Il ritomo di Amintore di Amintore Fanfani

Il ritomo di Amintore Il ritomo di Amintore ROMA. Quando, il 23 luglio dello scorso anno, Giulio Andreotti presentando al Quirinale l'elenco dei ministri del suo governo non lesse il nome di Fanfani, che nell'esecutivo precedente era responsabile del Bilancio, qualcuno si lasciò sfuggire: «Questa volta Amintore è proprio andato in pensione». Forse è stata un'esclamazione intempestiva. La de è alla vigilia d'una settimana di passione, che potrebbe concludersi con il ritorno sulla scena di uno dei grandi protagonisti della politica italiana: Amintore Fanfani. Tra sette giorni esatti all'Eur il Consiglio nazionale scudocrociato si riunirà per sancire il passaggio all'opposizione interna della sinistra e, a meno di improbabili colpi di scena, concludersi con le dimissioni di Ciriaco De Mita dalla carica di presidente del partito. E proprio in queste ultime ore in piazza del Gesù i più fedeli e discreti collaboratori del segretario Arnaldo Forlani stanno svolgendo delicati sondaggi per cercare un accordo capace di portare all'elezione di un nuovo presidente. Due sono i nomi che hanno raccolto il maggior numero di suffragi. Il primo è quello di Fanfani, che nella graduatoria delle simpatie democristiane supera largamente il secondo candidato: Emilio Colombo. A favore del «cavallo di razza» (la definizio- ne è di Carlo Donat-Cattin, che così «battezzò» Fanfani e Moro) giocano il suo ruolo di «padre nobile» della de, quindi al di sopra delle lotte correntizie, che s'annunciano aspre e il suo legame con Forlani. Fanfani è stato il maestro dell'attuale segretario, che, dall'inizio della sua carriera politica fino a pochi anni fa, è stato il «numero due» della corrente di Nuove Cronache fondata e capeggiata dal senatore di Arezzo. La scalata di Fanfani, che domani festeggerà il suo com- pleanno con 82 candeline, alla poltrona di capo del «parlamentino» democristiano (carica che ha già ricoperto nel "76) non dovrebbe, dunque, essere particolarmente difficile. Ma non c'è solo la scelta del successore di De Mita nell'ordine del giorno della settimana de. Da oggi a domenica le agende dei leader scudocrociati sono zeppe di riunioni e colloqui. Domani sera si riuniscono deputati e senatori di «azione popolare» la maxi-corrente capeggiata dal ministro degli Interni Antonio Gava. Discuteranno della situazione del partito e, probabilmente, la riunione si concluderà con la nomina di un «triumvirato» composto da Enzo Scotti, il vicesegretario Silvio Lega e Adolfo Sarti al quale sarà affidata una «missione di pace» da svolgere presso i leader della sinistra nel tentativo di ricomporre l'unità interna. Il principale destinatario del ramoscello d'ulivo di «azione popolare» sarà soprattutto Guido Bodrato, l'ex vice di Forlani, dimessosi in coincidenza con la crisi della giunta palermitana di Leoluca Orlando. Proprio Bodrato, che è stato il più deciso nell'annunciare l'inizio delle ostilità con la segreteria Forlani, sembra aver conquistato il ruolo del dirigente più amato e più autorevole tra i seguaci della sinistra de. Ed è questa considerazione che ha probabilmente suggerito al «triumvirato» di «azione popolare» di dare il via alla sua missione partendo dal deputato piemontese e facendo leva anche sul buon rapporto esistente nella de subalpina tra la sinistra e la corrente di Gava. Allo sforzo di ridimensionare le polemiche in piazza del Gesù partecipano anche gli andreottiani, che sono forse i più ottimisti sulle possibilità di siglare una nuova pace nella de. Nei giorni scorsi, passeggiando nel Transatlantico, Vito Bonsignore ha confidato a molti amici, che esprimevano preoccupazione sui riflessi della fine dell'unità interna sulle ormai vicine elezioni amministrative: «Vedrete, alla fine Giulio riuscirà a far superare i contrasti». Nello sforzo di ritrovare un accordo Bonsignore ha persino invitato ad una riunione di partito, che si svolgerà nelle prossime settimane a Torino, Ciriaco De Mita. Ma nonostante tutto in piazza del Gesù l'offensiva di Gava e di Andreotti per tenere ai loro posti Bodrato e De Mita non è circondata di ottimismo. Forse nell'arcipelago democristiano si stanno delineando nuove alleanze e il loro atto di nascita potrebbe anche coincidere con l'andata all'opposizione della sinistra. Gianni Pintus Amintore Fanfani

Luoghi citati: Arezzo, Roma, Torino