Gorbaciov: «Non ero in clausura» di Enrico Singer

Gorbaciov: «Non ero in clausura» Il Presidente scredita la fonte della Cnn: «Ero nel Sud, per scrivere un discorso» Gorbaciov: «Non ero in clausura» Sulla stampa attacco a Ligaciov MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «E' una voce senza alcuna consistenza. Non ho intenzione di fare una cosa simile. Ma ormai è diventata una moda nella stampa internazionale: quando si avvicina un Plenum del partito vengono fuori valanghe di invenzioni. C'è da dire che, forse, tutto questo fa gioco a qualcuno...». Smentita, critica, sospetto. Michail Gorbaciov, ieri mattina al Cremlino, era davvero fuori di sé ed ha approfittato dell'incontro con il presidente eletto brasiliano, Fernando Collor de Mello, per ribattere di persona alla «rivelazione» delle sue prossime dimissioni da segretario del pcus lanciata appena dodici ore prima dalla rete televisiva americana Cnn. E' stata una replica puntigliosa, tagliente. Gorbaciov ha voluto contestare anche alcuni dettagli del servizio del giornalista americano. Non c'è stata nessuna «clausura» nella sua dacia alla periferia di Mosca: «Ho passato qualche giorno nel Sud per scrivere il mio discorso al Plenum», ha detto il capo del Cremlino facendo capire che si era trasferito nella residenza estiva di Gagra, sul Mar Nero. Ma se questo è un modo sottile per screditare la «fonte» del corrispondente della Cnn, Gorbaciov ha voluto demolire il messaggio politico che si nasconde dietro la rivelazione. «Tutto si discute e si discute apertamente, in questa tappa cruciale della perestrojka». «Dobbiamo esaminare tutte le analisi e tutte le posizioni per andare avanti nel nostro cammino. Il Plenum dovrà prendere delle decisioni molto importanti», ha detto Gorbaciov. Lo scontro poUtico, insomma, c'è. E' normale che ci sia, ma deve avvenire alla luce del giorno. E, quasi a sancire il suo pieno controllo di tutti i comandi dell'Urss, Gorbaciov ha parlato al telefono anche con Bush. Poi ha lasciato al portavoce degli Esteri, Gherassimov, il compito di completare l'opera di distruzione della «falsa notizia». E Gherassimov ha coinvolto direttamente anche Shevardnadze, il cui nome non a caso era circolato come quello di un possibile «successore» di Gorbaciov alla segreteria del partito. «Shevardnadze mi ha detto che Gorbaciov non ha alcuna intenzione di dimettersi», ha riferito Gherassimov. «E' meglio per lo sviluppo della perestrojka che Gorbaciov cumuli adesso le cariche di presidente del Soviet supremo e di segretario del pcus. Come Presidente può influenzare ii partito, come segretario può influenzare il Parlamento», ha detto. Che ha anche polemizzato direttamente con il corrispodente della tv americana: «Nessun giornalista serio può combinare la ricerca del sensazionalismo e il desiderio di essere il primo a dare simili notizie con un adeguato senso della responsabilità». Ma tutto questo furore non sembra rivolto tanto contro Steve Hurst — che ha alle spalle dodici anni di esperienza a Mosca — quanto contro il suo informatore. Queir «esponente degno di fede del pcus» che ha passato la «falsa notizia» al giornalista americano. E questo non solo prova che la voce delle dimissioni «fa gioco a qualcuno», come ha detto Gorbaciov, ma anche che il confronto sui nuovi passi della perestrojka è acuto. La separazione dei poteri tra il partito e lo Stato — che le ipotetiche dimissioni di Gorbaciov avrebbero drammatizzato — resta in realtà la «riforma delle riforme» contenuta nel disegno rinnovatore del capo del Cremlino. E molti a Mosca sono convinti che si tratta soltanto di una questione di tempo, che la «scelta» di Gorbaciov tra la presidenza dell'Urss e la segreteria del pcus sarà obbligata. In questa logica, però, le dimissioni di Michail Gorbaciov da segretario del partito comunista potranno avvenire soltanto quando la seperazione dei poteri sarà stata definita. Quindi, alla conclusione del 25° Congresso del pcus che il Plenum del Comitato centrale in programma per il 5 e il 6 febbraio deve preparare. E' un Congresso che Gorbaciov aveva programmato per il prossimo ottobre ma che potrebbe essere anticipato alla primavera proprio perché lo scontro interno al partito si è accelerato e si è arroventato, come la «falsa notizia» delle dimissioni sembra rivelare. Ma ci sono anche molti altri segnali che mostrano ormai chiaramente il terreno della battaglia al Cremlino. Il più significativo è quello lanciato ieri dalla Pravda, il quotidiano del partito, che ha dedicato un'intera pagina all'opportunità del rafforzamento dei poteri del Presidente nell'Urss. Il giornale ha organizzato un dibattito tra un filosofe, uno storico e due giuristi che, con diverse argomentazioni, sostengono tutti la necessità di arrivare ad una Repubblica presidenziale. Con uno dei giuristi, Michail Krutogolov, che espone i vantaggi dell'elezione diretta del Capo dello Stato: «Il Presidente della Francia è indipendente perché è scelto dagli elettori e questo garantisce libertà di decisioni e incisività d'azione». Gorbaciov si prepara ad affrontare il voto dei sovietici per sganciarsi da quello del Politburo del partito? E' soltanto un'ipotesi. Ma il fatto che se ne parli sulla Pravda non è certo casuale. Ma tutte questo fervore di proposte non è senza opposizione. Sempre ieri, Moskovskie Novosti ha dedicato due pagine a Egor Ligaciov, il leader dei conservatori. E lo ha definito il rappresentante di «tutto quello che c'è di peggio» nel comuni smo. Un segnale del livello d'a sprezza raggiunto dallo scontro al Cremlino. Enrico Singer |

Luoghi citati: Francia, Mosca, Urss