Tra Mosca e Berlino, nel '22

Tra Mosca e Berlino, nel '22 Tra Mosca e Berlino, nel '22 Storia d'un patto separato all'insaputa dell'Europa A metà novembre, pochi giorni dopo l'apertura del Muro di Berlino, Michel Debré, premier di de Gaulle dal '59 al '62, scriveva su Le Monde: «Ricordiamoci di Rapallo, il 16 aprile 1922. Oggi le attività economiche dei due Stati tedeschi sono gemellate, la circolazione sociale è ristabilita; domani si porrà il problema della riunificazione politica e dopodomani, senza dubbio, la scelta di Berlino come capitale unica. L'Unione Sovietica può aiutare la Germania in questa evoluzione avendone come contropartita un sostegno finanziario che la Repùbblica Federale può dare, più di qualsiasi altro Paese... Dietro i movimenti di oggi dobbiamo saper vedere l'epoca che si delinea, quella di un nuovo Rapallo». La «sindrome di Rapallo» è destinata a crescere in questi giorni nell'Europa occidentale, dopo la rapida conclusione dei colloqui di Kohl a Mosca, con l'annuncio che l'Urss rinuncia all'idea della neutralizzazione di una Germania unita e non pone condizioni alla volontà del popolo tedesco. Ma che significa il riferimento a Rapallo? Il 10 aprile del 1922 fu indetta a Genova una conferenza mondiale sullo stato dell'economia. Per la prima volta dopo Versailles, la Germania di Weimar partecipava a titolo paritario con i vincitori della Prima guerra mondiale. Vi partecipava anche l'Unione Sovietica: era la prima volta anche per quel Paese, ancora sconvolto dalla guerra civile, che riceveva così un riconoscimento da parte dell'Occidente, malgrado l'orrore per le violenze bolsceviche. Durante i lavori della conferenza si presentò una serie di ostacoli al raggiungimento di un accordo: soprattutto il fatto che in un certo senso la Germania si affrancasse dalle dure clausole di Versailles e cercasse di liberarsi da una parte almeno delle onerose riparazioni di guerra ai suoi ex nemici, rendeva gli occidentali, in particolare i francesi, intransigenti. Il Cancelliere tedesco Wirth, spinto dal ministro degli Esteri Rathenau, e il Commissario sovietico agli Esteri, l'astuto Cicerin, ebbero colloqui segreti in quei giorni. Russia e Germania si sentivano in quel momento ambedue vittime della vittoria occidentale. I due Paesi avevano poi reciproco interesse a ristabilire più stretti rapporti economico-commerciali che in parte avevano già realizzato prima ancora della conferenza di Genova. Alla fine ci fu il ricatto di Cicerin: o la Germania concludeva un accordo separa¬ to con l'Urss, o Mosca avrebbe trattato e concluso un altro accordo con le potenze occidentali, che avrebbe penalizzato i tedeschi. All'insapute degli altri, dopo febbrili consultazioni telefoniche, nella notte, tra le due delegazioni, il mattino di Pasqua del '22 (era il 16 aprile) tedeschi e sovietici firmarono di nascosto a Rapallo un trattato che prevedeva la cancellazione dei danni di guerra e lo stabilimento di rapporti economico-commerciali tra i due Paesi, con la clausola della «nazione più favorita». Nel pomeriggio di lunedì 17 aprile la conclusione del Trattato fu resa nota alla conferenza di Genova. Lo choc tra gli occidentali fu enorme, anche se il Trattato di per sé non conteneva aspetti così sconvolgenti. Oggi molti, soprattutto in Francia, ma anche in Inghilterra, vedono nel così rapido assenso di Gorbaciov a tutte le richieste di Kohl un bis di Rapallo. In realtà, gli accordi di Mosca significano che, dietro le iniziali schermaglie di facciata, già si stava trattando tra Bonn e Mosca un accordo russo-tedesco che avrebbe dato via libera, e senza condizioni, alla riunificazione delle due Germanie. I tedeschi, insofferenti alle lentezze dell'Europa comunitaria, hanno cercato e trovato nell'Urss di Gorbaciov un elemento di accelerazione al loro processo di unità. Questa è sicuramente la conclusione di molti in Occidente, e le riserve di Margaret Thatcher ne sono una prova. Molto indicativo dell'abbandono da parte di Bonn del «Piano Delors», che prevedeva la riunificazione e l'ingresso anche immediato della Ddr nella Cee, è l'intesa con l'Urss di sottoporre l'unità tedesca all'approvazione delle quattro potenze vincitrici della Seconda guerra mondiale. Dunque non l'Europa che sta arrancando per essere protagonista della nuova fase storica aperta dal crollo dei regimi comunisti dell'Est, ma ancora la logica del dopo-Yalta. Cerio, consultazioni ci saranno anche in sede Cee, ma per intanto la Germania, con l'avallo dell'Urss, si muove indipendentemente e cerca gli alleati che più le servono per accelerare la soluzione dei suoi problemi. L'analogia con gli avvenimenti di circa settant'anni fa non appare poi così forzata. E per ora è davvero «un nuovo Rapallo che sostituisce Yalta», come ha scritto Le Monde tre mesi fa. Gianfranco Romanello

Persone citate: Delors, Gianfranco Romanello, Gorbaciov, Kohl, Margaret Thatcher, Michel Debré, Wirth