Messner conquista anche il deserto di ghiaccio di Gigi Mattana

Messner conquista anche il deserto di ghiaccio Con lui un marinaio tedesco: la sfida, vinta grazie a coraggio e tecnologie, è costata più di un miliardo e mezzo Messner conquista anche il deserto di ghiaccio Ha attraversato l'Antartide a piedi percorrendo in tre mesi3500 chilometri L'aveva promesso. «Aspettateci il 10 febbraio alla baia di McMurdo prima che i ghiacci ricoprano la superficie del mare». E Reinhold Messner, insieme con il compagno Arved Fuchs, tedesco, pur con un ritardo irrisorio, in tre mesi è riuscito a compiere la traversata a piedi dell'Antartide. Sono i primi uomini al mondo a percorrere quasi 3500 chilometri nel Settimo Continente senza l'aiuto di cani e veicoli a motore; è una nuova frontiera dell'avventura umana. Le poche notizie del successo giungono attraverso il settimanale tedesco «Der Spiegel» che pubblica in esclusiva il diario della spedizione: si sa comunque che la corsa contro il tempo nelle ultime giornate è stata favorita dal vento che, soffiando gagliardo in poppa, consentiva ai due di farsi trainare, sci ai piedi, dalle slitte su cui avevano alzato le vele arrivando a percorrere tappe di 80 km. L'epopea dell'Antartide, dalla vittoria di Amundsen nel 1911 alla tragedia di Scott, dalla traversata di Hillary (fresco del successo all'Everest) con i mezzi cingolati al proliferare di basi «scientifiche» sulla cui purezza di intenti molti ecologisti hanno dubbi, non aveva mai vissuto pagine così esaltanti: per il coraggio di osare, per la determinazione, per il rigore della preparazione tecnologica che si univa a una vena di atletica follia. Il «progetto Antartide» era da anni nel cuore dello scalatore altoatesino (45 anni, primo uo mo al mondo ad avere salito tutti i 14 «ottomila» della Terra) e il desiderio era diventato ossessione da quando le grandi vette avevano smess>t> di essere una chimera per diventare quasi «routine» quotidiana. Per la sfida al deserto bianco servivano però una montagna di dena¬ ro (si parla di un miliardo e mezzo, ottenuto in gran parte da un'azienda tedesca di minuteria metallica) e un compagno a tutta prova. E' stata vincente la scelta di non volere un alpinista con sé, ma un uomo come Fuchs, 37 anni, che già è st^to capace di traversare la Grot landia a piedi, di arrivare sempre a piedi al Polo Nord e di doppiare Capo Horn pagaiando su un kayak. Ma le grandi doti di uomo di mare di Fuchs erano determinanti specie per la «navigazione», per la capacità di fare il punto con il sestante, nel sapere rintracciare anche nella bufera i depositi di cibo e di attrezzatura indispensabili per proseguire. Anni per immaginare l'avventura, solo pochi mesi per trovare i finanziamenti é preparare il materiale. La scorsa estate a Plateau Rosa Messner e Fuchs avevano presentato la loro attrezzatura sofisticata e il 13 novembre, sbarcati da qualche giorno sulla costa del Mare di Weddel, avevano calzato gli sci. Lungo il percorso erano stati previsti depositi di cibo, benzina, abbigliamento, sci di riserva in alcune basi scientifiche; per riuscire era giocoforza essere il più leggeri possibile perché le slitte cariche del peso per tutto il viaggio non sarebbero state trainabili, specie per i primi 1500 chilometri in costante salita. I due avevano anche seguito una cura ingrassante per contenere in un chilo al giorno (ma in grado di fornire 5500 calorie) le pillole e i liofilizzati per i pasti. Al di là della fatica bestiale (Fuchs ha percorso metà Antartide con i suoi piedoni numero 48 costellati di piaghe), della solitudine e della meteorologia avversa (ma non è stata un'estate australe particolarmente infelice, con temperature raramente sotto i 40 gradi sottoze¬ ro), il rischio più grande era quello dell'orientamento: i due erano dotati di un trasmettitore satellitare i cui impulsi venivano captati dall'ente spaziale francese a Tolosa che ogni sera «faceva il punto» sulla loro posizione, ma bastava mancare per il maltempo anche di un solo chilometro una base di rifornimenti per restare a morire, senza possibilità di soccorsi. Il 30 dicembre 1989 Messner e Fuchs erano arrivati alla base statunitense al Polo Sud, poi era cominciata la grande corsa: slitte da 115 chili, una velatura simile a un parapendio, sci da fondo ai piedi, la necessità di alternare le scivolate a tratti di marcia per non farsi assiderare dal vento. E ora salgono sulla nave che li riporterà sotto cieli più umani dopo cento giorni magici. Dopo una «coast to coast» forse irripetibile. Gigi Mattana

Luoghi citati: Antartide, Tolosa