Canè e Nargiso, un miracolo a Cagliari

Canè e Nargiso, un miracolo a Cagliari TENNIS L'Italia in vantaggio sulla Svezia (2-1), bella prova di Camporese che mette in difficoltà Wilander Canè e Nargiso, un miracolo a Cagliari Gli azzurri battono il doppio scandinavo in tre soli set CAGLIARI DAL NOSTRO INVIATO C'è mancato davvero poco per trasformare il 3 febbraio 1990 in una giornata storica per il tennis italiano. Gli azzurri hanno fallito d'un soffio il colpo del ko contro la temibile Svezia, sempre finalista nelle ultime sette edizioni della Coppa Davis (tre successi), testa di serie n. 2 dell'attuale tabellone alle spalle della Germania, che, orfana di Becker, non vale più il ruolo. Dopo l'exploit di Cane contro Svensson, Camporese per un pelo ha mancato la possibilità di ripeterne la clamorosa rimonta contro Wilander. L'azzurro ha perso solo al quinto set la prosecuzione del match interrotto la sera prima con lo svedese in vantaggio di 2 set ad 1. Ma subito dopo, nell'incontro più chiuso per i nostri, Cane e Nargiso hanno battuto in tre set una coppia forte e affiatata come quella composta da Anders Jarryd (record assoluto di vittorie in doppio fra i giocatori in attività) e Jan Gunnarsson. Azzurri, quindi, in vantaggio per 2 a 1 al termine della seconda giornata. Oggi il punto della vittoria potrebbe arrivare in uno degli ultimi due singolari: Camporese-Svensson e CanèWilander. Due match che vedono sulla carta ancora una volta favoriti i giocatori ospiti, ma ora Adriano Panatta può fare lievitare ad un equo 50% le possibilità di vittoria azzurre. Panatta ha imposto la superficie in terra fra mille perplessità e i fatti gli hanno dato sinora ragione anche se è lecito sup¬ porre che forse sul veloce Camporese nelle attuali condizioni sarebbe riuscito a battere Wilander. Però, nello stesso tempo ben difficilmente Cane avrebbe conquistato il punto del primo singolare e poi con Nargiso quello del doppio. Meglio il certo dell'incerto. Camporese al mattino aveva ripreso il match con Wilander partendo subito in quarta, poi lo svedese si svegliava, allungava la gittata del suo rovescio, recuperava un break di svantaggio ed arrivava al primo match-point prima di essere costretto al tie-break che l'azzurro dominava 7-1. Ma nel quinto Mats faceva valere la maggiore esperienza nei momenti decisivi. Una vittoria ottenuta più sul piano fisico e dell'esperienza che non su quello dei colpi. Lo ha riconosciuto lui stesso: «E' stata una differenza mentale. Ho giocato molto più di Camporese in match così importanti e delicati e questo conta. Ma debbo dire che negli ultimi cinque anni non ho mai visto un giocatore fare tanti progressi». E' un Wilander in ripresa, non quello eccezionale del 1988, ma già in salute cui manca solo la preparazione specifica sulla terra, sicuramente degno di figurare fra i «top ten» della classifica mondiale. E Camporese lo ha fatto lottare, facendo gara quasi pari, per ben 5 ore e 24 minuti. Ha conquistato punti importantissimi con il diritto, ma nello stesso tempo ha sbagliato parecchio dovendo attaccare a ripetizione con rischi enormi contro un rivale che ha nella difesa la sua arma più efficace. «Ci voleva un pizzico d'esperienza in più, poi sul piano tecnico dovevo sfruttare meglio la prima di servizio. Ora ho tanta rabbia in corpo». Lo consolava il doppio CanèNargiso, che riscattava il deludente esordio di due anni fa a Palermo. Una coppia anomala che riacquista come d'incanto i meccanismi inventati nell'89 a Montecarlo dove il duo era arrivato alla finale. Dopo aver battuto Becker e Jelen, doppio tedesco di Coppa, gli azzurri erano stati sconfitti da SmidWoodforde per eccesso di nervosismo dopo un errore arbitrale e una scorretteza dell'anziano cecoslovacco. Il segreto non è solo nella posizione di Cane a destra (a Palermo aveva giocato a sinistra), ma nella carica agonistica e nella complementarietà dimostrata. Abbiamo un Cane asso nei colpi di rimbalzo e un Nargiso appostato a rete come un falco per sfruttare al meglio ogni minima occasione. Due azzurri al massimo e due svedesi, questa volta sì, decisamente al di sotto dello standard medio, soprattutto Jarryd che è l'ultimo scienziato della specialità, mentre Gunnarsson è solo un boscaiolo chiamato al ruolo di partner. Ed è arrivata la più sorprendente delle vittorie, una vittoria che può fare il paio con quella realizata da Panatta e Bertolucci nella finale del 1977 in Australia, sull'erba di Sydney, contro AlexanderDent. Rino Cacioppo Narglso e Cane, imponendosi in soli tre set sul campo in terra rossa di Cagliari, hanno regalato all'Italia un punto molto importante