Patrizia: nel giallo entra una donna

Patrizia: nel giallo entra una donna Verona, la donna è scomparsa da casa mentre continuano le telefonate di «sciacalli» Patrizia: nel giallo entra una donna Ex drogata, forse è la «custode» della piccola VERONA DAL NOSTRO INVIATO Gli uomini dei reparti speciali delle Forze dell'ordine circondano, nella mattinata, il villaggio Abertal, poco fuori Boscochiesanuova, sui monti Lessini. Forse in questa zona residenziale, dedicata al turismo, c'è chi tiene prigioniera Patrizia Tacchella, la bambina scomparsa a Stallavena. La segnalazione, una delle tante, ha condotto decine di poliziotti e carabinieri in questo posto alla ricerca della figlia del «re dei jeans». Ma circa un'ora dopo le squadre sono di ritorno, a mani vuote. Imerio Tacchella, il padre di Patrizia, si precipita da una stanza al salotto: il telefono ha squillato. Ma non è quella chiamata che attende da lunedì pomeriggio. E' qualcuno che vuole manifestare alla famiglia la sua solidarietà. Il titolare della «Carrera» ringrazia commosso, ma mette giù il ricevitore il più presto possibile. «Scusate, ma per favore lasciatemi libero il telefono». Di chiamate, tante. E' giunta anche una richiesta di riscatto di 500 milioni. Ma Imerio Tacchella dice che è inattendibile. La speranza più grossa è riposta in quell'appello lanciato dal Papa. Intanto s'accumulano le «segnalazioni»: chi dice che forse ha visto Patrizia in una zona, chi corre ad avvertire d'aver notato «qualcosa». Come questa donna sulla sessantina che si presenta affannata davanti alla palazzina dei Tacchella. E' di queste parti, è venuta giù con l'autobus stamane da San Zeno di Montagna, dov'è stata a trovare dei parenti. Racconta che lunedì scorso, al bi¬ vio per San Fidenzio, qualche chilometro da Stallavena, ha visto un uomo piccolo che «guardava la campagna con un binocolo. Poco lontano c'erano tre auto, di colore scuro. Mi sono detta subito: non sarà mica che questi vogliano rapire qualcuno?». Così è venuta alla «Carrera» per riferire. «Può essere importante». Desidera parlare con il maggiore dei carabinieri e il capo della squadra mobile, che stanno facendo il punto in casa dei Tacchella. La accolgono a braccia aperte, ma forse il suo racconto è un po' confuso. Parla di una casetta di San Zeno di Montagna, che era abbandonata. «Nei giorni scorsi c'erano le luci accese, là dentro». Si andrà a vedere, si controllerà nella zona di San Fidenzio e a San Zeno. Non si contano più, le segnalazioni. E sono corse disperate. Quando viene la sera, Patrizia sembra di nuovo irraggiungibile. Gli investigatori ricostruiscono ancora il breve percorso compiuto dalla bambina per andare da casa al supermercato, al di là della strada provinciale. Un centinaio di metri dalla palazzina all'uscita dal cancello della «Carrera», pochi passi fino alla cabina telefonica di fronte ad un alberghetto, un'altra ottantina di metri per arrivare al grande magazzino. Patrizia correva, è rimasta sola qualche minuto. In mezzo c'era la nebbia, nessuno ha visto a che cosa è andata incontro. Un funzionario della Criminalpol di Padova dice: «E' evidente che c'è stata una casualità nel rapimento, se di rapimento si tratta». Dunque, nemmeno un sequestratore poteva aspettarsi che Patrizia andasse sola per la strada quel pomerig- gio. Ma resta l'ipotesi che qualcuno fosse a conoscenza del fatto che spesso la piccola percorreva quei duecento metri da casa al supermercato. Prima o poi, la bambina sarebbe finita tra le mani di un rapitore. Adesso sembra un'impresa ardua stabilire se, nei giorni precedenti la scomparsa di Patrizia, qualcuno si fosse appostato tra la cancellata della «Carrera» e l'alberghetto. Rimangono i sospetti su una Porsche nera targata Taranto. E non si trascurano personaggi della malavita locale coinvolti in precedenti sequestri nella zona. Pare si cerchi anche una donna di 32 anni, ex tossicodipendente, che potrebbe essere la «custode» della piccola. Riemerge anche il caso di Camilla Ferro, figlia diciassettenne di un imprenditore veronese, scomparsa la mattina del 24 novembre dell'88 e riapparsa nella notte: si parlò di un rapimento-lampo, i famigliari negarono di aver pagato un riscatto e dissero che si era trattato di una «scappatella». A sera, c'è poca gente in giro per Stallavena: sono quasi tutti in casa perché la tv trasmette lo «special» di «Chi l'ha visto?» dedicato a Patrizia. Davanti alle telecamere Imerio Tacchella rivolge un messaggio alla figlia: «Ciao Patrizia, come stai? Guardi la tv? Mi raccomando: guarda i cartoni animati e fai la brava. Mangia. Cerca di andare a letto presto. Quando tornerai racconterai tutto alle tue compagne». Intanto i bambini, gli studenti di Verona si preparano ad invadere la piazza Bra, per la manifestazione. Tutti insieme, oggi. «Per cantare la speranza nella solidarietà ad una bambina», dice uno degli s'io gans che hanno preparato. Giuliano Marchesini Laura e Barbara Tacchella, sorella e cugina della piccola Patrizia, tornano a casa accompagnate da una parente

Luoghi citati: Padova, San Zeno, San Zeno Di Montagna, Taranto, Verona