De Michelis: via i visti con l'Est

De Michelis: via i visti con l'Est De Michelis: via i visti con l'Est «Non penso che Gorbaciov si sia indebolito» PARIGI DAL NOSTRO INVIATO Sulle enigmatiche notizie provenienti da Mosca, il presidente della Repubblica, Francesco Cossiga — al suo ultimo giorno nella capitale francese — non ha voluto fare alcun commento. Qualcosa ha detto, in una conferenza stampa convocata per fare una «sintesi» della parte ufficiale della visita, il ministro degli Esteri Gianni De Michelis. «Sono ragionevolmente ottimista» ha dichiarato, appena coprendosi dietro una siepe di «attendiamo informazioni più certe». De Michelis ha espresso la personale convinzione che le notizie su Michail Gorbaciov diffusesi martedì notte e smentite ieri indichino una qualche intenzione del leader sovietico di far venire allo scoperto i suoi avversari. «E' solo una mia opinione naturalmente — ha detto — ma non credo ad un indeboli¬ mento di Gorbaciov. Forse ha voluto mandare un messaggio: tra lo Stato ed il partito, son pronto a scegliere il primo». «Comunque — ha concluso il ministro su questo punto — non resta che attendere il comitato centrale del pcus del prossimo 6 febbraio. Non è molto lontano». Nei tre giorni di colloqui parigini avuti dalla delegazione italiana, come è apparso chiaro dal resoconto del ministro degli Esteri, ogni questione è stata fatalmente affrontata attraverso il prisma di quanto è successo e succederà nell'Est europeo. Parlando della necessità di intensificare i rapporti Est-Ovest sul piano economico, De Michelis ha voluto dare un esempio concreto di cosa intenda l'Italia quando parla di una strategia di joint-venture: «Prendiamo il problema dei visti. L'Italia ritiene che, appena un Paese dell'Est sceglie la democrazia, non abbia più senso insistere in una politica dei visti. Siamo stati sollecitati a porci la questione da parte dei nuovi dirigenti cecoslovacchi. Per l'Ungheria i visti sono stati aboliti e presto lo saranno anche dalla Cecoslovacchia». De Michelis ha annunciato che porrà il problema alla prossima riunione dei ministri Cee del 20 febbraio: «Mitterrand mi è parso sensibile. Gli ho detto: "Dobbiamo farlo tutti e dodici insieme". L'ho detto anche al mio collega tedesco Genscher, che era d'accordo. La Germania non può nello stesso tempo dovere gratitudine all'Ungheria dalla quale sono rientrati i profughi della Repubblica Democratica e non permettere agli ungheresi di varcare il suo confine senza visto». Nel tracciare il bilancio politico della visita a Parigi, De Michelis ha messo in risalto che ne seguirà «un salto di qualità» nei rapporti italo-francesi. Vf sono già due inviti rivolti alle più alte cariche della Repubblica francese per visite ufficiali: Mitterrand è atteso da Cossiga nel '91, il primo ministro Michel Rochard è stato invitato dal suo collega italiano, Giulio Andreotti, per la primavera prossima. Presto ci sarà anche il consueto vertice italo-francese. Ma, al di là di questo, è risultato evidente dalla visita — ha dichiarato De Michelis — che «Francia ed Italia, con la Germania federale alle prese con nuovi problemi e l'Inghilterra in una posizione asimmetrica rispetto all'Europa, hanno spazio maggiore e responsabilità maggiore nella costruzione dell'Europa». Il presidente della Repubblica Cossiga proseguirà oggi la sua visita nel Sud della Francia, attraverso Tolosa, (dove visiterà l'Aerospatiale), Avignone e Aix en Provence (qui riceverà una laurea honoris causa). Il rientro in Italia è previsto per domani sera. Paolo Passarmi