Andreotti: nel '90 i Savoia al Pantheon di Liliana Madeo

Andreotti: nel '90 i Savoia al Pantheon Il presidente del Consiglio ritiene che sia vicina la sepoltura a Roma degli ex sovrani d'Italia Andreotti: nel '90 i Savoia al Pantheon «Va accertata la volontà non ostile delle forze politiche» ROMA. «Quale protocollo verrà applicato? Non è certo un funerale che si può fare secondo un galateo comune», si interroga preoccupato Carlo D'Amelio, ministro della Real Casa. La preoccupazione s'è affacciata adesso che il ritorno delle salme dei Savoia in Italia, perché vengano tumulate nel Pantheon, si profila possibile entro tempi brevi. Entro il '90, ha anticipato il presidente del Consiglio, Giulio Andreotti. Del rientro dall'esilio degli ultimi sovrani si era riparlato nei giorni scorsi, quando da fonte monarchica era uscita la notizia di un sopralluogo compiuto dai tecnici della Soprintendenza per studiare in quali nicchie del monumento si potrebbero collocare le tre bare. L'indiscrezione aveva sollevato una ridda di speranze e di smentite. Il ministro dei Beni Culturali, Facchiano, si era preso tempo per indagare e poi aveva escluso che tale iniziativa fosse stata presa dai funzio¬ nari del suo dicastero. «Il ministro può smentire quanto gli pare. Ma i funzionari cui sono state date direttive da persone in alto loco non possono andare da lui per ogni starnuto a chiedergli il permesso», taglia corto D'Amelio. Il presidente del Consiglio non è stato avaro di notizie e di riflessioni su un «caso» che da decenni mobilita monarchici e giuristi, solleva risentite polemiche e appassionate difese del diritto alla sepoltura in patria degli ultimi Savoia regnanti in un'Italia da più di quarant'anni repubblicana. «Personalmente — ha detto Andreotti — credo che adesso la situazione sia matura, nel senso che non può creare più difficoltà. C'è anche il fatto nuovo che il Pantheon non è più una chiesa particolare in quanto, dopo la modifica del Concordato, non è più legata né alla monarchia né alla Presidenza della Repubblica. Io ritengo che non ci siano obiezioni». Ci sono state di recente indiscrezioni giornalistiche sull'ipotesi del rientro delle salme. «Queste indiscrezioni — aggiunge Andreotti — sono state accolte con commenti prevalentemente favorevoli. Penso che non si tratti di un problema di partito. Quanto più lo si gestirà in maniera semplice, tanto meno gli si darà significato al di fuori di quello che deve essere: un significato umano di un fatto che riguarda il passato». Ci vorrà un atto di governo per far arrivare le salme? Andreotti: «Non credo. Dal punto di vista formale, adesso si tratta di un'autorizzazione per le procedure normali per seppellire delle salme in una chiesa». E per quanto riguarda la forma? «Indubbiamente ci dovrà essere una ricognizione di una volontà non ostile da parte delle forze politiche e parlamentari». Un sondaggio allargato, quindi, per non creare malumori o risentimenti. Un'indagine che può allontanare i tempi del rientro delle salme. Il '90 può essere l'«anno buono»? Andreotti assicura: «Ritengo di sì. Il problema però non è tanto un problema di calendario». Il ministro della Real Casa è soddisfatto. Giulio Andreotti ha detto che «la situazione è matura» perché Vittorio Emanuele III, Umberto II e la regina Elena tornino in Italia a siano sepolti al Pantheon. «Simpatico», commenta D'Amelio. «Sono proprio, più o meno, le cose che aveva detto a me», aggiunge. Quando ne avevano parlato? «Spesso. Anche ultimamente». Andreotti ha pure detto quale tipo di cerimonie funebri prevede? «No. Ma è lo Stato italiano che deve decidere se ai nostri sovrani spettano le cerimonie dovute ai Capi di Stato. Immagino che il Presidente ora si debba consultare con il governo. Mi diranno a che ora e come avverrà la sepoltura. La Real Casa si limiterà ad eseguire». Liliana Madeo Giulio Andreotti

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