Manca: facile sparare sulla Rai di Maria Grazia BruzzoneEnrico Manca

Manca: facile sparare sulla Rai Nella giornata di addio di Agnes, il presidente della tv di Stato replica alle critiche Manca: facile sparare sulla Rai «Ilpresidente In non ha detto nulla di nuovo» ROMA. Difesa a oltranza di Agnes, sia pure sfumata nella commozione dell'addio all'azienda dell'ex direttore generale. Replica soft del presidente Manca. Alle accuse mosse l'altro ieri dal neopresidente dell'Iri Franco Nobili — gestione fallimentare, mostruoso indebitamento finanziario, personale esorbitante — il vertice Rai risponde con toni morbidi. Ma ai piani alti del Palazzo di viale Mazzini gli animi sono inveleniti e delusi. «Da un manager ci aspettevamo critiche costruttive, non accuse imprecise sostenute da cifre inesatte», è la risposta secca di un alto funzionario. Intanto, la valanga di nomine e promozioni firmate in extremis dal direttore generale uscente e denunciate dal missino Franco Servello — sarebbero 180 — rischia di aprire un ennesimo «caso». Biagio Agnes che lascia la Rai dopo trent'anni, ha salutato i colleghi con la voce rotta dall'emozione. Ha difeso il suo settennato di direttore generale e il suo ruolo di paladino del servizio pubblico negli anni della «dura concorrenza» con i privati, ha ricordato le molte «giornate vincenti» dell'azienda, ultima il 29 gennaio scorso, con l'inaugurazione di Raisat, il canale sperimentale via satellite della tv pubblica. Interrogato dai parlamentari della commissione di vigilanza, Franco Nobili aveva definito la Rai «un'anomalia giuridica», che impedisce all'azionista — cioè all'Iri — di esercitare una funzione di controllo (il consiglio di amministrazione è infatti nominato dal Parlamento). Aveva preso le distanze dagli oltre 200 miliardi di passivo del bilancio Rai 1989, dicendo che «le possibilità erano solo quelle di portare i libri in tribunale o chieder l'intervento del governo». Aveva denunciato l'enormità dei 13.000 dipendenti Rai, «quando la tv targata Fininvest ne ha solo 3000» e accennato all'indebitamento finanziario «di oltre 1500 miliardi», considerandolo una «spia di disfunzioni interne evidenti». Davanti alla platea di alti di- rigenti, quadri, consiglieri di amministrazione, direttori di reti e testate, Agnes non ha ritenuto opportuno tornare sulle cifre della sua ultima relazione al consiglio, dove si parla di «bilanci chiusi in passivo in due esercizi su otto: nei 1983 e nel 1987». Si è limitato a ricordare che «negli ultimi anni la produttività dell'azienda è notevolmente aumentata e l'organico del personale è addirittura diminuito». In margine alla cerimonia, Enrico Manca si è augurato che «l'impegnato intervento» di Nobili «inauguri un più stretto rapporto fra Rai e Iri, indipendetemente dai cambi strutturali interni alla gestione aziendale». Detto questo, il presidente della Rai ha notato garbatamente che, sia per quanto riguarda l'anomalia giuridica dell'ente televisivo, sia nel merito delle sue osservazioni sulla situazione finanziaria dell'azienda, Nobili non ha detto nulla di nuovo. «Vi ho ritrovato molte delle denunce che io stesso sono andato facendo in molte sedi, compresa la commissione di vigilanza» ha detto Manca rilevando, caso mai, «l'assenza dell'individuazione delle cause di questi problemi». Più brutali sono le repliche dei funzionari che «mandano avanti la baracca». «Il passivo del 1989? Non ci sarebbe se non ci avessero tagliato il tetto pubblicitario e negato l'aumento del canone previsto». Quanto ai 1500 miliardi di indebitamento «il presidente dell'Iri sarebbe stato più corretto se avesse citato l'indebitamento medio annuo che è stato di 981 miliardi». Di questi, 500 sono andati agli investimenti per il nuovo centro di produzione Grottarossa, altrettanti sono finiti negli acquisti di film. «Il fatto è — sbottano i funzionari — che la Rai ha un capitale sociale di 120 miliardi: irrisorio rispetto ai 3500 miliardi di fatturato e ai 4500 di valore patrimoniale». Sui difensori dell'ente pubblico piomba ora il caso delle 180 nomine, trasferimenti, promozioni che Agnes avrebbe deciso (o avallato) negli ultimissimi mesi, vale a dire dopo le sue dimissioni. Nobili si è detto all'oscuro e così anche l'Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai, che stamattina chiederà chiarimenti al presidente Manca. Maria Grazia Bruzzone Enrico Manca e Biagio Agnes: conferenza fra precisazioni e commozione

Persone citate: Biagio Agnes, Enrico Manca, Franco Nobili, Franco Servello, Manca

Luoghi citati: Roma