«Arriva Cesare», la scuola in delirio di Amedeo Lugaro

«Arriva Cesare», la scuola in delirio Difficile ritorno alla normalità per l'ex ostaggio, ieri interrogato dal giudice di Locri «Arriva Cesare», la scuola in delirio Casella torna in classe ed è accolto come un divo PAVIA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Anche se Cesare Casella ha detto: «Sono stanco di fare l'eroe», la sua città non smette di acclamarlo come tale. E il ritomo alla normalità per l'ex ostaggio è una strada in salita. Gli eventi di ièri lo dimostrano. Ore 8: l'atrio dell'istituto per ragionieri «Bordoni» in via San Carlo è gremito. Ci sono 1420 studenti, giornalisti, fotografi e cineoperatori. E' un giorno speciale: Cesare ritorna fra i banchi della V E dopo una forzata assenza durata più di due anni. Poco dopo arriva una gazzella dei carabinieri con i lampeggiatori accesi: «E' Cesare!» urlano centinaia di voci, ma è un falso allarme. I bidelli fanno entrare i ragazzi ma in molti rimangono fuori in attesa. Arriva il preside professor Francesco Salvaggio e invita i ritardatari ad entrare, ma molti dribblano l'ordine: non vogliono perdersi l'arrivo di Cesare. Fra gli irriducibili vi sono centinaia di ragazzine. Suona l'ultima campanella. Cesare ancora non si vede, ora bisogna entrare o giustificare il ritardo. Sono le 8,15 quando arriva una Citroen Cx di colore amaranto. Al volante c'è «lui». Il tempo di sistemare la vettura e Cesare è subito attorniato, fotografato, filmato. In mano stringe il diario, un quotidiano e un settimanale che lo riporta in copertina. E' ormai un personaggio: i gridolini delle compagne di scuola e i lampi dei flash lo dimostrano. Sotto il portone lo attende il preside che stringendogli la mano urla ai presenti che li assediano: «Per favore! Cesare ha bisogno di vivere e anche di scuola». Il ragazzo sorride, ringrazia i presenti e dice: «Vorrei abbracciarvi tutti, ma debbo andare». Si avvia verso la sua aula in compagnia del preside, cronisti e fotografi li seguono. Cesare siede nel secondo banco nella fila centrale, ma subito viene fatto spostare al primo banco accanto ad una ragazza che, per l'emoziona, scoppia in lacrime. «Foto di gruppo! Foto di gruppo!», invocano i «paparazzi». Il preside acconsente, si mettono in posa. In classe con Casella sono in 21: 16 ragazze e solo 5 maschi. Gli occhi delle studentesse sono tutti per Cesare il «bello». Entra l'insegnante di ragioneria. Lentamente l'aula comincia a svuotarsi, fotografi e cronisti lasciano il campo. Per Cesare inizia la prima lezione. Alle 10,40 suona l'intervallo e come era prevedibile la V E viene presa d'assalto dai compagni: i bidelli faticano a contenere l'assalto. Poi le lezioni riprendono. Alle 11,35, a conclusione della quarta ora, la classe viene congedata in anticipo per l'improvvisa assenza dell'insegnante di diritto. All'uscita si ripete l'assalto di fotografi e giornalisti che staziona- vano caparbiamente in attesa. Cesare viene bersagliato da flash e domande fino all'auto. A fatica la vettura riesce a fendere la piccola folla e ad allontanarsi. I cronisti si scatenano con i compagni di classe, alla ricerca di curiosità e particolari. Uno di questi, Gianluca Ciancio dice: «Cesare comincia ad accusare la stanchezza e lo stress. Ci ha detto che comincia a pensare a quello che ha passato e a sentirne tutto il peso». Poi il compagno di classe aggiunge: «Comunque ha sempre una voglia matta di vivere. Anche se si sente molto stanco ha detto che una sera di queste vuole andare al teatro Nazionale a Milano a vedere lo spettacolo di Beppe Grillo». Per Cesare Casella la giornata sarà ancora densa di impegni. Alle 15,30 è già a Palazzo di Giustizia dove lo attendono il giudice Vincenzo Calia ed il sostituto procuratore di Locri Carlo Macrì, da domenica sera a Pavia. Il cartello appeso davanti alla porta del magistrato è perentorio e non ammette deroghe: «Si prega di non disturbare, istruttoria in corso». Cesare, lasciate le vesti di studente, ritorna in quelle di sequestrato rimesso in libertà e deve confrontarsi con la memoria, ricordare luoghi, precisare momenti, rievocare circostanze, precisare particolari. Amedeo Lugaro Tre momenti della «nuova» vita di Cesare Casella dopo la liberazione: il ritorno trionfale nella sua scuola (a sinistra) allo stadio in compagnia della presidentessa del Pavia (in alto) in classe assieme ai nuovi compagni e al preside (sopra) 1

Persone citate: Beppe Grillo, Carlo Macrì, Cesare Casella, Francesco Salvaggio, Gianluca Ciancio, Vincenzo Calia

Luoghi citati: Locri, Milano, Pavia