Gros porta fortuna agli azzurri

Gros porta fortuna agli azzurri A Courmayeur domina Zurbriggen, brillano Runggaldier (3°) e Ladstaetter (5°) Gros porta fortuna agli azzurri Anche l'ex-campione tra gli spettatori del SuperG di Coppa «Pirmin vuol lasciare a fine anno, ma non sa quel che perde» COURMAYEUR DAL NOSTRO INVIATO E' stata una giornata bellissima: la gente ha preso d'assalto la pista e gli atleti intasando la funivia e trasformando una corsa in festa, come sempre dovrebbe essere nello sport. Il sole, la neve, il cielo azzurro come la maglia dei nostri, la voglia di divertimento, gli applausi e i sorrisi, l'incontro con Richard Pramotton in convalescenza dopo l'operazione al ginocchio, la compagnia di Pierino Gros che fa il sindaco a Sauze d'Oulx e che ha seguito accanto a noi le fasi della gara offrendo previsioni, spiegando il tracciato, soffrendo per la giovane Italia. «Vincerà Zurbriggen», ci ha detto Pierinq prima del via. E Zurbriggen ha vinto tagliando le porte con la precisione di un chirurgo, nessun dubbio, nessun errore alla quinta e alla penultima porta, le due trappole, un siluro sulle neve bella di Courmayeur. «E con questo successo la quarta Coppa del Mondo è sua: Pirmin è grandissimo, come atleta e come uomo», ha aggiunto Gros con sincera ammirazione ma anche con una punta di rimpianto nella voce, quasi incredulo che il campione svizzero, a fine stagione, abbia deciso di dare l'addio alle gare. «Forse non sa cosa perde, lasciare l'attività crea un grande vuoto dentro: fossi al suo posto continuerei ancora per un anno, magari facendo solo discesa». Sulla pista del Checrouit sono scivolate ieri altre belle immagini, un film da consegnare alla storia dello sci. E la giornata si è subito tinta di azzurro. Peter Runggaldier è arrivato terzo alle spalle di Mader, grande impresa, il podio, la felicità, come a Val d'Isere nel superG dell'infortunio a Tomba, Kurt Ladstaetter si è piazzato quinto, il miglior risultato nella specialità, e Danilo Sbardellotto, che è modesto e bravo e merita quel che ottiene, ha conquistato l'ottava posizione e il diritto, l'anno prossimo, di partire nel primo gruppo di superG. Persino Kristian Ghedina, accolto dalla folla come un piccolo divo, lui che dietro ad un ca¬ rattere di ferro ha l'aspetto di un bimbo smarrito, ha strappato applausi con un diciottesimo posto che è ottimo risultato, ma davvero ottimo, se pensiamo al suo numero di pettorale, il 51, e alle difficoltà che il ragazzo di Cortina incontra in superG, specie su tracciati poco adatti, come quello di ieri, il penultimo della stagione, agli specialisti della velocità pura. Ma l'impresa di Kristian, trionfatore in libera sulle nevi di Cortina, è stata presa ad esempio dai suoi giovani colleglli e amici che si sono impegnati alla morte per emularne le gesta, e questo è l'aspetto più positivo, insieme ai risultati, naturalmente, della giornata azzurra di Courmayeur. Tre italiani nei primi dieci, un bel colpo, e le cose potevano andare anche meglio se Josef Polig e Luca Pesando, soprattutto quest'ultimo, settimo all'intertempo e in pieno recupero, non si fossero infilati come fringuelli nella trappola della penultima porta, piazzata in maniera angolata alla fine di una gobba. «Attento, Luca: anticipa, anticipa», gridava Pierino Gros consapevole del pericolo. «Speriamo che per radio gli abbiano spiegato cosa fare». Così era stato, in effetti, Dalmasso aveva messo in guardia il ragazzo: ma Luca Pesando è arrivato lungo e ha saltato. Poteva entrare nei cinque, magari salire sul podio. Peccato. «Dopo le discese di Cortina ero un po' amareggiato: così ho deciso di rischiare il tutto per tutto e stavolta mi è andata bene», ha detto invece Peter Runggaldier. In verità il giovane gardenese rischia sempre, a volte troppo. Ma possiede le qualità del campione. «Diventerà come Zurbriggen, un polivalente in grado di far bene in tutte le specialità» ha commentato Theo Nadig, che conosce bene il ragazzo. Per questo, prima dei campionati italiani e approfittando della sosta di Coppa, porterà Peter a sciare da solo su neve morbida, il suo tallone d'Achille, facendogli provare nuove solette e cercando di li marne i difetti. Carlo Coscia Incontro. Ghedina e Runggaldier, lo sci azzurro spera in loro

Luoghi citati: Cortina, Courmayeur, Italia, Oulx