«L'Europa ora aiuta solo l'Est»

«L'Europa ora aiuta solo l'Est» Il Messico «L'Europa ora aiuta solo l'Est» WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE L'allarme lo ha lanciato la settimana scorsa il presidente messicano Carlos Salinas de Gortari, durante un viaggio in Europa. «L'aiuto degli Usa ai Paesi dell'America Latina è limitato» ha lamentato Salinas rivolto agli europei occidentali «e il vostro rischia di finire per intero all'Est. Il Fondo Monetario e la Banca Mondiale non possono far fronte alle esigenze del nostro continente. La vostra attenzione a Gorbaciov non deve emarginarci. Se l'America Latina divenisse il brutto anatroccolo della finanza internazionale, finiremmo male». Lo sfogo di Salinas, un leader che ha fatto del Messico il ban co di prova del progetto Brady per i debiti del Terzo Mondo, rispecchia il risentimento latino americano verso le potenze industriali. Negli ultimi sei mesi, i tumultuosi eventi dell'Europa orientale hanno relegato in secondo piano l'indebitamento dei Paesi in via di sviluppo. Il mondo ricco corre al soccorso — e allo sfruttamento — dei mercati dell'Est e ignora quelli dell'America Latina, dove gli aiuti pubblici e gli investimenti privati a poco a poco diminuiscono. «Noi capiamo l'urgenza politica di democratizzare l'Europa orientale e privatizzarne l'economia» ha aggiunto Salinas «e l'impegno ad appoggiare Gorbaciov. Non capiamo la negligenza nei nostri confronti: l'America Latina ha necessità analoghe e leaders non meno coraggiosi». Da solo, ha concluso il presidente, il debito del continente latino americano supera i 400 miliardi di dollari, i 500 mila miliardi di lire: oltre 115 miliardi di dollari il Brasile, quasi 100 miliardi di dollari il Messico, 70 miliardi di dollari l'Argentina, che da un anno non ripaga gli interessi. Carlos Salinas de Gortari ha lanciato il suo appello alla vigilia di imo storico evento oggi a Città del Messico: la firma dell'accordo con 430 banche straniere creditrici per la riduzione del debito del suo Paese. Ades so, sul proprio indebitamento, che è già stato lievemente ridotto dalle stesse banche, il Messico paga quasi 5 miliardi di dollari di interessi annui; da oggi ne pagherà poco più di un miliardo e mezzo. Alla fine del '92 perciò, l'esposizione messicana sarà al livello attuale, o di poco inferiore, invece di salire di altri 10-12 miliardi. Il Messico ha motivi speciali per richiamare l'attenzione dell'Europa sull'America Latina. Sotto Salinas, è divenuto un modello per il Terzo mondo. In meno di un biennio, il giovane presidente ha ridotto l'inflazione dal 180 al 20% annuo, passando da una grave recessione a una crescita del 3% in termini reali. Con una drastica privatizzazione ha procurate fondi allo Stato per incentivare l'esportazione e promuovere le riforme sociali. Salinas, che nel '90 spera di vendere l'ente dei telefoni per 4 miliardi di dollari, l'anno scorso è riuscito a fare rimpatriare 3 miliardi di dollari di capitali privati fuggiti all'estero. Ma nell'89 il peso è rimasto instabile, ed egli ha ottenuto investimenti stranieri per soli 2 miliardi di dollari, e ne sollecita con urgenza altri all'Europa. Il ministro del Tesoro Usa Nicholas Brady si è comunque detto soddisfatto al punto da volere applicare il modello messicano al Cile, al Venezuela e al Brasile, [e. c.J