Adesso Cagliari manda segnali di pace
Adesso Cagliari manda segnali di pace Destinati al ministro Fracanzani in vista dell'incontro in programma domani con Cardini Adesso Cagliari manda segnali di pace E per il futuro dell'Enimont si affacciano nuove proposte ROMA. Si comincia alla pari. Domani mattina, a Milano, si riuniscono contemporaneamente la giunta dell'Eni e il consiglio di amministrazione della Montedison. I due gruppi devono delineare il futuro dell'Enimont di cui possiedono il 40% a testa. Per il pomeriggio, poi, è convocato il comitato degli azionisti del colosso chimico. E, in questa sede, il rapporto paritario sarà messo a dura prova. Sono in ballo l'assetto proprietario dell'Enimont, l'allargamento del consiglio di amministrazione, i programmi industriali. E' in pratica un faccia a faccia tra Gabriele Cagliari e Raul Gardini, presidenti di Eni e Montedison. Nelle ultime ore c'è stata un'iniziativa per ricompattare la parte pubblica, dopo i conflitti aperti all'interno del governo e fra l'ente e il ministro delle Partecipazioni statali, il de Carlo Fracanzani. Il messaggio di pace dell'Eni è stato affidato a uno scarno ed ermetico comunicato diffuso dopo l'ennesima serie di trattative riservate. L'appuntamento decisivo della giornata è stato un vertice di Cagliari con i principali dirigenti dell'ente. Doveva essere esaminato il bilancio Eni, ma si è discusso delle proposte di Gardini per l'Enimont. Prendendo spunto da «varie notizie ed interpretazioni di stampa», l'Eni ha osservato «che queste appartengono alla sfera dell'autonomia dell'informazione», ma ha anche colto l'occasione per ribadire «la linea di pieno rispetto dei doveri istituzionali dell'ente nei confronti dell'autorità di governo». Una linea che verrà formalizzata nella riunione di giunta convocata da Cagliari. L'Eni ha cercato così di rasserenare il clima. E' un atteggiamento che può influenzare l'andamento del comitato degli azionisti di domani, visto che alcuni problemi della parte pubblica non sono certo cancellati. Il più delicato resta l'allargamento del consiglio di amministrazione, con l'ingresso di due rappresentanti degli azionisti minori (fra i quali è frazionato il 20%) che devono essere eletti dall'assemblea della società del 27 febbraio. E' un passaggio concordato dagli azionisti per rispettare gh impegni presi, ma contestato aspramente da Fracanzani secondo cui potrebbero essere favoriti soci «amici» di Gardini. L'Eni, in base ai pareri legali acquisiti, è convinto che la nomina non è revocabile e semmai si può studiare di fare slittare l'assemblea (d'intesa con la Montedison). L'intervento del governo, viene osservato, ha aperto una situazione nuova che comporta di rivedere il termine perentorio del 27 febbraio. Per Cagliari, in ogni caso, sui nomi dei due nuovi consiglieri dovrà esserci il gradimento sia dell'Eni sia della Montedison, se non altro perché occorre per l'elezione una maggioranza qualificata. Ma, dietro il problema dei due nuovi consiglieri, è in gioco il futuro dell'Enimont. E' la Montedison che ha rimesso in gioco accordi che sarebbero dovuti durare almeno fino al termine del 1991. A giugno Gardini disse di voler comprare tutto, a fine novembre avvertì di voler rivedere i patti. In realtà, non ha formalizzato la rottura dei patti, non avendolo preannunciato all'Eni. La Montedison ha predisposto invece alcune proposte industriali, che preciserà in consiglio di amministrazione. Non trova conferme l'ipotesi, circolata con insistenza, di sdoppiare l'Enimont, individuando al suo interno alcune aree da affidare al controllo dell'Eni e altre da consegnare in gestione a Gardini che coinvolgerebbe nell'operazione anche l'Himont, leader mondiale nel polipropilene oggi in suo possesso. L'Himont è comunque al centro dei negoziati: si pensa all'assorbimento nel colosso chimico. Si discute sul valore della so¬ cietà, sulle possibili sinergie (l'Enimont fornisce l'80% del propilene, cioè la materia prima impiegata) e sui suoi risultati. Nel primo semestre del 1989, l'utile operativo netto è sceso a 187 miliardi, rispetto ai 285 dello stesso periodo dell'88. Il calo deriva dall'aumento del costo del propilene e dalla contrazione del prezzo di vendita. I risultati del 1989 dell'Himont saranno inferiori a quelli eccezionali dell'anno precedente. Secondo Cagliari, l'arrivo dell'Himont sarebbe positivo, ma non fondamentale. A livello politico, è stata valutata la possibilità che l'Eni compri l'Himont e l'apporti all'Enimont (come aumento di capitale) per ridimensionare la quota Montedison. Ma Gardini fa sapere di non voler uscire dalla chimica. Domani svelerà le sue strategie. Roberto Ippolito li presidente dell'Eni Gabriele Cagliari Domani l'ente pubblico sarà a confronto con la Montedison sul futuro dell'Enimont
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