Una lettera di Patrizia: «Mi hanno rapita»

Una lettera di Patrizia: «Mi hanno rapita» E a Verona scendono in piazza tremila bambini: «Uomini grandi, lasciate libera la nostra amica» Una lettera di Patrizia: «Mi hanno rapita» Igenitori: ora trattiamo coi banditi VERONA. Patrizia Tacchella, la bambina di otto anni scomparsa cinque giorni fa a Verona, è stata sequestrata a scopo di estorsione. Il messaggio «giusto» è arrivato ieri. Lo conferma Imerio, il padre della piccola: «Abbiamo ricevuto un messaggio attendibile. E abbiamo avuto la prova che nostra figlia è viva». A quanto pare, è una lettera scritta da Patrizia ai genitori e fatta trovare dai banditi vicino alla villa. Imerio Tacchella si rivolge ai cronisti: «Vi chiediamo, da questo momento, il silenzio stampa: fateci questo favore». Dicono, alla «Carrera», che questo è soltanto un primo contatto, per cui nello scritto non sarebbe indicata l'entità del riscatto. «Di questo tratteremo più avanti». Ma il sopraggiungere di un commercialista allo stabilimento di Stallavena induce a pensare che invece una richiesta ci sia già: qualcuno parla di «una somma molto elevata». Ma chi ha tra le mani Patrizia? Sono i banditi dell'anonima calabrese? «Questo — risponde l'avvocato della famiglia Stefano Brendolan — non sono in grado di dirlo». Si tratta comunque di professionisti o di elementi della malavita locale che rientrano nella cosiddetta schiera della manovalanza? «Forse degli uni e degli altri». Le campane delle chiese del centro storico si mettono a suonare nel mezzo dei pomeriggio per Patrizia. Nella piazza Bra ci saranno 3 mila persone. Sono quasi tutti alunni delle elementari, studenti delle medie: sono venuti a manifestare per questa bambina che i banditi hanno portato via. I grembiuluu sotto i cappotti. A fianco dell'Arena, la folla invade lo slargo di fronte al municipio. Una bambina, venuta da Stallavena, tiene più in alto che può un cartello a forma di cuore, sul quale è scritto: «Patrizia, ritorna a giocare». Lei si chiama Martina. «Io ci ho gio¬ cato con Patrizia. Insomma, lei è un'amicona». Tra le colonne del municipio, uno striscione con la scritta: «Cara Patrizia, Stallavena è con te». E giù dalla scalinata, sopra le teste della gente, tanti cartelli uguali: «Liberate Patrizia». Alessandra, della scuola elementare di Tregnago, il cartello se l'è fatto da sola: «Uomini grandi, vi prego, liberate Patrizia». Da Pavia la madre di Cesare, appresa la conferma che anche la piccola Patrizia è stata rapita, dice alla signora Tacchella: «Soffro per lei e per i genitori di tutti i rapiti. Abbia fede e coraggio». Cesare vive ancora l'euforia della liberazione. Ma il colonnello dei carabinieri lo ammonisce: «Adesso in pubblico dovrebbe cominciare a tacere». Il giovane nelle prossime settimane tornerà in Aspromonte assieme ai magistrati per cercare i luoghi della sua prigionia. Cevasco, Lugaro e Marchesini ALLE PAGINE 8 E 9

Persone citate: Cara Patrizia, Carrera, Cevasco, Imerio Tacchella, Lugaro, Marchesini, Patrizia Tacchella, Stefano Brendolan, Tacchella

Luoghi citati: Pavia, Tregnago, Verona