«Gli italiani non sono razzisti» di Franco Giliberto

«Gli italiani non sono razzisti» Bologna: sondaggio e convegno sull'atteggiamento nei confronti degli immigrati «Gli italiani non sono razzisti» Ma vogliono limitare l'ingresso degli stranieri BOLOGNA DAL NOSTRO INVIATO «Mamma, indovina chi viene a cena». Nel migliore dei mondi possibile, una madre serena risponderebbe incuriosita: «Chi hai invitato a casa questa sera figlia mia? Un senegalese o un marocchino, un etiope o un tunisino?». Ma non viviamo nel migliore dei mondi possibile, lo ha riconfermato il ponderoso convegno «Stranieri in Italia» (sono 900 mila quelli provenienti dai Paesi poveri extraCee), organizzato a Bologna dall'Istituto Cattaneo. Dunque, quella ipotetica madre forse si preoccuperebbe assai delle amicizie della figlia. Forse entrerebbe in uno stato d'ansia. Forse opporrebbe il proprio veto alla cena con uno zairese, se non con un polacco. Naturalmente nei tre giorni del convegno non si è scesi all'esame dei casi particolari, degli aneddoti, dei comportamenti emotivi individuali. Sociologi, demografi, economisti, statistici, psicologi e giuristi hanno presentato una ventina di relazioni molto tecniche. Ma l'affollata platea del Palazzo dei Notai sembrava più colpita dalle argomentazioni semplici, anche se miravano a sciogliere il nodo principale del problema: «Sono gli italiani inclini o sospettabili di razzismo?». Gran parte degli oratori ha risposto di no. E al nostro orizzonte, hanno aggiunto, non c'è ancora un Jean-Marie Le Pen che possa illudersi di coagulare e sfruttare sentimenti di intolleranza nei confronti degli stranieri. Ma la studiosa di sociologia e antropologia onorevole Laura Balbo mette in guardia: «Penso che con lo stesso rigore con cui respingiamo posizioni di razzismo, dobbiamo guardarci dall'antirazzismo facile e dall'antirazzismo dogmatico, in cui giocano fortemente connotazioni sentimentali e pesano pressioni al conformismo, culturale e politico, annullando ogni spirito critico e paralizzando la comprensione vera del problema». Non possiamo certo dare per scontato che l'Italia non diventerà una società razzista, afferma la studiosa, spe¬ cie se continuerà a essere meta di un flusso immigratorio sempre più consistente. «Ma neppure è vero — soggiunge — che l'Italia sia già razzista». Anche un gruppo di ricerca sui problemi della collettività intitolato «Razzismo Italia», che fa capo ai sociologi Gian Enrico Rusconi, Luigi Manconi e Betti Guetta, ha svolto al congresso relazioni che in qualche modo si sono riallacciate al troppo facile, stereotipato antirazzismo esibito in Italia da intellettuali, politici, giornali e televisione. Ma quel che conta sono gli attuali orientamenti della gente comune, dell'opinione pubblica nei confronti del problema. Così la sociologa Guetta ha illustrato un'indagi¬ ne campione condotta dall'Eurisko per conto di «Italia Razzismo», che rivela la percezione emotiva collettiva rispetto alla questione degli stranieri. I cittadini ascoltati, scelti «scientificamente» tra classi sociali diverse, in varie città italiane hanno risposto per un'ora e mezzo ciascuno alle domande dei ricercatori, che usavano tecniche di psicologia clinica. In sintesi, stando alla ricerca Eurisko, gli italiani ritengono che lo Stato non abbia grandi capacità nell'intervenire in modo efficace e invocano azioni che regolino o limitino gli ingressi degli stranieri. Come? Qui le risposte sono state suddivise in tre gruppi: «Concedendo tanti ingressi quanti so¬ no i posti di lavoro disponibili». E quindi: «Controllando gli ingressi e rimpatriando chi ha precedenti penali o malattie». E ancora: «Perseguendo una politica di accoglienza intelligente, che favorisca un inserimento dignitoso nella realtà italiana». Quanto all'avvenire, queste le previsioni dei cittadini ascoltati: «Gli immigrati aumenteranno, e ci saranno tensioni da adattamento reciproco, ma parallelamente cresceranno le capacità individuali e collettive di far fronte ai problemi posti dalla convivenza». Altra ipotesi: «Il futuro sarà nero: aumenteranno a dismisura gli stranieri. Mancheranno posti di lavoro e gli immigrati che non riusciranno a integrarsi diventeranno delinquenti. Saremo costretti a diventare razzisti». (Questo scenario è frutto soprattutto delle paure degli strati più modesti ed emerge nelle aree in cui il conflitto inter-etnico è già in atto, spiegano i ricercatori). Infine, i moderatamente ottimisti: «Lo Stato sarà costretto a gestire il problema. Dovrà vigilare alle frontiere, si accetterà solo chi è in possesso di un posto di lavoro. In questo modo si supererà l'attuale situazione di confusione e di disagio. Ambulanti e clandestini potranno venire assorbiti dal mercato del lavoro legale e tale inserimento faciliterà l'adattamento degli immigrati alle nostre regole». Franco Giliberto

Persone citate: Betti Guetta, Gian Enrico Rusconi, Guetta, Laura Balbo, Luigi Manconi, Marie Le Pen

Luoghi citati: Bologna, Italia