Forlani: fantasie un governo dc-psi-pci di Fabio Martini

Forlani: fantasie un governo dc-psi-pci Il leader replica al «Sabato» mentre il partito si prepara allo scontro in Consiglio nazionale Forlani: fantasie un governo dc-psi-pci E i colonnelli di Andreotti cercano la pace con la sinistra de ROMA. «Il governissimo che propone "Il Sabato"? Non se ne parla. Abbiamo un governo in carica e una formula che non possono essere messi in discussione». Col sorriso sulle labbra, entrando nel suo studio di piazza del Gesù, Arnaldo Forlani liquida così la proposta di un governo a tre (dc-pci-psi) lanciata dalle colonne del «Sabato», il settimanale ispirato da uno dei più potenti leader andreottiani: il romano Vittorio Sbardella. Ma se il «governissimo» non piace al segretario della de, cauto per ruolo e per natura, anche altri tre luogotenenti di Andreotti l'hanno accolta gelidamente. c"Il Sabato" ha un problema di vendite....», commenta ironico il ministro del Bilancio Paolo Cirino Pomicino. E poi aggiunge: «Mi sembra soprattutto una risposta all'editoriale di "Famiglia cristiana". Più una «bouta- de» che ima proposta politica». Per Salvo Lima «è un'ipotesi impraticabile». Più cauto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Nino Cristofori: «I ragazzi dal "Sabato" vanno un po' per conto loro. Certo in politica la parola "mai" è meglio non usarla». Eppure, dietro la proposta del «governissimo», nata nel «laboratorio» di Vittorio Sbardelìa, c'è un piccolo retroscena. Da alcuni mesi Sbardella (che tra i numerosi «colonnelli» di Andreotti può contare sulla carta in più dell'alleanza organica con il Movimento popolare) coltiva un progetto sempre meno segreto: riannodare i fili con la sinistra de, in vista del congresso dei primi mesi del 1991, della corsa al Quirinale e, a breve, per puntellare meglio il governo Andreotti. E così, dopo essere stato uno degli «arieti» più coriacei nella guerra per disarcionare De Mi- ta, Sbardella (che non ama Forlani) ha cercato di riaprire subito il dialogo con la sinistra del partito. A settembre, quando la de cercava disperatamente un capolista per le elezioni di Roma, Sbardella, attraverso il demitiano Francesco D'Onofrio, ha inviato un messaggio di pace a De Mita: «A capolista mettiamo Miche!ini». Ma Da Mita ha risposto picche. E allora Sbardella si è rivolto al «secondo forno» della sinistra: quello di Guido Bodrato. «Il Sabato», da sempre feroce verso tutti i leader della sinistra, si è mosso all'unisono. Nel numero del 20 gennaio scorso ha pubblicato un'intervista molto pacata a Bodrato e i pettegoli raccontano che Sbardella e il vice segretario dimissionario si sono incontrati spesso negli ultimi tempi. E, non a caso, nel suo intervento di due sere fa al gruppo de, Bodrato ha det- to che Andreotti è rimasto «uno dei pochi interlocutori sui problemi concreti». Ma cosa c'entra tutto questo con la proposta del «governissimo»? «E' anzitutto una risposta a "Famiglia Cristiana" — dice Sbardella — che proponeva alla sinistra de un'alleanza col pei. Certo, la proposta del governo a tre è una suggestione di lungo periodo. E poi perché ignorare che il pei è un forte movimento?». Ma nella proposta gioca anche un discorso interno? «Non 10 dico in polemica con Forlani, ma è sbagliato sottovalutare la sinistra». E quanto conta la partita per 11 Quirinale in tutto questo? «No, la proposta non va letta in questa logica. Per noi il rapporto col psi è prioritàrio. Certo, potrebbe contribuire ad allargare la base elettorale». Fabio Martini

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