Così i nuovi enti locali di R. I.

Così i nuovi enti locali Così i nuovi enti locali Aree metropolitane in 9 città Più stabili sindaco e giunta ROMA Un «sindaco metropolitano» per le grandi aree urbane; il processo della «sfiducia costruttiva» per dare maggiore stabilità alle giunte; la possibilità di nominare gli assessori scegliendoli anche al di fuori del Consiglio comunale. Questi i punti salienti della riforma degli enti locali varata in prima lettura dalla Camera che consentirà, dopo l'approvazione del Senato, anche il varo — ma a tempi lunghi — di altre sette Province. Ecco le linee principali della legge. Aree metropolitane. A Roma, Milano, Napoli, Torino, Genova, Venezia, Bologna, Firenze e Bari (e forse anche a Cagliari, Palermo e Catania, se il parere delle rispettive Regioni a statuto speciale sarà favorevole), la «Città metropolitana» sostituirà la «Provincia» a livello amministrativo. Ci saranno quindi un sindaco, una giunta e un Consiglio metropolitani. Le grandi aree urbane saranno a loro volta divise in vari Comuni, autonomi nella gestione dei servizi di base ma collegati alla «Città metropolitana» per i servizi. Novità anche per quanto i Comuni più piccoli: sono previsti incentivi per favorire l'unione (e successivamente la fusione) dei Comuni inferiori ai 5 mila abitanti. Nuovi Comuni. Non potranno essere istituiti nuovi Comuni con meno di 10 mila abitanti. Sfiducia costruttiva. Sindaco e giunta dovranno essere eletti con voto palese nel limite massimo di due mesi dallo svolgimento delle elezioni. La giunta, che potrà essere composta anche da cittadini «esterni» al Consiglio comunale, potrà cadere soltanto se i partiti presenteranno una mozione di sfiducia «costruttiva», accompagnata cioè da un programma che indichi il nome del nuovo sindaco e la nuova giunta. In caso di dimissioni del sindaco, decadrà automaticamente anche la giunta. Allo stesso modo, se metà o più degli assessori si dimettono, anche il sindaco dovrà andarsene. Giunta e Consiglio. Il Consiglio comunale si occuperà soltanto delle grandi questioni di indirizzo e controllo, ad esempio il bilancio, il piano regolatore e le nomine. La giunta avrà il potere di deliberare su tutto ciò che non è attribuito esplicitamente al Consiglio, al segretario generale e ai dirigenti amministrativi. Questo per non sovraccaricare i Consigli di delibere, come accade oggi, e per evitare il ricorso delle giunte alle «delibere d'urgenza». Difensore civico. Nei Comuni con più di 40 mila abitanti potrà essere istituita la figura del «difensore civico», che avrà il compito di fronteggiare gli abusi e le disfunzioni della burocrazia locale. [r. i.]