Come presidente unico di Alfredo Venturi

Come presidente unico Come presidente unico La Germania Est a Bonn «Weizsàcker candidato» BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Va bene la comunità contrattuale, va bene la confederazione, ma a questo punto altolà. Il successivo passo federale, la creazione di un solo Stato tedesco unitario, non è che un punto di vista personale di Hans Modrow. Con queste parole la sed-pds, il partito comunista dell'altra Germania, prende le distanze dal piano per l'unità tedesca presentato dal primo ministro, che pure è anche vice-presidente del partito. In un testo pubblicato ieri dalla «Neues Deutschland», l'organo ufficiale comunista, la direzione della sed-pds fa sapere anche che non basta la neutralità proposta da Modrow: bisogna arrivare fino alla smilitarizzazione. Inoltre si avverte: una fusione rapida dei due Stati ne distruggerebbe i tessuti sociali e sarebbe un elemento destabilizzante. Il documento si conclude con una formula a effetto: noi vogliamo una Germania europea, non un'Europa tedesca. A effetto anche la proposta di Manfred Gerlach, capo provvisorio dello Stato, che suggerisce il suo collega occidentale Richard von Weizsàcker come presidente del futuro Stato unitario. Questa creatura politica potrebbe scaturire, propone Gerlach, da un referendum al quale i tedeschi delle due Ger manie potrebbero essere chia mati il prossimo dicembre. Quel che è certo è che il colpo di freno dei comunisti non fermerà la macchina ormai in movimento verso una progressiva unità delle due Germanie. Con ogni probabilità il 18 marzo gli elettori della Repubblica Democratica, finalmente chiamati a scegliere, costringeranno quello che fu il partito di Ulbricht e di Honecker all'insolito ruolo di oppositore. Al tempo stesso la mossa della direzione sembra preludere a quel distacco di Modrow dal partito che già da tempo è nell'aria. Intanto Gregor Gysi, presidente della sed-pds, è volato a Mosca per rafforzare i legami, fortemente deterioratisi nell'era di Honecker, fra i comunisti tedeschi allora refrattari a ogni suggestione di riformismo e i compagni sovietici. Dall'incontro con Gorbaciov, il successore dello sfortunato Egon Krenz si aspetta evidentemente un rilancio delle incerte fortune elettorali. L'improvviso annuncio del piano unitario da parte di Modrow ha messo in movimento la diplomazia federale. HansDietrich Genscher, che aveva in corso a Norimberga un incontro con il cecoslovacco Jiri Dienstbier, lo ha bruscamente interrotto per volare a Washington da James Baker. Informano i portavoce che il ministro degli Esteri tedesco parlerà con il collega americano di due temi strettamente collegati: gli sviluppi nell'Est europeo, in particolare nella Repubblica Democratica Tedesca, e lo stato del negoziato di Vienna sul disarmo convenzionale, dopo la recente proposta del presidente George Bush. Traspare fra le righe di questo comunicato il punto centrale del dibattito in corso sulle rinnovate prospettive di riunificazione: cioè quale sarà la collocazione internazionale, dal punto di vista militare, del futuro Stato tedesco unitario. Nel suo piano, che riflette anche il punto di vista sovietico, Modrow parla della neutralità militare come di una condizione pregiudiziale a qualsiasi discorso di unità. Ma lo fa in modo sfumato e aperto alla discussione, ammettendo la possibilità di un compromesso fra le varie esigenze e i vari vincoli internazionali. Il cancelliere Helmut Kohl ha respinto l'ipotesi di una Germania neutrale, mentre Genscher ha sempre caldeggiato una soluzione che mantenga i tedeschi collegati alla Nato, ma senza che l'ambito difensivo dell'Alleanza inglobi il territorio della Ddr. L'idea del neutralismo, sostiene Genscher commentando il piano Modrow, ha perduto significato con l'avvio del processo di Helsinki, che si basa invece sui principi della sicurezza e della cooperazione. Intanto Kohl, impegnato in pratica in una doppia campagna elettorale nelle due Germanie e in particolare nella sponsorizzazione dei partiti conservatori nella Repubblica Democratica, insiste sul fatto che discuterà le prospettive unitarie soltanto con il governo che sarà stato democraticamente espresso dalle elezioni del 18 marzo. Il Cancelliere nega insomma che Modrow possa essere considerato un interlocutore accettabile. Qualcuno contesta intanto il ritorno della capitale a Berlino. Per esempio Max Streibl, capo del governo bavarese, che con una proposta successivamente ritirata dai suoi uffici, aveva indicato Monaco. O magari Norimberga, o Augusta: insomma per il successore di Strauss il cuore della Germania unita dovrebbe battere in Baviera. Alfredo Venturi