«Guarnaschelli riabilitato nel '57» di A. Rap.

«Guarnaschelli riabilitato nel '57» Sorprendente dichiarazione di Mosca sul comunista torinese vittima di Stalin «Guarnaschelli riabilitato nel '57» Ma in Italia nessuno l'ha saputo per 33 anni ROMA. Era stato «riabilitato» da un tribunale sovietico sin dal 1957 e nessuno lo sapeva. Emilio Guarnaschelli, operaio comunista torinese nato nel 1911, consumò la sua giovane vita nella Russia di Stalin tra il 1933 e il 1939, quando morì dopo quattro anni tremendi di «gulag». La sua colpa fu di aver espresso ad alta voce le sue riserve su quella nuova società, dopo averla vista dà vicino. Per decenni la sua compagna di allora, Nella Masutti, che lo seguì nella deportazione, e il fratello Mario si batterono perché fosse riabilitata la memoria di Emilio, condannato ingiustamente da un tribunale staliniano come «spia fascista», lanciando appelli inascoltati a Togliatti, Longo e Berlinguer. Alla fine di giugno '89 il presidente del senatori comunisti, Ugo Pecchioii, si incontrò in Urss con Jakovlev, stretto collaboratore di Gorbaciov, risollevando il problema-Guarnaschelli. Subito dopo Achille Occhetto scrisse una lettera ai sovietici sollecitando l'atto di ria- bilitazione. Contemporaneamente si erano mossi il Centro Gobetti, presieduto da Norberto Bobbio, il sen. Spadolini, il sindaco di Torino Magnani Nova. Ieri è arrivata la sorprendente risposta di Mesca: Guarnaschelli è stato riabilitato il 28 maggio '57 dal Collegio militare della Corte suprema dell'Urss. Emessa ai tempi di Kruscev, in epoca di destalinizzazione, la sentenza è rimasta sepolta per 33 anni negli archivi. «Ci voleva proprio Gorbaciov. Forse la mossa giusta è stata l'avergli inviato il libro sull'odissea di mio fratello» ha esclamato Mario Guarnaschelli apprendendo la notizia. Alla si¬ gnora Nella Masutti, che risiede oggi in Francia, a Ponthierry, presso Parigi, il fatto nuovo lo abbiamo comunicato noi telefonicamente. E' stata soprattutto lei a battersi per avere giustizia per la memoria di Guarnaschelli. Un gran contributo lo ha dato facendo pubblicare le lettere disperate di Emilio a Mario. «Sono sconvolta. Ma voglio ricordare che Emilio scrisse che la riabilitazione non la voleva. Questa riabilitazione che viene dai russi sarà stata fatta per tutti. Io avrei voluto, invece, che si riconoscesse la responsabilità di coloro che, secondo me, ne provocarono l'arresto: Togliatti, Robotti, Roasio, Germanetto, Longo. Sono in collera perché sono tutti morti. E così questa notizia non è la fine dei miei tormenti. La vera riabilitazione di Emilio è quel che sta avvenendo nei Paesi dell'Est». E il segretario del pei Occhetto ha detto: «In Urss si fanno finalmente i conti con un passato che ha prodotto tanti lutti nel movimento operaio», [a. rap.]

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