«Da noi in Russia il Papa è una star»

«Da noi in Russia il Papa è una star» L'inviato del quotidiano dei sindacati «Trud»: «A Mosca lo accoglieremo a braccia aperte» «Da noi in Russia il Papa è una star» Un reporter sovietico al seguito di Giovanni Paolo II in Africa CITTA' DEL VATICANO. Per la prima volta sul volo papale c'era un giornalista sovietico, nel viaggio in Africa, ed eminenze e monsignori per l'occasione hanno sfoderato i sorrisi più cordiali, mescolati a un pizzico di curiosità, e di soddisfazione. Pavel Negoitsa, corrispondente di «Trud», il quotidiano dei sindacati dell'Urss, tiratura oltre i venti milioni di copie, con la sua sola presenza era il segno tangibile del nuovo corso, dei buoni rapporti con Mosca, e della speranza, sempre più vicina, di un viaggio di Giovanni Paolo II in Urss. Perché là — si mormorava nel seguito — nulla accade per caso, e se mandano un giornalista a seguire questa cavalcata nelle terre della siccità e della fame, è per abituare le masse sovietiche a sentir parlare del Papa, per prepararle psicologicamente per il gran giorno. Insomma, cardinali ed eccellenze sotto sotto lo vede¬ vano un po' come un ambasciatore in incognito di Gorbaciov. Pavel, 37 anni, sposato, con due figli, a Roma dall'84, occhi azzurri, capelli chiari abbondantemente sparsi di bianco, un largo sorriso e una pronuncia italiana che ogni tanto tradisce le origini russe, si è comportato come il più zelante corrispondente di giornali cattolici. Non ha perso una cerimonia, una messa, una liturgia della parola, un incontro con i giovani; ha seguito il Papa — a cui è stato presentato all'inizio del volo — nella pioggerella fredda di Sao Vicente, a Capo Verde, e nei 45 gradi all'ombra di Sarh, estremo Sud del Ciad. I momenti morti del programma li ha usati, in compagnia di colleghi preferibilmente italiani, con cui ha familiarizzato, per esplorare le realtà umane e sociali dni Paesi. Carico di macchina fotografica, set di obiettivi e cinepresa. Difficile cogliere lui, o i suoi strumenti, inattivi. Il risultato di tutto questo sarà una specie di «Diario di viaggio» a puntate, testo e illustrazioni, su «Trud». «C'è un grande interesse intorno a Giovanni Paolo II — ci spiega Negoitsa — soprattutto dopo l'incontro con Gorbaciov del 10 dicembre '89. Me ne sono accorto quando sono apparsi quattro miei articoli sulla rivista "Tempi Nuovi", che ha una tiratura di 6-700 mila copie, e ho ricevuto tante lettere. La gente ringraziava per i servizi, e chiedeva di continuare. Anche per questo sono qui». Ed è entusiasta di esserci. «Mi spiace di non aver fatto prima viaggi di questo tipo. D'altra parte è interessante che ciò accada ora, in questo clima nuovo che regna non solo fra Oriente e Occidente, ma in tutto il mondo; e poi è simbolico per me cominciare così gli Anni '90». Il Papa ha acquistato un altro fan: «Mi ha colpito la sua missione instancabile nei Paesi poveri. Ha ragione quando dice che gli avvenimenti all'Est sono di portata storica, ma nello stesso tempo non dobbiamo dimenticare che c'è questo continente immenso, l'Africa, con i problemi della fame, della siccità, della guerra. Può darsi che il messaggio del Papa non aiuti a risolvere direttamente la situazione, ma avere la speranza significa continuare a vivere». In Urss, Wojtyla sarà accolto bene: «La maggioranza dei nostri popoli, più di cento nazionalità, hanno molto interesse per lui. Poi se a qualcuno non piace, restano problemi suoi, ne ha il diritto». Solo due anni fa le agenzie di stampa sovietiche accusavano la radio del Papa di «sobillare i cittadini dei Paesi baltici dell'Urss»: un attacco impensabile adesso. Marco Tosatiti

Persone citate: Giovanni Paolo Ii, Gorbaciov, Pavel Negoitsa, Wojtyla