Napoli-tipo, per forza maggiore di Giorgio Viglino

Napoli-tipo, per forza maggiore A San Siro una semifinale di Coppa che fa da prova generale al duello-scudetto Napoli-tipo, per forza maggiore Bigon: «Ho pochi titolari per poterli ruotare» FIRENZE DAL NOSTRO INVIATO Sembrava allegro e contento Diego il grande, nell'eremo fiorentino. La città un po' sonnolenta, in mancanza di turisti a vivacizzare sere e nottate, non lo ha indotto in tentazione e un giorno di sciopero dei giornali ha dato tregua alle critiche su di lui e soprattutto alla registrazione delle sue opinabili opinioni. Allegro e contento in campo, pronto ad allenarsi o meglio a giochettare con il pallone, fino all'esaurimento di tutti i compagni, con 10' finali in più a scalare dalle giornate intere rubate con.le più fantasiose scusanti. Allegro ancora ma arrogante fuori, com'è nelle caratteristiche di chi amministra un potere assoluto, quello del campione popolare e indiscutibilmente bravo, e lo vuole far fruttare finché dura. «No, non parlo con nessuno!» fa Diego. Non un saluto, nulla, e via verso nuovi sgarbi. Il capitano dà l'esatta misura della tensione che serpeggia nel clan. Le vittorie non bastano a togliere ansie e apprensioni, il ruolo di capolista non è sufficiente a ridare la convinzione nelle proprie forze, e ora si aggiunge questa partita a Milano che presenta rischi grossi. Alberto Bigon cerca di razionalizzare ogni cosa, parla con calma e pacatezza, ma ha un viso tirato come quello di un ciclista nelle tappe conclusive del Giro o del Tour: «Non possiamo permetterci una rotazione di uomini come fa il Milan. Non abbiamo la possibilità di farlo, e anzi dobbiamo tappare i buchi lasciati dagli infortuni. Metteremo in campo la migliore formazione, soprattutto quella adatta alle partite di coppa che si giocano su distanza doppia». Albertino Bigon, non dando la formazione per scelta di società, cerca di farla almeno intuire con queste frasi sibilline, simili a quelle di tanti colleghi ma che hanno il non trascura¬ bile pregio di rispettare la lingua italiana. Tornano gli squalificati Francini e Crippa, escono Bigliardi, onesto rincalzo, e De Napoli, risparmiato con la giustificazione di una tendinite dalle brutte figure alle quali è abbonato nell'attuale pessima condizione. Tre difensori puri, Ferrara, Francini e Baroni davanti a Corradini libero; Fusi, Crippa e Alemao a far barriera poco più avanti; Carnevale punta a rientrare, Mauro a costruire e Maradona a inventare quel che può col suo attuale dinamismo da plantigrado. «Il Milan è l'avversario più pericoloso per lo scudetto, ma non sono escluse dal giro né Inter né Samp. Il taglio è sopra la Juve che non so come potrà arrivare a quota 50-51 punti, se è vero che ce ne vorranno tanti per vincere il campionato. Non prendiamo comunque per buono il risultato di questo primo confronto col Milan: non vorrà dir nulla rispetto al campionato, bene o male che finisca». Bi¬ gon non ha ancora assimilato le debolezze del potere, non ha l'arroganza di chi mette le mani dietro la schiena, magari ben intrecciate: sbatte la faccia, anzi protende in avanti mani e braccia, messo sull'avviso dal ricordo recente della non rassicurante prova di domenica. Il Milan fa paura a tutti. C'è chi lo nega per «machismo» spinto e chi più onestamente lo dice senza infingimenti. Carnevale fa di più: parla del Milan come della società ideale, punto d'arrivo per ogni calciatore ma segnatamente per lui che ha caratteristiche specifiche per il gioco di Sacchi, di Berlusconi presidente-miracolo. E il contratto col Napoli? «Siamo in trattative, ma non firmerò prima della fine di aprile: è una mia scelta». C'è il campionato intrecciato alla Coppa Italia, ma tutti e due stanno indissolubilmente legati al calcio-mercato. Giorgio Viglino

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