Benetton ha deciso: addio alla finanza
Benetton ha deciso: addio alla finanza Il gruppo venderà altre attività non tessili per investire i proventi nel settore industriale Benetton ha deciso: addio alla finanza Ceduto alla francese Abeille il 50% della Prudential holding MILANO. Il gruppo Benetton divorzia dalla finanza e si concentra sulle attività industriali. La Edizione holding, cui fanno capo tutti gli interessi della società di Treviso, ha deciso di uscire dal settore assicurativo cedendo il 50% della Prudential holding (attiva in Italia nel ramo danni e vita) alla Abeille, compagnia controllata dal gruppo francese Victoire. L'altro 50% rimane in possesso della Prudential Corp. L'operazione, che deve essere ancora approvata dai consigli di amministrazione, consentirà al gruppo Benetton di incassare una somma tra i 75 e i 100 miliardi. La svolta dell'Edizione è stata spiegata dall'amministratore delegato, Gianni Mion, come «il primo passo verso l'uscita del gruppo dal settore dei servizi finanziari» che dovrebbe concludersi «nel giro di pochi mesi, probabilmente nel corso del 1990». La riorganizzazione delle attività Benetton prevede anche la fusione della In holding, da cui dipendono le attività finanziarie, nella Atas, una società che avrà la funzione di detenere partecipazioni di portafoglio non strategiche. «Possibile, ma non ancora decisa» ha detto Mion è la cessione delle partecipazioni bancarie, in particolare il 12% della Banca del Friuli e il 21% dell'Isa che controlla la Banca di Trento e Bolzano. Anche se Mion ha parlato di «successo» dell'esperienza Benetton, durata cinque anni, in diversi rami della finanza, la decisione di cedere le partecipazioni e di concentrare gli investimenti sull'attività produttiva rappresenta una netta in¬ versione di tendenza per la Benetton. Una linea che probabilmente sarà seguita anche da altri gruppi diversificatisi nella finanza negli anni del boom e che oggi, dopo le ripetute crisi dei mercati finanziari, ripensano le proprie strategie. Le risorse che deriveranno dalle dismissioni (stimate tra i 150 e i 200 miliardi) saranno destinate alla Nordica per trasformare la società produttrice di scarponi, acquisita nel mag¬ gio scorso, in «una multinazionale dell'attrezzo sportivo». «La Benettobn — ha detto Moin — produce redditi altissimi e avrà a disposizione ampie risorse per far fronte ai fabbisogni che la sua continua espansione richiede. Nordica, che pure ha margini di reddito molto buoni, ma una dimensione più limitata, con i suoi 300 miliardi di fatturato, avrà bisogno di supporto finanziario». Smentito un interessamento per la Rossignol e la Blizzard. Mion ha anticipato che il fatturato di gruppo '89 dovrebbe attestar&l sui 2000 miliardi. Ma, ha commentato, «abbiamo la sensazione di essere ancora troppo piccoli a livello mondiale come gruppo industriale e dobbiamo quindi fare molti investimenti». Infine Mion ha praticamente escluso il ritorno in Borsa del Calzaturificio Di Varese le cui azioni sono sospese dalle contrattazioni dall'83. «L'ipotesi Borsa — ha precisato — non ci interessa, non ci stiamo proprio pensando». Per il Calzaturificio, dunque, diventa sempre più probabile la cancellazione dal listino di Piazza Affari. [r.g.]
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