Agrigento di A. R.
Agrigento Agrigento Sciopero contro la sete AGRIGENTO. La città e gli altri ventuno Comuni della provincia si sono fermati. Protestano contro la sete, diventata il problema principale in questa zona tra le più depresse d'Italia, agli ultimi posti per reddito pro-capite. La manifestazione è stata organizzata dalla Federazione sindacale unitaria, che ha indetto uno sciopero generale di 24 ore. Uffici pubblici e scuole sono stati chiusi, così come i negozi. Le banche hanno funzionato soltanto nel pomeriggio per la sola ora di apertura degli sportelli. Ad Agrigento l'acqua arriva ogni 10-12 giorni e turni ancora più drastici si hanno in numerosi centri della provincia, come Favara (acqua ogni 15-18 giorni), Naro, Grotte, Canicattì. Le scarse piogge di quest'inverno stanno aggravando la situazione, ma alla base dello sciopero generale, a due anni da quello del 1988 indetto sempre per la crisi idrica, c'è anche la posizione fortemente critica dei sindacati nei confronti della Regione, che non ha avviato iniziative per lo sfruttamento di gran parte delle risorse idriche esistenti. «Vi sono sorgenti inutilizzate», ha denunciato Raffaele Bonanni, il segretario regionale della Cisl, che ha concluso un comizio, aperto dagli interventi dei leader locali di Cgil e Uil. «Vogliamo finalmente un'autorità regionale unica, un solo organismo che si occupi seriamente dell'acqua, e non più la miriade di enti e uffici che finiscono per produrre soltanto caos», ha anche detto Bonanni, che ha definito «uno spreco» il ricorso ad impianti di desalinazione dell'acqua marina. «Come uno spreco — ha aggiunto — sono stati finora i notevoli fondi spesi per i grandi invasi, quasi nessuno ancora, a distanza di anni, capace di eliminare la sete di gran parte dei siciliani, anche per la mancanza delle reti di canalizzazione». Bonanni è stato applaudito da quasi 3 mila persone radunate davanti alla prefettura, dopo un lungo corteo che ha percorso le vie del centro con i gonfaloni dei Comuni più assetati: Agrigento (in testa c'era il sindaco de Angelo Scifo), Favara, Canicattì, Santa Elisabetta, Raffadali. Molti gli striscioni e assordante il coro di slogan che ha accompagnato il corteo sino al comizio dei dirigenti sindacali, presenti numerosi sindaci. «Così è impossibile continuare: la gente è alla disperazione», ha detto il sindaco di Favara, Salvatore Puma, de. Una delegazione è stata ricevuta dal prefetto. Si è parlato di dichiarare lo stato di calamità. [a. r.]
Persone citate: Angelo Scifo, Bonanni, Favara, Raffaele Bonanni, Salvatore Puma
Luoghi citati: Agrigento, Canicattì, Favara, Italia, Naro, Raffadali
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