Esplode nella Ddr la fabbrica dei veleni

Esplode nella Ddr la fabbrica dei veleni AMBIENTE Una commissione aveva appena chiesto la chiusura dell'impianto: troppe esalazioni Esplode nella Ddr la fabbrica dei veleni Salta un forno dello stabilimento chimico di Buna: 3 morti BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE La disastrosa esplosione di un forno in cui si produce carburo ha provocato ieri, nello stabilimento chimico di Buna nei pressi di Halle, Repubblica Democratica Tedesca, tre morti e una ventina di feriti, alcuni dei quali in condizioni molto gravi. Racconta un superstite: «C'è stato un boato terrificante, poi l'aria si è messa letteralmente a bruciare. E' stato un inferno, le sirene dell'allarme hanno preso a suonare, la gente fuggiva atterrita. Pareva ci fosse appena stato un bombardamento aereo». Dice un operaio scampato al rogo: «All'improvviso tutto è diventato nero, poi si sono scatenate fiamme ovunque». In un primo tempo sembrava che il bilancio dell'incidente fosse ancora più grave: era così alta fra l'altro la tempera¬ tura nel luogo dello scoppio che per molte ore le squadre di soccorso, giunte dall'intera regione a dare manforte ai reparti interni dello stabilimento, sono dovute stare alla larga. Verso sera la causa dell'esplosione non era ancora stata chiarita. L'incidente è avvenuto all'indomani della richiesta di una commissione governativa, che era stata incaricata di studiare il grave problema delle emissioni nell'atmosfera da parte dell'industria chimica tedesca orientale. La commissione aveva proposto la chiusura di quattro forni, fra i quali quello che è stato coinvolto nell'esplosione di ieri. Chiudendo i forni migliorerebbe decisamente la qualità dell'aria nella regione di Halle, ma questo risultato in termini di risanamento ecologico verrebbe pagato duramente in termini di occupazione. I quattro forni impiegano infatti cinquemila persone. In un apparato industriale globalmente obsoleto, quale si trova nella Repubblica Democratica, l'impianto chimico di Buna spicca per gli intollerabili valori delle sue emissioni tossiche. Secondo una recente inchiesta del settimanale Der Spiegel, dedicata al problema dell'inquinamento ambientale nell'altra Germania, il Kombinat di Buna, uno stabilimento di grandi dimensioni, scarica ogni giorno nella Saale, il fiume che ha la sventura di scorrere nei paraggi, venti chili di mercurio. E' quasi dieci volte la quantità, giudicata inaccettabile, che il colosso chimico federale Basf immette annualmente nel Reno dai suoi impianti di Ludwigshafen. Il Kombinat di Buna fu costruito nel 1936, apparteneva allora al gruppo IG-Farben. Nazionalizzato nel 1945, lo stabilimento impiega oggi 28 mila persone, e produce ottocento diversi materiali. A parte i livelli record in termini di inquinamento, l'industria chimica tedesca orientale è anche considerata poco attrezzata in fatto di sicurezza. L'incidente di ieri non è che l'ultimo di una lunga serie. Il disastro più grave avvenne nel luglio del '68 nello stabilimento elettrochimico di Bitterfeld, in una zona di altissima concentrazione industriale sempre nei pressi di Halle. Ci fu uno scoppio catastrofico, con trentatré morti e un'ottantina di feriti gravi. La ristrutturazione dell'apparato energetico e industriale dell'altra Germania, con una duplice attenzione alla sicurezza e alla difesa ambientale, è una delle scommesse più ardue del futuro Stato tedesco unificato. [a. v.J

Luoghi citati: Ddr, Germania, Repubblica Democratica Tedesca