La lebbra è uno scandalo

La lebbra è uno scandalo La lebbra è uno scandalo // Pontefice accusa l'indifferenza della comunità internazionale «Vi sono mali 3 carenze per i quali non sarebbero necessari i miracoli» CUMURA DAL NOSTRO INVIATO E' «uno scandalo per l'intera comunità internazionale» la sopravvivenza della lebbra nel mondo: la severa denuncia, e un appello a tutte le nazioni affinché si mobilitino per cancellare questo flagello dalla faccia della Terra sono stati pronunciati ieri da Giovanni Paolo II dal lebbrosario di Cumura, un ospedale missionario non lontano da Bissau, capitale della Guinea. «Le cifre della diffusione della calamità, confrontate con la modesta entità delle risorse necessarie per sconfiggerla» rendono evidente come sia solo il disinteresse a impedire che questo flagello antico scompaia dal pianeta. E lo scandalo è tanto più grande in quanto «è legittimo intravedere, almeno in prospettiva, la possibilità di una sconfitta definitiva di questa malattia». E di fronte al problema dei lebbrosi «le cui immagini devastate, in un mondo contrassegnato dall'ampiezza e tempestività delle comunicazioni, sono davanti agli occhi di tutti, la solidarietà internazionale costituisce la prima e più urgente risposta». In base agli schemi curativi preparati dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, e grazie alle medicine di cui si dispone, sono sufficienti sei mesi di trattamento Rdt: la «Stasi» addestrava terroristi BONN. Il giornale domenicale tedesco occidentale «Bild ara Sonntag» ha riferito ieri che per annii servizi segreti della Germania Orientale hanno tenuto in funzione un campo per l'addestramento di cittadini stranieri, soprattutto della Repubblica Federale di Germania, ma anche italiani, nell'uso delle armi e degli esplosivi. Il campo, secondo le informazioni che «Bild am Sonntag» dice di avere ricevuto da un ex sottufficiale della Stasi, si trovava sul Dehmsee, nei pressi di Fuerstenwalde. per debellare la forma tubercoloide, quella non contagiosa, e due anni di cure per sconfiggere la forma lepromatosa. Rispetto al passato la possibilità di evitare mutilazioni deformanti è altissima, soprattutto se il morbo viene affrontato in tempo. La situazione mondiale 6 ancora molto grave. Una stima approssimativa parla di dieciquindici milioni di lebbrosi, presenti praticamente ovunque nel Terzo Mondo. I dati più recenti sono diffusi dalla Federazione internazionale delle associazioni antilebbra di 18 Paesi industrializzati (llep) e la malattia sarebbe distribuita in questo modo a seconda dei continenti: 8 milioni di malati in Asia, 5 milioni in Africa, 400 mila in America Latina, 50 mila in Europa, 35 mila in Oceania. «L'ultima immagine che ho appena colto nella vostra terra — ha detto Giovanni Paolo II salutando il presidente all'aereoporto — visitando il lebbrosario di Cumura, è emblematica: mi ha fatto pensare ai drammi che molti abitanti della Guinea ancora vivono, dibattendosi fra mali e carenze deprimenti e paralizzanti, per i quali, probabilmente, non sarebbero necessari miracoli». Ieri era la giornata mondiale contro la lebbra, e per questo il pontefice ha deciso di visitare Cumura, un centro a qualche decina di chilometri dalla capitale. Diciassette francescani veneti e dodici portoghesi, coadiuvati da un medico romano e da sua moglie, vivono nella missione. Sulla strada del ritorno, Giovanni Paolo II ha fatto fermare il corteo davanti a due capanne di argilla e tetto di paglia, un elemento costante del paesaggio urbano e suburbano di Bissau. L'unica apertura è la porta, al centro un focolare di pietre per cuocere il cibo. All'interno era seduto un vecchio, avvolto in un mantello multicolore, intimidito dalla presenza del pontefice. A differenza del resto della famiglia (padre, madre, quattro figlie) non era uscito per vedere che cosa aveva causato quel trambusto inusuale. «Anche questa è mancanza di libertà», ha mormorato fra sé e sé Giovanni Paolo II mentre si trovava nella capanna. La spiegazione della frase è la seguente: in un momento in cui l'attenzione del mondo e dell'Occidente in particolare, è rivolta ai Paesi dell'Est, dove la libertà era impedita per motivi ideologici, ha voluto ricordare che nel Sud del mondo la povertà, le malattie, la mancanza di assistenza ed educazione impediscono alle persone di avere un futuro: e dove non c'è futuro, non c'è libertà. Francia, scomparso un esponente arabo PARIGI. Continuano, e sono state estese ièri a tutto il territorio francese, le ricerche del fondatore, in Francia, del movimento integralista «La voce dell'Islam», sceicco Abul-Farid Gabteni, scomparso venerdì pomeriggio con la moglie dalla sua casa di Grigny, nella regione parigina. Un militante del movimento ha dichiarato che Gabteni aveva inviato un telegramma nell'aprile scorso al presidente Mitterrand per informarlo che «certi servizi francesi e israeliani» intendevano eliminarlo. Stando alla versione dei fatti fornita dai collaboratori di Gabteni, questi era in macchina, venerdì scorso, con la moglie e tre militanti del movimento quando tre uomini, mostrando una tessera della polizia, gli hanno chiesto di seguirli. Da allora di tutto il gruppo si è persa praticamente ogni traccia. Marco Tosatti