Ora c'è la fabbrica dei campioni
Ora c'è la fabbrica dei campioni Dopo la Coppa Davis il successo di Nargiso-Camporese a Milano, e non è un caso Ora c'è la fabbrica dei campioni Riano, qui batte il cuore del tennis MILANO DAL NOSTRO INVIATO Sino a qualche tempo fa il centro tecnico federale del tennis a Riano Romano se non era considerato un «ghetto» dai giocatori professionisti poco ci mancava. Le attrezzature dell'ex centro sportivo della Banca del Lavoro erano sicuramente più valide e funzionali di quelle di Formia, l'autarchica sede dove Mario Belardinelli aveva forgiato i campioni degli Anni 70 (Panetta, Barazzutti, Bertolucci, Zugarelli), ma il posto restava pur sempre isolato e quasi disabitato, privo dell'indispensabile foresteria sempre programmata ma mai realizzata, l'albergo dove alloggiare era lontano e poco confortevole, i trasferimenti sempre molto laboriosi per il traffico elevato. Chiarino Cimurri, consigliere federale responsabile del settore tecnico, si è posto come compito principale la rivalutazione di Riano, per evitare che si trasformasse in una delle tante cattedrali nel deserto dello sport italiano, college per le giovani speranze ma anche porte aperte per tutti i giocatori di interesse nazionale. Con l'intenzione di farne un campus aperto per specifici periodi di allenamento, dove trovare sempre disponibili tecnici o sparring-partner, un po' come avviene oltreoceano nei centri più rinomati, da quello di Bollettieri ad altri. L'avvio non è stato dei più facili, fra remore e perplessità. La svolta si è avuta lo scorso anno quando Omar Camporese ha /trascorso a Riano i mesi invernali, svolgendo una intensa preparazione atletica che poi sul campo ha trovato ampio ri¬ scontro con un notevole balzo in avanti in classifica. Quest'anno a Camporese si sono aggiunti Nargiso, Pistoiesi e il giovane Pescosolido, che è passato con i «grandi» dopo avere concluso il college. Il duro lavoro ha pagato ancora una volta. Lo testimoniano i risultati della Coppa Davis, nonché l'exploit milanese di Camporese e Nargiso che si sono aggiudicati il doppio nel torneo Stella Artois. Dopo la vittoria al Palatrussardi, Diego Nargiso era esplicito: «Io, Omar e Pescosolido, siamo tre ragazzi con una struttura fisica abbastanza simile. Abbiamo bisogno di lavorare sodo per acquistare scatto e tenuta, essendo molto pesanti e massicci. Così ci abbiamo dato dentro per tre mesi con il professor Marino Rabitti. C'è voluta tanta volontà, ma tre ore di atletica al giorno lasciano frutti sicuri». Aggiunge Camporese: «Per me si trattava del secondo anno e, forte dell'esperienza passata, posso dire che fra qualche tempo, quando avremo smaltito l'imbastitura per i carichi di lavoro accumulati, il nostro rendimento sul campo da gioco salirà». Marino Rabitti, insegnante di educazione fisica, 38 anni, è un ex ostacolista, allievo del professor Milone, il preparatore atletico dei tempi di Formia, giunto a Riano dopo aver lavorato con la Reggiana calcio e con il pilota Baldi. Ora Rabitti ha passato il testimone a Zugarelli per la parte più specificatamente tennistica. «E' l'uomo giusto per consigliarci», riconosce Nargiso che dopo svariate esperienze con coach stranieri ha trovato la Mecca in casa. RinoCacioppo
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