Tre ex di Prima linea «Fu Lotta Continua a uccidere Calabresi»

Tre ex di Prima linea «Fu Lotta Continua a uccidere Calabresi» Lo seppero da Segio (che nega) Tre ex di Prima linea «Fu Lotta Continua a uccidere Calabresi» MILANO. Pentiti e dissociati, ex militanti di Lotta Continua ed ex terroristi. Al processo rjer l'omicidio del commissario LuiCalabresi continua la sfilata lei testimoni, di chi ha visto, di chi ha saputo, di chi ha riferito. Ieri i quattro ex di «Prima Linea»: Umberto Mazzola, Sergio Segio, Michele Viscardi e Sergio Martinelli. Oggi Roberto Sandalo e Roberto Rosso, altri due ex «PI», e l'ex br Alfredo Buonavita. Testimonianze su quanto, nelle discussioni tra terroristi, si era saputo a proposito dell'omicidio Calabresi. Come in istruttoria, Mazzola, Viscardi e Martinelli hanno ribadito di aver saputo, e i primi due proprio da Segio, che l'assassinio del commissario di polizia sarebbe da attribuire a Lotta Continua. Mazzola, condannato per l'omicidio del giudice Emilio Alessandrini, l'avrebbe saputo in un bar di Milano, quando Segio gli indicò «un uomo alto circa un metro e ottanta, con i capelli castani chiari»: «E' quello — gli disse— che ha ammazzato Calabresi». Viscardi, condannato per sette omicidi, l'avrebbe saputo durante la clandestinità: Segio gli avrebbe rivelato che l'omicidio era stato deciso dalla segretaria nazionale di Le. Ma, come in istruttoria, Segio ha negato di aver mai parlato in questi termini con Mazzola e Viscardi: «Stavamo facendo mia guerra nell'ottica perversa di quello che era un triste dovere, e non certo qualcosa di cui vantarsi con chiacchiericcio da bar. E' probabile che abbia incontrato Mazzola in quel bar, ma è falso che gli abbia detto chi fosse l'assassino». Stessa risposta per quanto riguarda la deposizione di Viscardi. Segio, che è dissociato e non pentito, unico dei quattro ancora dete- nuto, condannato anche lui per l'omicidio di Alessandrini, ha insistito nella sua versione: «Come risulta da molti processi ero molto riservato». Le testimonianze di Mazzola e Viscardi, e così quella di Martinelli, sono dei primi Anni '80: quando Marino non aveva ancora meditato la sua confessione. Testimonianze che riferiscono le voci, le confidenze, i sospetti sulle responsabilità di Lotta Continua nel delitto Calabresi. In aula, rispetto all'istruttoria, poco cambia: chi ha parlato conferma, chi ha negato nega. Ieri è stato sentito anche il perito balistico Domenico Salsa. La difesa di Ovidio Bompressi aveva ipotizzato che per il delitto fosse stata utilizzata una pistola diversa da quella di cui ha parlato Leonardo Marino. Il perito, però, ha escluso l'ipotesi: «Ha sparato una Smith & Wesson». Come ha detto Marino. [g. ce.] Michele Viscardi, ex militante di PI

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