Andreotti: non parliamo d'elezioni di Alberto Rapisarda

Andreotti: non parliamo d'elezioni Il governo presenta una proposta di legge sui pesticidi: «Sarà l'unica» dice Cristofori Andreotti: non parliamo d'elezioni Ma per i referendum non c'è ancora un accordo ROMA. Giorgio La Malfa ritiene ormai urgente «una messa a punto» per il governo, un «vertice» per porre rimedio alla «insufficiente operatività e fattività». Renato Altissimo dice che «così proprio non va» e giudica un grave errore socialista quello di «voler ritardare le decisioni in materia elettorale». E il presidente del Consiglio, Andreotti, finisce col confermare con una intervista a «Panorama» il clima di allarme crescente nella maggioranza denunciato dai segretari di pri e pli. Il presidente del Consiglio — che ieri ha messo mano al problema referendum annunciando un proprioo disegno di legge — ha utilizzato l'intervista per garantire all'opinione pubblica che è pura invenzione tutto quel che si va dicendo su patti segreti tra i maggiori partiti della maggioranza per far cadere il suo governo al più presto, per arrivare ad elezioni politiche anticipate. «A me non risulta che una simile ipotesi non solo esista, ma sia mai esistita. E credo che parlarne sia un errore perché rischia solamente di inserire elementi di disturbo» dice Andreotti con una implicita critica al segretario del suo partito, Forlani, che ha denunciato per primo il rischio di elezioni anticipate. Sembra che la terza fiducia ottenuta ieri dal governo alla Camera, nelle votazioni sulla legge per gli enti locali, non lo abbia raffozato per nulla. Subito dopo il voto, Andreotti si è incontrato col suo vice, il socialista Cludio Martelli, probabilmente per concordare un percorso non conflittuale nei prossimo giorni. «Ci siamo scambiati una fiducia reciproca e personale» ha assicurato Martelli. Un incontro volutamente reso pubblico dalla presidenza, probabilmente, per fugare voci e sospetti su disaccordi tra i due maggiori partiti della maggioranza. Certo, disaccordi ci debbono essere nel governo quanto meno tra i ministri de. Ieri si è tenuto il consiglio di gabinetto per studiare il modo di rendere superflui i quattro referendum che si terranno probabilmente il 27 maggio o il 10 giugno. Il sottosegrerario alla presidenza, il democristiano andreottiano Cristofori, che aveva annunciato nei giorni scorsi iniziative legislative idonee ad evitare lo scontro del voto, è uscito da Palazzo Chigi ridimensionando le aspettative. Ci sarà solo una proposta di legge per regolare l'uso dei pesticidi secondo le direttive Cee. «Questa sarà l'unica» ha garantito il sottosegretario. Ma è stato contraddetto dal suo collega de, il ministro dell'Agricoltura Calogero Manni- no, il quale ha spiegato che «una impostazione analoga sarà seguita per i due referendum sulla caccia». E' però possibile che il governo ora si preoccupi di più del referendum sul sistema elettorale del Senato che potrebbe essere ammesso dalla Corte Costituzionale. «Non possiamo attendere dal voto popolare le indicazioni delle scelte che è nostra responsabilità assumere» si è affrettato a dichiarare ieri il capo dei deputati de, Scotti. Annunciando che il suo partito presenterà presto una proposta di legge in materia elettorele. Alberto Rapisarda Ili

Persone citate: Andreotti, Calogero Manni, Cristofori, Cristofori Andreotti, Forlani, Giorgio La Malfa, Renato Altissimo

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