Morti i due alpinisti in Patagonia

Morti i due alpinisti in Patagonia Morti i due alpinisti in Patagonia Sepolti da una slavina infondo a un crepaccio LECCO. Paolo Crippa ed Eliana De Zordo sono morti, uccisi da una lastra di ghiaccio che li ha travolti, in Patagonia, mentre stavano tentando di salire l'inviolata parete Ovest della Torre Egger, a fianco del terribile Cerro Torre. I corpi dei due alpinisti sono stati individuati l'altro ieri: erano in un profondo crepaccio. La tragica notizia è rimbalzata in Italia domenica sera, con una telefonata a Ballabio (Lecco) di Casimiro Ferrari, uno dei maggiori esperti dei ghiacciai della Patagonia, che con Dario Spreafico, Mariolino Conti, Maurizio Maggi e Luca De Zordo, fratello di Eliana, nei giorni scorsi si erano messi sulle tracce dei due alpinisti. «Non c'è più niente da fare — ha detto Casimiro Ferrari alla moglie —. Si è staccata una slavina che ha trascinato i corpi si Paolo ed Eliana per centinaia di metri e poi in un crepaccio. Non sappiamo neppure se possiamo tirarli su». Anche ieri Casimiro Ferrari e gli altri «ragni» di Lecco hanno inutilmente cercato di recuperare i cadaveri di Paolo Crippa, 25 anni, promessa dell'alpinismo lecchese, e di Eliana De Zordo, 32 anni, di Alleghe (Belluno), figlia del gestore di un rifugio dolomitico. Si è dunque conclusa tragicamente una vicenda che aveva tenuto in ansia famiglie, amici e alpinisti. Nessuno voleva credere all'ipotesi più nefasta. Un po' tutti si aggrappavano ad un precedente per continuare a sperare che i due fossero sopravvissuti al tentativo di scalare lo sperone che porta il nome di Toni Egger, l'alpinista morto durante la discesa dal vicino Cerro Torre, dopo la «prima» realizzata con Cesare Mestri nel febbraio del 1959. «Paolo è un duro, uno di quelli dal fisico d'acciaio — ripetevano gli amici —. Nell'86 era rimasto per quasi tre settimane dentro una buca scavata nel ghiaccio ad aspettare che il tempo si rimettesse al bello. Potrebbe essere accaduta la stessa cosa anche questa volta. Paolo è uno che non molla se si tratta di raggiungere una vetta...». Una parete inviolata, la Ovest della Torre Egger, che il giovane ed Eliana De Zordo in¬ tendevano seguire, per aggiungerla ai traguardi già ottenuti. Uno strapiombo vertiginoso, più breve del Cerro Torre, ma con gli stessi rischi di vento, ghiaccio e roccia. Il giovane «ragno» di Valmadrera e la sua compagna di tante scalate, erano tornati in Patagonia, dopo una precedente esperienza nel 1986, quando il maltempo sconfisse una cordata di Lecco che si trovava in Argentina per salire la stessa parete Ovest della Torre. Un'avventura che attira molti giovani alpinisti alla ricerca dell'impresa estrema. «Sarebbero bastati due giorni consecutivi di bel tempo — disse allora Paolo Crippa — e probabilmente saremmo riusciti a conquistarla. Evidentemente era destino che non dovessimo arrivare sino alla vetta. Comunque ci tornerò, sperando che la fortuna non ci volti ancora le spalle». Tre mesi fa, all'inizio di novembre, il giovane scalatore e la sua compagna bellunese avevano lasciato l'Italia per la Patagonia. Com'è andata non potranno però più raccontarlo. Forse i loro corpi rimarranno sepolti per sempre nel ghiaccio in fondo al crepaccio. Sino ad ora, infatti, Casimiro Ferrari e gli altri scalatori lecchesi sono riusciti solo a recuperare alcuni brandelli di zaino, una piccozza e null'altro. Ieri nella zona del ritrovamento è salito padre Gianni Corti, di Galbiate, giunto sul posto per impartire l'ultima benedizione ai due corpi. I due giovani scalatori, dopo alcuni tentativi andati a vuoto, erano ripartiti all'inizio di gennaio. Sarebbero dovuti essere di ritorno alla base di Rio Gallego il 20 del mese scorso. Nessuno però ha più avuto notizie di Paolo ed Eliana. Qualche giorno dopo, l'allarme. Alle ricerche in questi giorni hanno partecipato numerosi scalatori di vari paesi ed anche l'esercito argentino, quest'ultimo mettendo a disposizione alcuni elicotteri e cellule fotoelettriche. Sino all'ultimo si era sperato in un guasto della ricetrasmittente, che in questi giorni aveva taciuto. E invece i giovani sono morti appena iniziata la scalata. [m. m.l Sulla destra del Cerro Torre, il terribile strapiombo della Torre Egger