SCOMMETTO SU GORBACIOV di Guido Ceronetti

SCOMMETTO SU GORBACIOV CERONET7I GIUDICA IAPERESTROJKA SCOMMETTO SU GORBACIOV -ap^ IMISSIONI, di Gorba■ ciov, da almeno una JL*J delle due cariche di cui è stato investito dal Fato, sarebbero legittime e naturali, perché la trave con quel sovraccarico rischia di spezzarsi. Non so se riuscirà a sciogliersi, è probabile che lo voglia, o i suoi medici glielo chiedano. Si parla, sempre, soltanto in termini politici di queste cose, ma senza tener conto di tutta la realtà umana il fenomeno politico è un sacco vuoto, un'ombra appena per il decifratore. Nelle due cariche riunite confluiscono il potere di Stato e il governo del partito: non essendo più il regime sovietico, per merito di Gorbaciov e di un'opposizione che si è sacrificata con infinito coraggio, tra la benevola indifferenza del mondo, nel Gulag, un regime di bavagli, il Capo dello Stato e del partito è oggi la cima di una collina su cui piove ogni specie di mitraglia. E poi reggere una dissoluzione è una fatica atroce, molto più dura che radunare dei beduini intorno a una nuova rivelazione o affiggere le tesi sulle Indulgenze: reggerla, intendo, senza essere travolti nel crollo e pervenendo addirittura a creare, con le macerie, qualcosa che non ricordi più la prigione come abitazione di esseri umani, di cui alcuni milioni in latente o apèrta rivolta. In una interessante conversazione con l'inviata di Repubblica, Benedetta Craveri, attribuiva Brodskij a Gorbaciov una lungimiranza non superiore ai dieci giorni. Il giudizio è troppo spietato per essere giusto. Si potrebbe dire che al di là di dieci giorni la lungimiranza gli servirebbe quanto la corona d'i Carlomagno, mentre Gorbaciov ha dimostralo di calzare benissimo, per lo stupore del mondo, gii stivali delle sette leghe. Correre fortemente nella notte è la manifestazione più evidente di questa natura predestinata, che sente molto poco l'accerchiamento del limite, e fortemente, invece, il richiamo dell'oltre, dell'inoltrarsi oceanico, un po' come il perdersi nelle onde di Virginia Woolf, che così andò incontro alla morte. Il giudizio di pragmatismo (tanto luogo comune: sono tutti pragmatici, a molti piace essere definiti tali, guai a non esserlo...) mi pare superficiale e va riveduto. La musica di Gorbaciov, riflettiamoci, è La mer di Debussy e tutto quel che nella realtà musicale riflette l'acquatico e i giochi d'acqua secondo le tecniche e le associazioni impressionistiche. La stupidità e la banalità possono obbiettare che, per funzioni così micidialmente richiedenti lucidità onnipresente e arcipragmatismo, Gorbaciov non è adatto ad esercitarle, non potendo chi è così profondamente attratto dalla corrente cosmica dominare gli eventi... Ma non c'è più un solo evento di qualche significato, oggi, alla fine del brutale e catastrofico Ventesimo, che gli uomini possano dominare, o in grado di controllare con previsioni, nella vita delle nazioni. Siamo presi in un vortice e non ci resta che vorticare. Questo turbine ci sfracellerà allegramente sul duro della terra, tutti quanti siamo. La cosa più utile che possa farsi è di disporre dei cuscini in vista della caduta universale. Più della lungimiranza, che fu ancora utilissima a un Roosevelt, a un Churchill, a un De Gaulle e a un Kennedy, serve a Gorbaciov la misura umana, il senso di umanità, il pudore innanzitutto di gravare di ulteriori sofferenze materiali e spirituali dei popoli che ne hanno in questo secolo ingoiate e assorbite quanto il servo del Signore di Isaia 53 o un Cristo di Mattia Grùnewald. La sensazione di impotenza di fronte a qualche evento locale dev'essergli compensata dall'inebriante consapevolezza di essere in grado, con atti clamorosi, di produrre inauditi cambiamenti di scena nel mondo. Infatti Gorbaciov ha più potere cosmico che sovietico. La corrente invisibile universale ama questo timoniere che l'asseconda, mentre ristagna e suscita malumori ed esecrazioni perfino, alla scala nazionale e ,urbana, unaperestrojka che non arriva a sciogliere dei grumi persistenti di disperazione locale, delle miserie di corruzione e imbecillità del potere che ormai, tumultuosamente, fanno coda davanti alle agenzie e Guido Ceronetti CONTINUA A PAGINA 2 PRIMA COLONNA