Pavoni e Tilli, che gambe di Giorgio Barberis

Pavoni e Tilli, che gambe Esagonale di atletica a Parigi, gli sprinter tengono a galla l'Italia Pavoni e Tilli, che gambe E per la staffetta squalifica strana PARiak DAL NOSTRO INVIATO Ancora i corridori, questa volta gli sprinters, tengono a galla l'Italia nel confronto esagonale che mette di fronte le migliori squadre dell'Europa continentale. Prima Stefano Tilli, poi Pierfrancesco Pavoni maramaldeggiano rispettivamente sui 200 e sui 60, confermando una condizione eccellente che li proietta verso il podio dei campionati continentali in programma il 3 e 4 marzo a Glasgow. E peccato per la squalifica della staffetta, che aveva ottenuto il miglior tempo. Soprattutto Tilli è impressionante per la facilità con cui ottiene 20"66, correndo praticamente da solo, staccando il più vicino degli avversari di quasi mezzo secondo. Dopo una partenza «normale», il romano produce una splendida accelerazione facendo il vuoto. Finisce in pratica sullo slancio: «Sto bene, il lavoro svolto per preparare i 60 ha affinato la mia partenza — sorride —. No, non ho dovuto andare al massimo, non serviva. E tuttavia il riscontro cronometrico mi dice che nelle prossime gare potrei anche fare il record italiano (20"52, già suo, ottenuto nell'ormai lontano 1985 a Torino, ndr). Sono stato invitato per martedì 20 a San Sebastiano dove ci saranno il brasiliano Da Silva e gli statunitensi DeLoach e Calvin Smith. Il giorno dopo dovrei essere a Torino per disputare i campionati italiani. E vorrei esserci. Spero che si trovi una quadratura, magari con un aerotaxi. Rinunciare a una gara in cui ci sono gli avversari giusti e quindi gli stimoli per fare un grande tempo non mi andrebbe proprio». Il Tilli che un mese fa lamentava l'obbligo di dover correre i 200 anziché i 60, come aveva inizialmente programmato, è lontano anni-luce e ciò significa un'accresciuta maturazione: «Vedo che posso fare buone cose — dice — e non c'è motivo di rinunciarvi. Anche i risultati al coperto hanno valore, tanto più che la stagione estiva ha come obbiettivo i campionati europei di Spalato a fine agosto. I meeting all estero a cui ho partecipato lo scorso anno mi sono serviti molto, mi hanno insegnato a vivere con maggiore serenità l'appuntamento, a sdrammatizzarlo». Accanto a Tilli anche Pavoni ha fatto bene la sua parte, vincendo in 6"63 e tuttavia dando l'impressione di non riuscire ad aprire la sua azione: «E' un fatto tecnico — spiega — legato alla pista abbastanza morbida. Con il mie peso mi pareva di affondare, per questo sono rimasto più raccolto». La splendida giornata dello sprint poteva completarsi con il successo della 4x200. Ma la giuria, che già aveva tentato senza successo di attribuire una falsa partenza inesistente a Tilli nella gara individuale (forse si sperava di innervosirlo a vantaggio di un Marie-Rose che poi ha dimostrato di non meritare tante attenzioni finendo quarto con un modestissimo 21 "43) ha squalificato il quartetto azzurro sostenendo che Pantone, secondo frazionista, sarebbe andato alla corda prima del dovuto. E il motivo di tanta fiscalità (gli azzurri hanno ottenuto il miglior tempo in questa gara, seppur ufficiosamente, con l'24"58) potrebbe essere legato al fatto che in quel momento l'Italia insidiava la Francia in classifica. A dare corpo alla classifica degli azzurri ha contribuito poi l'ottimo secondo posto di Bertozzi nel lungo e il terzo di Pagani nell'alto, ma va anche sottolineata la buona determinazione sugli 800 dell'esordiente Nicola Bonamici, ferrarese di 23 anni, che nelle ultime due stagione è praticamente rimasto fermo per problemi ai tendini. Il quinto posto finale di squadra non è granché, anche se consola il fatto che poco di più ci sarebbe voluto per lottare per il successo. E va rilevato che anche gli altri hanno problemi, appena qualcuno dei big resta a casa. Deprimente è invece il risultato delle ragazze che si commenta in un solo dato: il quarto posto della Maffeis nel peso è stato il miglior piazzamento individuale. Purtroppo siamo alla necessità di una rifondazione di tutto il settore, alla necessità di rivedere anche le forme di reclutamento. E questo è avvenuto nel giorno in cui Marisa Masullo, ormai 32 anni, è diventata primatista assoluta in fatto di presenze azzurre con 68, lasciandosi alle spalle un terzetto composto da Sara Simeoni, Erika Rossi e Vittorio Visini. Giorgio Barberis

Luoghi citati: Europa, Francia, Glasgow, Italia, Parigi, Spalato, Torino