McEnroe non è Wilander

McEnroe non è Wilander L'eroe della Davis riempie il Palatrussardi, fa ricchi i bagarini, ma esce di scena a Milano McEnroe non è Wilander E Cane gioca alla pari solo per un set MILANO DAL NOSTRO INVIATO Milano '90 come Milano '73. Allora, al vecchio palasport della Fiera, questa .volta sotto il tendone del Palatrussardi, palasport di fortuna di una città che aspetta ancora la costruzione di un impianto vero, al posto di quello travolto da una epica nevicata. Nel '73, dicevamo, si verificò il primo bagarinaggio della storia del tennis italiano: nessuno voleva mancare alla sfida tra il giovane Adriano Panattà e il «maestro» australiano Kén Rosewall. Folla fittissima; una bella resistenza di Adriano, la logica vittoria del vecchio, campione. Qualcosa di simile si è verificato ieri sera per Canè-McEnroe. Merito del richiamo della Coppa Davis, del clamore suscitato dalle prodezze di Cane a Cagliari, delle sue vittorie su Svensson e, soprattutto, su Mats Wilander. Cane a Milano in passato non era mai stato molto amato, come del resto altrove per via di un comportamento non sempre corretto. Ma stavolta tutti volevano constatarne i progressi, opposto invece all'idolo degli spettatori. McEnroe con le sue quattro vittorie nel torneo (tre di seguito '79-81 e '85) è sempre stato amato dai meneghini sia come protagonista di spettacolo tennistico in campo che per le sue scorribande notturne insieme a Gerulaitis nelle discoteche. Tutto esaurito alle biglietterie, affari d'oro per i bagarini (che triplicavano i prezzi, da 50 a 150 mila lire), attesa accresciuta dal ritardo con cui inizia la partita, in coda a un lungo pomeriggio occupato dal doppio di Camporese e Nargiso. Quasi a farsi perdonare dei fischi passati, sugli spalti un gruppo di tifosi espone un grande striscione: «Paolino cuore di Milano» che lasciava un po' perplessi visti i precedenti. Arbitra l'americano Kaufmann, ma non dovrà impegnarsi molto per tenere a bada gli avversari. Correttezza pressoché esemplare fra due giocatori che si sono spesso allenati ed hanno anche giocato un dop¬ pio in un torneo insieme, grazie all'identico manager, Sergio Palmieri che questa volta è anche direttore del torneo e sicuramente li ha invitati a non creargli problemi. Il primo set è di notevole spettacolo tennistico. Cane non ha paura, non deve vincere ad ogni costo, gioca in scioltezza, alla pari con il rivale cui l'espulsione patita in Australia ha dato il tempo di ricaricare bene le batterie. Gli scambi incantano il pubblico, che non fa distinzioni nel distribuire gli applausi ai due contendenti. Ottime battute, risposte adeguate, passanti e colpi al volo, di rara efficacia e spettacolarità, errori non provocati ridotti al minimo. La chiave sta tutta nel servizio di Paolino che mette a segno diverse prime palle (4 aces) e riesce a mantenere la battuta con sufficente facilità. McEnroe replica da par suo ma è costretto a concedere le prime due palle-break che annulla con precisi passanti, poi non ne sfrutta una a proprio favore. Il set si decide solo al decimo gioco: Cane non trova più la prima palla di battuta, commette un doppio fallo, e finisce per cedere servizio e set dopo 45 minuti. La tensione nervosa che ha assistito Cane, facendolo giocare al massimo delle sue possibilità, incomincia a scemare, si fanno sentire le tossine delle battaglie di Cagliari, non trova più la prima palla di battuta. Per restare in gara ci vorrebbe una mano da parte di McEnroe. L'americano sembra offrirla all'inizio del secondo set quando, commesso un doppio fallo, se la prende con la «chiamata» a voce troppo alta del giudice di linea. «Non sono sordo» mima al ragazzo che insiste nel gridare l'«out». Ed è un secondo doppio fallo. «Mac» capisce che non conviene insistere e riprende facilmente il comando del gioco. Cane non è più in partita, è tornato il giocatore che il mancino americano aveva battuto facilmente (6-3, 6-1) al primo turno del torneo di Bruxelles del '77 nella loro unica precedente sfida diretta. Rino Cacioppo McEnroe, un primo set d'alto livello

Luoghi citati: Australia, Bruxelles, Cagliari, Milano