Paura dei tassi, in Europa Borse giù

Paura dei tassi, in Europa Borse giù Quanto costerà l'unificazione tedesca? I mercati fanno i conti, scivoloni a Francoforte e Londra Paura dei tassi, in Europa Borse giù E Piazza Affari sente il peso di tasse e mancate riforme MILANO. A Francoforte si iniziano a calcolare i costi possibili della unificazione monetaria, prima che politica, tra le due Germanie. E la Borsa va giù dell' 1,6 per cento. Anche a Parigi (-1,6%), a Londra (-1,2%), a Zurigo i mercati azionari scendono. Tutti guardano preoccupati alla Bundesbank che starebbe pensando a un rialzo sensibile dei tassi di interesse di riferimento. La smentita giunta dalla potente banca centrale tedesca non è servita a rasserenare il clima. A Milano permangono su Piazza Affari nuvole minacciose quasi tutte provenienti da Roma, dal fronte politico. Così il listino continua a scendere, si muove sui minimi, non riesce a rompere la pericolosa spirale al ribasso iniziata nei giorni scorsi. L'indice Comit, ieri, è sceso dello 0,88% a 665,94 punti, ma poteva andare anche peggio. L'avvio della nuova settimana per i principali mercati finanziari non è stato incoraggiante. Importanti questioni di politica internazionale, come la riunificazione tedesca e i timori sulla solidità di Michail Gorbaciov ai vertici dell'Urss, si intrecciano con problemi più propriamente finanziari ed economici, come l'attesa per un aumento dei tassi di interesse. Wall Street, termometro sensibile per misurare lo stato dell'economia americana, mostra sintomi evidenti di debolezza. Per Piazza Affari la riunione di ieri ha confermato le difficoltà emerse di recente. Soprattutto sulla Borsa pesano moltissimo le possibili e mancate decisioni del governo in materia di tassazione delle plusvalenze finanziarie e di riforma del mercato. La questione del capital gains è emblematica: i ministri competenti hanno anticipato che il provvedimento arriverà presto, gli operatori lo attendono, ma nessuno si sente di scommettere su come sarà. Il timore, alla base del disagio della Borsa in questi giorni, è che la legge sia complessa, macchinosa, di difficile applicazione, punitiva verso gli investitori. Solo un sospetto ingiustificato? Per la verità tra le corbeilles circolano indiscrezioni preoccupanti sulle intenzioni del ministro delle Finanze, Formica. Si parla, ad esempio, di un progetto che prevederebbe un prelievo del 15% sulle plusvalenze relative a titoli detenuti per più di due anni, quota che salirebbe al 25% per le azioni possedute per meno di ventiquattro mesi. Al momento anche questa è solo un'ipotesi. Certo per il mercato ci vorrebbe un chiarimento, qualche precisazione rassicurante. Nel frattempo rimangono congelati altri provvedimenti come quello delle Sim, la legge sull'opa e sull'insider trading. Quella iniziata ieri è una settimana delicata per la Borsa. La risposta premi, in calendario ieri, si è esaurita con l'abbandono della quasi totalità dei contratti e gli operatori si preparano alla riunione dei riporti di mercoledì. Previsioni? Molti osservatori temono che l'orso non abbia ancora finito di scorrazzare in Piazza Affari e che i prossimi giorni potrebbero registrare ulteriori limature dell'indice. Importante sarà l'avvio del nuovo ciclo. L'impegno di Piazza Affari nel mese borsistico di marzo è rilevante in quanto sono previsti aumenti di capitale per complessivi 2500 miliardi. Il rischio, sottolineato da più operatori, è che il mercato non risponda adeguatamente a questa richiesta di denaro, lasciando larghe percentuali di titoli inoptati. Ieri è proseguita la pressione delle vendite sul listino e in particolare su tutti i valori guida, a cominciare dalla Fiat, in ribasso dell' 1,5% e ormai vicina alla soglia delle 10.000 lire, e dalle Generali pur favorite da qualche intervento di sostegno, probabilmente guidato da Mediobanca. La chiusura delle Generali a 39.200 lire ha consentito un leggero recupero al mercato che era partito molto male. La Montedison ha lasciato sul terreno 45 punti terminando a 1915 lire, Enimont continua a scendere (-1,8%), così come debole è risultata la Pirelli & C, nonostante le solite voci di possibili scalate ostili. Non accenna a fermarsi la caduta dell'Olivetti dopo esser scesa al di sotto della soglia delle 7000 lire: ieri ha toccato le 6751 lire. In leggero recupero sono terminate la Sme e la Fondiaria, mentre la Gaie ha fatto un balzo di oltre il 3 per cento. Rinaldo Gianola DOVE REGNA L'ORSO Tutte al ribasso le Borse europee. Nella tabella gli indici di chiusura e le relative variazioni percentuali sulla seduta precedente (fonte ApDow Jones): INDICI VAR. % PREC. VAR. % AMSTERDAM 108,50 —1,72 110,40 ■0,81 BRUXELLES 6019,81 1,38 6103,82 —0,20 FRANCOFORTE 1860,39 — 1,36 1885,89 1,56 HONG KONG 2894,66 + 0,03 2893,90 0,34 LONDRA 2286,90 —1,16 2313,60 ■0.75 MILANO 665,94 0,88 671,82 0,87 PARIGI 1867,40 1,63 1898,25 0,38 SIDNEY 1623,40 0,44 1630,60 1,10 TOKYO chiuso 37288,14 —0,61 ZURIGO 611,40 0,60 615,10 —0,50

Persone citate: Formica, Jones, Michail Gorbaciov, Rinaldo Gianola