Subito lo replica di Eugenio Scalfari
Subito lo replica Subito lo replica «Difficile fare un nuovo giornale In Italia vince sempre il re» ROMA. L'ultimo affondo di Silvio Berlusconi non ha lasciato indifferente Eugenio Scalfari. In un fondo pubblicato su la Repubblica di oggi, Scalfari affronta l'argomento dei rapporti con il presidente della Mondadori, ribadendo un distinguo già espresso nei giorni scorsi («Sono ossequiosissimo verso il mio editore che è l'Editoriale La Repubblica»), ma anche guardando con un certo pessimismo al futuro. «Se qualcuno non gradito all'oligarchia oggi volesse fondare un nuovo giornale», scrive il direttore de la Repubblica, lo si «strozzerebbe per mancanza di pubblicità». E conclude: «La partita, coi tempi che corrono, la vince comunque il re». Nel suo fondo, Scalfari cita Tocqueville e il memoriale dell'ex presidente della Banca d'Italia Paolo Baffi per sostenere che l'Italia è dominata da un'oligarchia «dove il potere è stato centralizzato e i corpi intermedi sono stati dissolti o indeboliti». Le dichiarazioni rilasciate ieri da Silvio Berlusconi non sono piaciute neanche ai redattori de la Repubblica. Dice Carlo Ciavoni, del comitato di redazione, il sindacato interno che ha avuto l'appoggio unanime delle ultime assemblee dei redattori: «C'è molta preoccupazione per le ultime dichiarazioni del cavalier Berlusconi se non altro per un motivo: la re¬ dazione è per il rispetto della tradizione e della chiarezza nei rapporti tra editore e direttore. E quindi se l'editore non ha fiducia nei confronti di un direttore, lo dica chiaramente e lo cacci, ma non si rifugi in dichiarazioni non chiare». Proprio nel giorno in cui Silvio Berlusconi ha stretto al minimo i margini per un accordo tra lui e Scalfari, la redazione de la Repubblica si è trovata a ranghi ridotti. Ieri infatti non erano presenti, come talvolta accade il sabato, il direttore Eugenio Scalfari, i suoi vice Gianni Rocca e Giampaolo Pansa. E' stato perciò il comitato di redazione a tenere, per tutto il giorno, i contatti con la direzione e i redattori. Si è discusso sull'opportunità o meno di rispondere a Berlusconi con un comunicato da pubblicare sul giornale, ma alla fine si è preferito non drammatizzare, evitando una replica troppo marcata. «Berlusconi — dice ancora Ciavoni — non sta facendo neanche grossi sforzi per meritarsi stima. Proprio in queste ore ha annunciato il licenziamento di tre direttori, ma non ha voluto fare i nomi perché vuole prima comunicare la notizia ai diretti interessati. Ma che metodo è? Non è un esempio di correttezza sindacale annunciare il licenziamento di tre colleghi senza nome», [f. mar.]
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