I VALDESI NEL GHETTO

I VALDESI NEL GHETTO I VALDESI NEL GHETTO THJ MS" OLTI avevano H /H PrCjCcr't0 il parili /B bolo alla messa, ■B / B sono stat' impic- sB/11cat' a"a presenza HJ E I e per ordine del 111 I Marchese di PiaH I I nezza, alcuni sono ■ B stat* Perfino 'n_ JL ■ Jesi, chiodati per i piedi agli alberi, con la testa all'ingiù... Molti sono stati impalati attraverso il basso ventre alla moda dei turchi e per tutto il corpo, altri inchiodati a terra con dei pali piantati nel ventre e conficcati a tutta forza... Quanto abbiamo detto è solo una parte delle malvagità ed inumanità commesse in questo massacro perpetrato nella Valle di Luserna con tanta rabbia e violenza». Sono parole dell'anonimo compilatore della «Vera relazione di quanto è accaduto nelle persecuzioni e nei massacri compiuti quest'anno, ai danni delle chiese riformate del Piemonte con la confutazione delle calunnie con cui i nemici della verità cercano di infangarle», stampata in francese l'anno stesso dei terribili eventi, nel 1655, e ripresentata in edizione critica nelle diverse versioni, a cura di Enea Balmas e Grazia Zardini Lana per l'editrice valdese Claudiana. Autori di tante efferatezze, cristiani sulla pelle di altri cristiani: per l'esattezza, cristiani «cattolici» aizzati dalle autorità del tempo contro i cristiani «riformati» delle valli valdesi del Piemonte settentrionale. Una vicenda che ebbe inizio il 25 gennaio di quell'anno tragico, con un'ordinanza firmata dall'«uditore» ordinario e «conservatore generale della Santa Fede» Andrea Gastaldo, delegato di S.A.R. il duca di Savoia (Carlo Emanuele II, da poco «maggiorenne»: in realtà chi governa è la terribile «Madama Cristina») ad agire «contro la pretesa Religione Riformata della Valle di Luserna, Perosa, Santo Martino». L'ordinanza ingiungeva ai nuclei familiari valdesi di abbandonare le località di «pianura» dove erano insediate da tempo per ritirarsi «entro tre giorni» nei territori delle Valli loro riservati e nei quali, in virtù dell'accordo firmato a Cavour nel 1561, il culto riformato era consentito. Con una rassegnazione e un'ingenuità che ricordano la «docilità» degli Ebrei avviati ai campi di concentramento da Hitler, i protestanti delle località colpite (Torre Pellice, Luserna, Lusernetta, S. Giovan ni, Bibiana, Fenile, Bricchera sio, S. Secondo e Campiglione) si piegarono all'ingiunzione abbandonando i propri beni e ritirandosi nelle località interne delle loro Valli, delle quali erano originarie. Essi rinunciavano così, in massa, all'opportunità offerta loro dal governo ducale, che accordava un termine di venti giorni agli interessati per abiurare la fede evangelica e convertirsi al cat tolicesimo, cosa che li avrebbe sottratti aila confisca dei beni e all'espulsione. Ma, proprio come nel caso degli Ebrei perseguitati dai nazifascisti, la docilità e la rassegnazione non servirono a evitare il massacro. Nonostante la loro arrendevolezza e le suppliche subito indirizzate al Duca, alla Reggente, al Mar chese di Pianezza e ad altri personaggi influenti dell'ap parato sabaudo, compreso lo stesso Gastaldo, dovranno subire la feroce repressione dei soldati ducali e dei loro alleati francesi, che Mazzarino ha mandato a svernare in Piemonte per utilizzarli, poi nella campagna antispagnola del Modenese. Tra il 24 e il 27 aprile ha luogo il massacro, e il 28 aprile il Marchese Villa, che accompagna i francesi, può scrivere da Bobbio che «non si trova più anima viva in quei contorni», mentre da Torino si affrettano a intonare il Te Deum di ringraziamento. Gli «eretici» delle Valli tro veranno poi la via del riscatto moltiplicando le azioni difen sive contro i ducali, suscitan do figure eroiche di capi della «resistenza» e della guerriglia come il prode Gianavello e il capitano Jahier. E finalmente due secoli più tardi, otterran no dalla prudente lealtà di Carlo Alberto quell'editto di tolleranza che li emanciperà dal ghetto rendendoli uguali in diritti e doveri, agli altri sudditi, dopo tante lacrime tanta crudeltà e tanto sangue sparso per non rinunciare un'idea. Michele L. Straniero Balrms-Zardini Lana (a cura) Vera relazione di quanto accaduto nelle pnrsecuzior.i Claudiana, pp. 520, L. 45.000