Tokyo fa provvista di Bot Usa

Tokyo fa provvista di Bot Usa Ma sui mercati valutari è l'ora del marco: a New York ha sfiorato le 746 lire Tokyo fa provvista di Bot Usa // Giappone compra bond a 3 anni in attesa delle emissioni tedesche Giornata di tensione a Wall Street, l'indice perde 20 punti e poi risale WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Da martedì, quando sono stati emessi nuovi Buoni del Tesoro, per 10 miliardi di dollari a tre anni, per altri 10 miliardi a dieci anni, e per 10 miliardi ancora a trenta anni, Wall Street tiene il fiato sospeso: se l'asta avrà successo, produrrà un effetto tonificante sulla borsa, ma se si rivelerà un fiasco causerà una grave caduta. La prima offerta, quella dei bonds triennali, svoltasi martedì, si è chiusa trionfalmente: gli investitori giapponesi, che negli ultimi mesi hanno totalizzato solo il 25-30 per cento degli acquisti, sono arrivati al 40 per cento. Ma ieri, quando sono stati messi in vendita i bonds decennali, è tornata l'incertezza. A Wall Street infatti si sono diffuse due voci che hanno fatto temere una ritirata degli investitori giapponesi. La prima è che Tokyo si accingeva a alzare i tassi d'interesse per impedire un esodo eccessivo di capitali. La seconda è che la Germania occidentale preparava un'emissione di buoni del Tesoro per la ricostruzione di quella orientale, cosa che interesserebbe al Giappone. La flessione delle borse di Tokyo e di Francoforte, l'uno e il due per cento, ha inoltre spinto l'indice Dow Jones dei titoli industriali al ribasso in apertura. Nelle prime due ore di trattazioni, l'indice ha perso oltre 20 punti. Poco più tardi però le voci su Tokyo e su Bonn sono risultate infondate. Insieme alle ottimistiche previsioni del presidente Bush sull'economia e alla netta presa di posizione della Federai Reserve contro l'inflazione, la smentita ha ridato vigore a Wall Street. Nel suo rapporto economico al Congresso Eush ha dichiarato che il prodotto nazionale lordo americano salirà del 2,6 per cento in termini reali nel '90 e del 3,3 per cento nel '91. Quattro direttori della Fed hanno inoltre pronosticato un tasso inflazionistico del 4 per cento circa quest'anno, con un calo progressivo negli anni successivi. L'indice Dow Jones si è perciò ripreso. Ma i dubbi di fondo sul comportamento dei giapponesi all'asta dei buoni del Tesoro non sono stati fugati. «L'interrogativo è questo — ha dichiarato James Marshall, uno dei più noti analisti di Wall Street, — i giapponesi hanno investito massicciamente nei bonds a breve martedì perché hanno ritrovato la fiducia nell'America o, come è più probabile, perchè non intendono investire nei bonds a medio termine, e soprattutto in quelli a lungo?». Tre anni, ha proseguito Marshall, sono un periodo di tempo in cui gli Usa non possono perdere molto terreno: «Dieci o trenta anni sono una cosa molto diversa, perché nei prossimi mesi Gorbaciov potrebbe cambiare ulteriormente le prospettive in Europa, ed essa potrebbe diventare il terreno d'investimento più fertile per tutti, non solo i giapponesi». L'analista ha sottolineato che anche i mercati dei cambi sono orientati più verso la Germa- nia, ossia il marco, che verso gli Usa, ossia il dollaro. Ieri il marco si è di nuovo apprezzato, sfiorando le 746 lire, 745,87 per la precisione e indicando che il declino del dollaro potrebbe continuare, anche a causa dell'incapacità del Congresso e di Bush di risanare i deficit di bilancio e commerciale. [e. e] II presidente Usa George Bush

Persone citate: Bush, George Bush, Gorbaciov, James Marshall