichiarato che l'Helsinki-2 dovrà restare in attività almeno fino al '92 «e delineare strutture paneuropee» E i cieli aperti? Anche per que sto progetto caro a Bush, la con ferenza di Ottawa è stata positiva. Ennio Caretta Il cancelliere Kohl, a sinistra, con il premier di Berlino Est ieri a Bonn