«I politici mi hanno umiliato»

«I politici mi hanno umiliato» I diari di Baffi «I politici mi hanno umiliato» ROMA. «Come la classe politica (ed i potentati ad essa collegati nello scambio di favori) ha dovuto accorgersi di me, io ho dovuto accorgermi della potenza del complesso politico-affaristico-giudiziario che mi ha battuto». E' uno dei brani di una lettera di Paolo Baffi, l'ex governatore della Banca d'Italia scomparso nell'agosto dell'anno scorso, che accompagna il suo diario degli anni in cui l'istituto di emissione fu al centro di un'inchiesta giudiziaria che portò all'arresto di Mario Sarcinelli, all'epoca vicedirettore generale della banca, ed alle dimissioni dello stesso Baffi che evitò il carcere soltanto in considerazione della sua età. Il diario di Baffi, raccolto da Massimo Riva, oggi senatore della sinistra indipendente, sarà pubblicato dal settimanale Panorama che ne ha anticipato il testo. Si tratta di una puntigliosa ricostruzione, dal 1978 al 1981, degli anni che videro per la prima volta la Banca d'Italia coinvolta in un'inchiesta, proprio mentre sulle pagine dei giornali dell'epoca fioccavano le notizie su alcuni dei più clamorosi casi economico-finanziari dell'ultimo decennio: Rateasse, Sir e Caltagirone. Nel suo diario — che Riva ricevette dallo stesso Baffi nel marzo del 1983 — l'ex governatore ripercorre le tappe principali di quella che definisce «l'umiliazione inflitta dalle istituzioni che ho servito per un'intera vita di lavoro». Tra i molti riferimenti di Baffi emerge soprattutto la sua incredulità per le accuse che gli vennero fatte dai vertici dell' epoca della Procura della Repubblica di Roma («Ho l'impressione che mi abbiano teso una trappola», dice a proposito dì uno dei tanti interrogatori ai quali fu sottoposto); parlando del magistrato Antonio Alibrandi, l'ex governatore ricorda ad esempio un ■«interrogatorio violento ed ostile», con urla che «si sentivano dal corridoio» ed una «vera incursione con scorta armata» compiuta dallo stesso Alibrandi insieme al suo collega Luciano Infelisi nell'ufficio stampa della Banca d'Italia. Particolarmente amareggiate suonano le parole usate da Baffi per descrivere la campagna di stampa contro la Banca d Italia («Le notizie dal Palazzo di Giustizia le ha sempre per primo II Fiorino) e le fughe di notizie: riferendosi all'ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Franco Evangelisti, Baffi dice ad esempio di «sospettare che il canale sia sempre lui». Di Giulio Andreotti, ricorda alcuni colloqui nei quali l'esponente de definisce una «mascalzonata» la campagna di stampa contro la Banca d'Italia e dice al governatore che gli «si dovrà trovare un altro posto nella società italiana». Tra i ricordi di Baffi vi è poi quello dell'«atto più avvilente al quale sia stato chiamato» nella sua vita, la firma della lettera di sospensione inviata a Mario Sarchielli dopo il suo arresto. [Ansa]

Luoghi citati: Caltagirone, Roma