La Nato pronta alla grande ritirata di Fabio Galvano

La Nato pronta alla grande ritirata La Nato pronta alla grande ritirata Ma la Thatcher ammonisce: sarà l'ultimo taglio BRUXELLES DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «Ampio sostegno», proclama la Nato'per le proposte di disarmo europeo del presidente Bush; anche se taluni degli alleati — è il caso della Gran Bretagna — non nascondono il timore che si faccia troppo e troppo in fretta.L'Alleanza parla, per voce del suo segretario generale Manfred Woerner, di «accordo di principio», di «nuove idee che mostrano bene l'impegno degli Stati Uniti da una parte a mantenere in Europa consistenti forze armate, come esige la sicurezza comune, dall'altra a ricercare attivamente nuove possibilità per accrescere la stabilità a livelli militari più bassi». Dietro alle formule di rito è palpabile la soddisfazione dei Sedici per l'impulso dato da Bush al negoziato di Vienna sulle armi convenzionali. Saranno i ministri degli Este¬ ri dell'Alleanza, quando si riuniranno tra dieci giorni a Ottawa per affrontare con i loro colleghi del Patto di Varsavia il progetto «cieli aperti», a dover discutere le nuove proposte americane. Ma l'esito è quasi scontato, nel momento in cui già altri Paesi dell'Alleanza — Belgio e Olanda la settimana scorsa, poi anche la Gran Bretagna — avevano messo in moto i meccanismi per un graduale disimpegno dalla Germania, costringendo in un certo senso Bush al recupero. La Nato era stata informata con alcune ore d'anticipo dell'intenzione del presidente di ridurre massicciamente le forze Usa in Europa: gli ambasciatori dei Sedici, riuniti mercoledì pomeriggio per l'appuntamento settimanale del Consiglio atlantico, ne avevano discusso a fondo e non ha quindi sorpreso che ieri mattina Woerner avesse già in tasca un comunicato. In termini pratici la proposta di Bush significa, per l'Europa, la partenza di ii 'tere guarnigioni: di oltre 50 mila militari dalla Germania Occidentale e, in numero considerevolmente più modesto, dagli altri Paesi. La sua intenzione di ridurre a 30 mila il contingente di stanza nei quattro altri Paesi chiave della difesa europea — Gran Bretagna, Italia, Grecia e Turchia — significa in sostanza la partenza dall'Europa di altri 21 mila soldati. Ancor più drastico, tuttavia, risulterà il ridimensionamento del Patto di Varsavia. Le forze sovietiche dovranno più che dimezzarsi, dagli attuali 552 mila soldati ai 195 mila proposti da Washington. Quasi scontata la scomparsa dei 52 mila oggi in Ungheria, resta da vedere come Mosca deciderà di effettuare i ritiri: quanti resteranno dei 40 mila soldati sovietici in Polonia, degli 80 mila in Cecoslo¬ vacchia, dei 380 mila in Germania Est (non ci sono truppe sovietiche in Romania e in Bulgaria). Le nuove idee americane, dice Woerner, «tengono conto dei nuovi sviluppi politici a Est, pur continuando a soddisfare gli imperativi della strategia di dissuasione dell'Alleanza». Già lunedì prossimo il cosiddetto Gruppo ad alto livello, incaricato di elaborare le strategie Nato in tema di convenzionale, affronterà l'argomento per preparare il terreno alla successiva discussione dei ministri degli Esteri. Resta fra l'altro da precisare, come si sottolinea a Bruxelles, se le proposte di Bush vanno già consolidate nell'attuale negoziato Cfe di Vienna (per ciò che riguarda le truppe Usa e Urss è pre risto un tettò più alto, 275 mila uomini); o se converrà invece — nel timore che il cambio di locomotiva possa rallentare il treno — farne l'oggetto di un Vienna-2 immediatamente successivo. Qualsiasi forma possa assumere la nuova corsa al disarmo, è chiara fin d'ora la volontà delle due parti di andare oltre i tagli già in discussione. Da Mosca e da Varsavia sono già rimbalzati segnali positivi, e così dalle capitali della Nato. Unica voce parzialmente discorde, nel coro incantato dalle sirene dell'Est, viene da Londra. La signora Thatcher ha insistito — e subito Bush l'ha voluta personalmente rassicurare — che l'Occidente «non abbassi la guardia», poiché «la pace può essere mantentuta soltanto se la Nato conserva una difesa forte». Ma soprattutto ha preteso che i nuovi limiti indicati dal Presidente siano «una soglia e non un tetto», che cioè la frenesia dei tagli militari non riduca ulteriormente le forze. ' Fabio Galvano GERMANIA REGNO UNITO ITALIA SRAGNA TURCHIA iffmmm wm m wmm 28.500 flHHIiu» MILITARI Iffff 8.700 AMERICANI: fili 5 000 I SOLDATI DELLE DUE SUPERPOTENZE DI STANZA IN EUROPA TOTALE 314.000 BELGIO ^fff 3.300 GRECIA Uff 3.300 ISLANDA Yff 3.200 OLANDA tf| 2.900 ■ NORVEGIA PORTOGALLO IVI ILIJARI SOVIETICI: TOTALE 552.000 GERMANIA EST Vftftfffi^^ UNGHERIA ^^Yl^^WlIl1 52.000 Polonia 1f|t|fÌft1ff(f 40.000 3,1 MILIONI AEROPLANI OC^ ARTIGLIERIA CARRI ARMATI TRUPPE