Wall Street respira superata la prova dell'asta del Tesoro

Wall Street respira superata la prova dell'asta del Tesoro Piacciono poco i titoli a 30 anni Wall Street respira superata la prova dell'asta del Tesoro WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Le prime indicazioni sono ambigue: ieri l'asta dei Buoni trentennali americani non sembra esser andata troppo male, ma non è certo andata benissimo come quella dei Buoni a dieci anni mercoledì, e soprattutto come quella dei Buoni a tre anni martedì. Le tre giornate campali della finanza americana dovrebbero essersi perciò concluse senza i temuti danni, e anzi su una nota di cauta speranza. Wall Street, che a gennaio aveva tremato al calo di ben 250 punti dell'indice Dow Jones dei titoli industriali, può forse tirare un respiro di sollievo: questo mese dovrebbe stabilizzarla, se non restituirle un certo vigore. Sospinto altresì dal buon andamento dei computers e del petrolio, l'indice Dow Jones, che era partito a razzo per poi ripiegare leggermente, ieri ha segnato un ulteriore aumento, ridestando qualche speranza per le prossime sedute. Secondo l'ex ministro del Tesoro Simon, oggi uno dei guru di Wall Street, la prudenza rimane comunque necessaria, in primo luogo perché mancano i risultati definitivi e una analisi approfondita dell'asta obbligazionaria di ieri, in secondo luogo a causa dei tassi d'interesse. «In Germania e in Giappone gli interessi continuano a salire — ha dichiarato Simon — mentre da noi si sono fermati, sebbene non accennino a scendere... A mio parere siamo sulla strada giusta, ma non ancora fuori del labirinto». L'analisi provvisoria delle tre aste dei buoni del Tesoro è questa. Martedì, i Buoni a tre anni, per 10 miliardi di dollari complessivi, hanno ricevuto offerte per quasi 35 miliardi di dollari, nella misura del 35-40 per cento dagli investitori giapponesi. Mercoledì, le obbligazioni a dieci anni, anch'esse di 10 miliardi di dollari, hanno totalizzato offerte per 24 miliardi di dollari, ma in percentuale minore dai giapponesi, il 25-30 per cento. Non si conoscono ancora le offerte di ieri per i 10 miliardi di dollari di titoli a trent'anni: ma sembra che non siano state altrettanto alte e che abbiano attratto soprattutto, investitori americani, anche se questi dati potrebbero essere smentiti oggi. La vendita è incominciata con impeto, con offerte superiori al nominale (5 dollari ogni mille) ma il ritmo è poi diminuito, e l'indice Dow Jones, dopo un avvio al rialzo ha chiuso con un guadagno minimo, 4,28 punti. La partecipazione giappone se a queste aste è considerata il termometro più importante dell'umore straniero nei con fronti della finanza Usa. Ieri a New York il dollaro si è ripreso rispetto al marco oltre uno pfenning, ma si è inebolito rispetto allo yen. [e. e]

Persone citate: Tesoro Simon, Tesoro Washington

Luoghi citati: Germania, Giappone, New York