Repubblica, l'accordo Scalfari-Berlusconi è sempre più lontano di Eugenio Scalfari

Repubblica, l'accordo Scalfari-Berlusconi è sempre più lontano Slitta l'incontro a Mediobanca Repubblica, l'accordo Scalfari-Berlusconi è sempre più lontano MILANO. La controproposta che Silvio Berlusconi ha presentato per Repubblica, non va bene né a Carlo Caracciolo né a Eugenio Scalfari. E' un'ipotesi di cui si conoscono solo alcune linee essenziali, mentre sono i dettagli la cosa più importante. Sembra, comunque, che i nodi controversi siano due. Il primo riguarda Repubblica: Berlusconi è diposto a scendere al 45 per cento nell'Editoriale Espresso (nel quale c'è il 50 per cento di Repubblica), mantenendo l'altro 50 per cento di Repubblica in Mondadori. Ovviamente, Caracciolo chiede che nell'Editoriale scorporato entri invece il 100 per cento del quotidiano. Il secondo aspetto riguarda l'Editoriale (nel quale c'è già il controllo dell'Espresso): Berlusconi è disposto a scendere dal 52 al 45 per cento dando a Caracciolo e Scalfari il 10 per cento, a patto che il restante 45 per cento venga suddiviso tra Cir, azionisti «storici» (Bassetti, Cavazza) e Mediobanca. Questo vuol dire che, in futuro, Fininvest potrebbe di nuovo, attraverso alleanze, tornare in maggioranza. Ieri, comunque, l'incontro in Mediobanca è stato rinviato alla prossima settimana. L'impressione è che Berlusconi accetti la trattativa per dimostrare buona volontà, ma sia ben intenzionato a tenersi stretto il controllo di Repubblica. Le sue offerte, quindi, sarebbero già in partenza destinate a «non» avere successo. Qualcuno sostiene che la trattativa gli permette di esplorare un'altra strada: sondare la possibilità di portare Caracciolo e Scalfari dalla sua parte, dietro adeguate contropartite (come la garanzia di tre anni di «non ingerenza» in Repubblica, una presenza azionaria più forte). Una mossa che gli permetterebbe di isolare del tutto la Cir. Al di là delle dietrologie, sembra che Berlusconi voglia stringere sempre più nell'angolo il direttore di Repubblica, fino a convincerlo a rinunciare alla guida del quotidiano. Tuttavia, il canale Mediobanca rimane aperto, e rappresenta per Berlusconi una protezione nel caso in cui da Roma dovessero arrivare segnali di defezione nei confronti delle tesi Fininvest. In questo caso, infatti, egli potrebbe accettare una trattativa su basi più realistiche senza perdere in immagine. Un segnale amico è arrivato a Scalfari dal direttore dell'Independent, Andreas Whittam Smith, che in un'intervista a Fortune Italia ha dichiarato: «Nel momento in cui Scalfari decidesse di fondare L'Indipendente, sarei pronto a dargli immediatamente tutto l'appoggio economico ed editoriale necessario». Quanto a Carlo De Benedetti, ha detto a Le Figaro di preparare le armi per «fare di Berlusconi un presidente provvisorio in Mondadori». Valeria Sacchi

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