L'obiettivo plastica di Ugo Bertone
L'obiettivo plastica L'obiettivo plastica Ecco le proposte della Montedison MELANO. «Caro presidente, è assurdo parlare di Mezzogiorno d'Italia. La penisola fa parte tutta del Nord del mondo e gli investimenti, anche in Puglia o in Sicilia, vanno pensati come un progetto degno di una grande area industrializzata. Non come uno strumento per creare occupazione». E ancora. «Signori, siamo di fronte a una grande opportunità, ancora più propizia di quella della metà degli Anni Sessanta. Allora potevamo fare del Sud la Florida d'Europa e si è scelta la via delle agevolazioni a pioggia. Adesso c'è l'occasione di entrare tra i grandi della chimica». Raul Gardini, quando parla dei suoi progetti nella chimica, ama usare queste immagini. Ed è facile pensare che il leader dei Ferruzzi non abbia rinunciato a queste immagini nell'incontro con Andreotti. La Montedison, infatti, non ha presentato ieri alcun documento a Palazzo Chigi ma il suo presidente ha esposto ad Andreotti le sue opinioni sulla questione chimica. 1)—L'Italia non ha alcuna possibilità di competere con i grandi produttori né nella petrolchimica né nella chimica delle specialità. Nel primo caso si deve fare i conti con i produttori del Medio Oriente e con la Sabic saudita in particolare. Si tratta di gruppi che possono disporre della materia prima senza limiti né sorprese di prezzo; non devono fare i conti con i costi e i problemi dei trasporti; non hanno gli oneri della questione ambientale. Nel secondo, il problema riguarda i ritar¬ di nella ricerca, nelle disponibilità finanziarie, nel controllo dei mercati. 2) —La chimica italiana è ai vertici internazionali nel campo dei materiali e delle nuove plastiche in particolare. Con gli opportuni investimenti, è possibile trasferire nel polietilene i progressi già ottenuti nella chimica del polipropilene. La Montedison dispone di alcuni brevetti originali in materia e, grazie alla tecnologia Catalloy (ove il polipropilene viene trattato ome materiale solido e non liquido), può quasi annullare i rischi di inquinamento. 3) —Le risorse di Enimont sono modeste e vanno spese bene. Occorre stringere legami con l'Est europeo (prossimo protagonista della chimica di base) e non perdersi dietro faraoniche ristrutturazioni nel Mezzogiorno, molto onerose, sgradite (l'e- oologia è sentita a Sud come a Nord) e comunque poco produttive (l'impatto occupazionale della chimica non è dei maggiori). E allora? Gardini vuole comandare ed è disposto a spendere. O conferirà in Enimont Himont e Ausimont (a patto che l'Eni e il governo intendano sfruttare le potenzialità di queste aziende nel campo dei materiali) oppure Montedison è disposta a investimenti finanziari. Se l'Eni non intende cedere, si può andare avanti lo stesso, purché le linee industriali siano queste. Altrimenti? L'unica via è quella del divorzio consensuale, magari dividendo le aree di prodotto e di mercato. Ma, sospirano a Foro Buonaparte, sarebbe un peccato perché con Cagliari ci si intende bene... Ugo Bertone
Persone citate: Andreotti, Buonaparte, Gardini, Raul Gardini, Sabic
Luoghi citati: Cagliari, Europa, Florida, Italia, Medio Oriente, Mezzogiorno, Puglia, Sicilia
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