L'allegria di Maradona? Ma è una tattica

L'allegria di Maradona? Ma è una tattica E' bastato il mercoledì grigio col Verona per cambiare umori e pronostici attorno ai rossoneri L'allegria di Maradona? Ma è una tattica Euforico come all'andata, e allora propiziò il 3-0 azzurro Un mercoledì può cambiare tutto, gli umori e persino i pronostici? Può accadere nel calcio, mondo nel quale ci vuole poco per far girare il vento. E' bastato il pareggio di San Siro del Milan contro il Verona nel recupero di campionato per bloccare l'escalation delle azioni rossonere e far risalire quelle azzurre del Napoli, che azzarda la carta del recupero di Careca. Maradona ha colto al volo le perplessità milaniste e le ha sfruttate con la massima astuzia. La dote che Diego ha già largamente dimostrato nelle ormai ripetute occasioni in cui ha gestito la sua libertà personale (che cosa è mai per lui una multa, anche salata?) davanti a Ferlaino, a Napoli città, ai compagni ed ai tecnici da Bianchi a Bigon. Ha esibito nel ritiro varesino una allegria che ha persino sorpreso il suo stesso ambiente, e preoccupa i rivali. Sul malumore del dopo-recu- pero del Milan e di Sacchi per la giornata grigia contro i gialloblù veronesi (e stupisce davvero che alcuni rossoneri non abbiano trovato largo conforto nel loro splendido gennaio, ed è cosa di ieri) si è spalmato il buonumore dell'argentino. Come una essenza al peperoncino, di quelle che fanno bruciare anche le minime ferite. Solo Sacchi, che stima molto Maradona ed è pubblicamente ricambiato, ha trovato una chiave: «Il Milan può anche deludere in partite erroneamente considerate minori, ma contro le grandi avversarie non ha mai tradito». L'allenatore milanista cancella con una battuta la partita di andata, lo 0-3 il cui ricordo invece è sicuramente uno dei motivi dell'euforia maradoniana. Sacchi ha qualche motivo per pensare che quella gara non ha fatto testo. Il 1° ottobre scorso mancavano (oltre a Gullit, ma va ancora considerato un rossonero?) Maldini lasciato fuori perché ripensasse al suo scarso rendimento, Donadoni e Van Basten. Rijkaard era così penoso da essere schiantato da Fusi e sostituito a metà gara dal giovane Simone. Fuori anche Stroppa, partito titolare, e dentro Lantignotti. Non era il Milan, certo, e sul fronte opposto Maradona giocava la sua prima partita vera della stagione '8990. Con un gol e due assist vincenti per Carnevale aveva fissato un risultato senza appello per gli sconfitti. Dopo, fra Napoli e Milan, un pareggio in Coppa Italia a San Siro. Un altro risultato che gioca a favore degli umori partenopei. Quella sera del 1° ottobre, settima giornata di campionato, scardinata dall'Inter (3-0) la sino allora sorprendente Roma, il Napoli si è trovato solo al comando della classifica con 12 punti. Milan 7° a quota otto. In diciassette partite, oggi siamo alla ventiquattresima giornata, i rossoneri hanno recuperato due punti malgrado molte assenze compensate dai recuperi di Donadoni e Van Basten. Il Napoli ha retto bene ai lunghi guai di Renica, alla frattura di Careca che sta riprendendo. Due squadre di carattere di fronte oggi a S. Siro. Le più regolari del nostro calcio da quando il Milan è guidato da Berlusconi, con Sacchi in panchina. Ferlaino (vedi tabella) è ancora davanti di 7 punti su Berlusconi. Può perderne due oggi senza problemi statistici, ma la realtà del momento è diversa. L'aggancio in classifica può avere un riflesso psicologico pesante, visto che il calendario prossimo delle due squadre pare lievemente favorevole ai rossoneri. Napoli in viaggio contro Inter e Samp (due gare che i rossoneri giocheranno in casa, pur se il derby è in trasferta). A vantaggio (teorico) degli azzurri il ricevere la Juve a Fuorigrotta, mentre il Milan andrà al Comunale, e gli impegni di Coppa internazionale dei rossoneri. Ancora dieci giornate, venti punti disponibili, dopo la sfida di oggi. Partita e vicenda apertissime. Ma il Napoli nasconde dietro le battute e i sorrisi di Maradona i timori per un aggancio pieno di rischi. Vuole vedere da vicino il Milan per capire se la mancata vittoria contro il Verona è stata un episodio, oppure spia di un appannamento rossonero. Non ci conta, ma ci spera. I temi di San Siro sono tre. Il duello a distanza fra Van Basten e Maradona, il meglio del mondo nel nost.ro campionato. Poi la sfida fra due squadre molto diverse: il Milan condannato a giocar bene se vuole vincere, il Napoli che sa disputare partite di sacrificio senza squilli ma sempre capace (lo ha dimostrato proprio in questa stagione) di piazzare la botta vincente. E ancora, il vantaggio azzurro di partenza: due risultati su tre sarebbero a favore. Per Agnolin sono più delicati i novanta minuti odierni della battaglia (vinta) per essere presente a Italia '90. Bruno Perucca Diego Maradona ha dimostrato in sertimrna, nel ritiro di Varese, di essere di nuovo in gran forma. Il fuoriclasse argentino, come sempre gli capita nelle partite che contano, saprà essere il trascinatore della sua squadra a San Siro

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