Vescovi fatti in casa, a pagamento di Francesco Fornari

Vescovi fatti in casa, a pagamento Ex adepti denunciano il fondatore: «Voleva venti milioni per messe ed esorcismi» Vescovi fatti in casa, a pagamento Sotto accusa una setta religiosa del Bresciano CASTREZZATO (Brescia) DAL NOSTRO INVIATO Una villa bianca, a due piani, senza pretese architettoniche, in via Paolo VI, alla periferia del paese. Sarebbe questa la casa madre della «Chiesa rinnovata del Magnificat», una setta che pratica un culto parallelo a quello cattolico, definito «aberrante» dal vescovo di Brescia monsignor Bruno Foresti, al centro di polemiche, denunce, indagini di magistratura e carabinieri. In questa casa abita Giuseppe Zani, 50 anni, sposato, quattro figli, indicato da alcuni exseguaci, che l'hanno denunciato per truffa, come il fondatore della setta. Dice il parroco don Giovanni Tossi: «Io ho avuto sentore di queste cose tre anni fa: persone che erano state irretite, stufe di pagare fior di quattrini, sono venute a chiedermi consiglio». All'attonito sacerdote è «venuto meno il cuore» quando ha sentito raccontare di messe celebrate da uomini, donne, perfino bambini, ordinati sacerdoti dallo Zani, che si faceva chiamare «rabbi», la parola ebraica con cui gli Apostoli si rivolgevano a Cristo, e benediceva le ostie con le quali i «sacerdoti» comunicavano i «credenti». Le prime denunce sono state fatte da Flavio Ambrosini, 35 anni, meccanico di Bornato, che ha fatto parte della setta per dieci anni, fino al 1986 e avrebbe sborsato più di 15 milioni per cure, farmaci, agopuntura, e da Ennio Dotti, 36 anni, impiegato statale, laureando in giurisprudenza che, dopo aver lasciato la «Chiesa del Magnificat» quattro anni fa, è diventato terziario domenicano. Anche lui, che venne ordinato «sacerdote» dallo Zani, avrebbe pagato «più di venti milioni in sette anni per cure a base di esorcismi e agopuntura». L'ultima denuncia è venuta pochi giorni or sono da una famiglia veronese che ha scritto una lettera a don Guido Todeschini, direttore di Telepace, un'emittente privata di Cerna. «Per dieci anni — dice don Todeschini — questa famiglia è stata vittima della setta. Padre, madre e il fi¬ glio tredicenne sono stati ordinati "sacerdoti" dal fondatore, che li ha costretti a spendere miloni per acquistare pianete, stole, messali, calici, chili di ostie». Secondo le loro dichiarazioni, al vertice della «Chiesa rinnovata del Magnificat», oppure «Chiesa del Gloria» o «Chiesa degli apostoli dell'amore infinito degli ultimi tempi», ci sarebbe lo Zani, il «rabbi» che si attribuisce poteri trinitari e sovente, durante le cerimonie, cade in «trance» affermando di parlare a nome della Madonna. Un rappresentante di commercio di Calino sarebbe stato nominato pontefice dal «rabbi», che ha creato pure parecchi vescovi i quali amministrano cresime e rinnovano i sacramenti della Chiesa cattolica. I seguaci della setta, che dalla zona di Franciacorta, nel Bresciano, si sta espandendo nel Veneto, in Trentino, in Piemonte e conta adepti anche a Bergamo, Napoli, Como e Firenze, sarebbero «alcune centinaia». Il parroco di Castrezzato, don Tossi, afferma che l'attività dello Zani risale al 1953: «Quell'anno una visionaria aveva detto di aver visto la Madonna. Sono arrivati curiosi ma anche gente che soffriva, che aveva bisogno di credere in qualche cosa. Lo Zani ha capito che poteva sfruttare queste debolezze per arricchirsi». Che cosa dice Giuseppe Zani, il «rabbi»? Con i giornalisti pro¬ prio non vuole parlare. Ho la fortuna di vederlo nel cortile di casa sua: il cancello è aperto, perciò entro. Indossa un grembiule nero su un maglione spesso, le spalle curve, lo sguardo stanco. «Vi scongiuro, lasciatemi in pace. Mi stanno massacrando, non so che cosa vogliono farmi». Sopraggiunge uno dei figli, Luciano. Pallido, teso. «Non abbiamo niente da dire. Viviamo male, ci prendono in giro, nessuno ci saluta. Al lavoro non posso più andare perché i colleghi mi scherniscono». Signor Zani, che cosa può dirmi della «Chiesa del Magnificat»? «E' tutto finito. Non se ne fa più niente». Ma è vero che lei ha nominato dei sacerdoti? Che celebrava messa? Che impartiva comunioni? «Ve l'ho detto, è tutto finito. Ho scritto al vescovo di Brescia, ho chiesto un appuntamento. Se mi riceverà mi spiegherò con lui. Gli dirò tutto». Da un box nel cortile arriva un profumo di carne arrostita: «Devo andar via, sto preparando il pranzo perché mia moglie non ce la fa più. Sta male, questa storia la uccide». L'accusano di aver celebrato messe sacrileghe, di aver estorto quattrini promettendo guarigioni con pratiche magiche... «Basta, basta. Non voglio più sentire niente. Non ho niente da dire. E' tutto finito, tutto finito». Si allontana di corsa, si nasconde in casa. Francesco Fornari