All'alba Bush telefona al Cremlino
All'alba Bush telefona al Cremlino All'alba Bush telefona al Cremlino «Dimezzo le truppe in Europa», così l'Ursspuò lasciare l'Est WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Alle 7 di ieri mattina locali, le 15 al Cremlino, subito dopo il risveglio, Bush ha telefonato a Gorbaciov per informarlo che a tarda ora, nel discorso d'inizio anno al Congresso, avrebbe proposto la riduzione delle truppe sovietiche e americane in Europa a 195 mila uomini per parte, un taglio di oltre il 70 per cento per l'Urss e di quasi il 40 per cento per gli Usa rispetto agli attuali livelli. Lo hanno riferito in via ufficiosa ieri alti funzionari della Casa Bianca prima alla radio «Cbs», poi alla tv «Cnn», e più tardi ad altri media. Il segretario di Stato Baker ha rifiutato di confermarlo ufficialmente, ma ha dichiarato che nella sua telefonata Bush ha parlato a Gorbaciov «di un importante annuncio che darà nel messaggio sullo stato dell'Unione». Di fatto, il Presidente, atteso alla Camera e al Senato in riunione plenaria alle 3 di stamane italiane, intendeva chiedere in diretta alla tv, il ritiro di circa 430 mila soldati russi dall'Est europeo e di circa 115 mila soldati americani dall'Ovest, un avvenimento im- pensabile sei mesi fa. Se la notizia è fondata, si tratta di una svolta storica, della conclusione del lungo capitolo postbellico dell'Europa e dell'inizio della smobilitazione militare dei due blocchi. La svolta è cruciale anche per le superpotenze, separate per 45 anni dalle ideologie e dalla geopolitica, e in futuro potenziali partner di pace. Baker non ha precisato come Gorbaciov abbia reagito alla telefonata di Bush. Ma al di là del compiacimento per la cortesia usatagli dal presidente americano, il leader del Cremlino deve aver provato anche un profondo sollievo. Nella sostanza se non nella forma, Bush gli va incontro nel momento in cui nazioni come l'Ungheria e la Cecoslovacchia insistono per il sollecito e unilaterale ritiro delle truppe sovietiche dai loro territori, e in cui all'interno dell'Urss aumentano le pressioni per le riforme democratiche. Gorbaciov sa che comunque i soldati russi non resterebbero più a lungo nell'Est europeo. Gli alti funzionari della Casa Bianca hanno riferito che Bush ha deciso di assumere la straordinaria iniziativa sulla base di tre considerazioni. La prima, appunto, è che offrendo a Gorbaciov un'insperata contropartita egli ne rafforza la posizione, e lo spinge ad ulteriori aperture sul disarmo anche nucleare. La seconda è che anticipa le richieste del Congresso per una massiccia riduzione delle forze Usa in Europa e quindi del deficit di bilancio. La terza considerazione è che si allinea agli alleati europei, la cui tendenza a tagliare le spese militari sta diventando irreversibile. Forse volutamente, i funzionari della Casa Bianca hanno taciuto il punto più importante: che l'obiettivo finale del Presidente è lo sgombero totale dell'Urss dai Paesi dell'Est. Il ministro della difesa Cheney lo ha sottolineato, invece, al «Wall Street Journal»: il completo ritiro sovietico non sarebbe incompatibile con una modesta presenza americana in Europa. Cheney ha lasciato intendere che al principio della settimana Bush ha avvertito del suo disegno i leader parlamentari americani e i principali alleati europei. Nella loro telefonata, definita lunga e cordiale dal portavoce della Casa Bianca Fitzwater, Bush e Gorbaciov hanno anche discusso di altre questioni di disarmo come gli Start, i negoziati sulla riduzione delle armi nucleari strategiche, e delle maggiori questioni politiche, rinviando il tutto agli incontri tra Baker e Shevardnadze a Mosca l'8 e il 9 prossimi. Fitzwater ha affermato che i due leader hanno parlato «solo indirettamente» della notizia diffusa l'altro ieri dalla «Cnn» delle presunte dimissioni di Gorbaciov da segretario del pcus. Ma altri funzionari della Casa Bianca hanno riferito che il leader del Cremlino «ci ha scherzato su». Sembra che Gorbaciov abbia pronunciato, ridendo, una battuta del tipo «mi davate per spacciato» o «non mi credevate più al mio posto». Sembra anche che, in coerenza al proprio ruolo, non abbia accettato le proposte di Bush tout court, ma le abbia giudicate come un'adeguata base negoziale. Ennio Carette
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