Enimont al governo non piace più di Roberto Ippolito
Enimont al governo non piace più Il ministro del Bilancio Pomicino: «La convivenza nella holding è insostenibile» Enimont al governo non piace più Andreotti: c'è chi pensa allo Stato solo quando le cose vanno male ROMA. Giulio Andreotti ce l'ha proprio con lui: il presidente del Consiglio non perde occasione per lavorare ai fianchi Raul Gardini, presidente delia Montedison. Lo attacca personalmente e lo fa attaccare dal suo braccio destro, il ministro del Bilancio Cirino Pomicino: è una nuova puntata di quella guerra che si chiama Enimont, il colosso chimico formato da Eni e Montedison ormai da tempo nelle bufera. Lunedì sera, Andreotti ha accusato Gardini di voler appropriarsi di soppiatto dell'Enimont. Alla direzione de ha sostenuto di essersi trovato d'accordo con il ministro delle Partecipazioni Statali, Carlo Fracanzani, «al di là della sua appartenenza» alla corrente di sinistra, «per evitare che avvenisse una privatizzazione in modo surrettizio, senza discutere di tutto alla luce del sole e con responsabilità». Il presidente del Consiglio, ieri mattina, si 6 svegliato con lo stesso pensiero in testa. Aprendo la conferenza delle Partecipazioni Statali sul Mezzogiorno, ha in pratica rinfacciato alla Montedison di voler diventare il padrone della chimica italiana, ora che è stata risanata, mentre un tempo veniva caricata sulle spalle pubbliche. «Nel tempo — ha detto Andreotti evitando riferimenti espliciti — abbiamo visto qualcuno venirci a insegnare con molta fermezza che era bene privatizzare per poi venirci magari a dire, in momenti di crisi, come fosse non solo necessario, ma utile, far acquisire le imprese dallo Stato. E c'è anche chi ha una concezione un po' particolare: dare le cose in braccio allo Stato quando vanno male per poi riprendersele quando vanno bene». Alla fine della mattinata, Pomicino ha tirato le somme: «La convivenza in Enimont non è più sostenibile» ha spiegato. Poiché il ministro del Bilancio ha sempre considerato irrinunciabile la presenza pubblica nella chimica, si potrebbe dedurre che c'è l'intenzione di provocare l'uscita della Monte¬ dison dall'Enimont (o il suo ridimensionamento). Ufficialmente, finora, tutto il governo ha sostenuto la necessità della parità fra i due partner (che hanno il 40% a testa, mentre il 20% è frazionato sul mercato), come ha indicato venerdì scorso il consiglio di gabinetto. E Fracanzani ha ricordato questa linea in un telegramma all'Eni. Il ministro ha confermato le «precedenti direttive su esigenze nell'attuale assetto paritario societario conservazione rapporto paritario». Nel telegramma si sostiene che l'equilibrio va mantenuto «con specifico riferimento consiglio amministrazione Enimont». Parlando con i giornalisti alla conferenza sulle Partecipazioni Statali e il Mezzogiorno, Fracanzani (difeso pubblicamente da Andreotti) ha chiarito di aver impartito le direttive all'Eni per «il contingente», riservandosi di indicare presto le «nuove determinazioni». Il governo sta infatti mettendo a punto la strategia per il futuro dell'Enimont in vista della riunione del comitato direttivo degli azionisti convocato per lunedì prossimo. Pomicino fa presente che «il governo è interessato a questo punto a un negoziato a tutto campo»; sostiene che «entro un mese bisognerà arrivare a una chiarificazione; dopo sette-otto mesi dalla sua nascita il livello di litigiosità è così alto che l'Enimont non sta certo facendo grandi passi in avanti». Una delle ipotesi di cui si continua a parlare con insistenza è l'eventuale vendita dell'Himont all'Enimont da parte di Gardini che incasserebbe circa 4 mila miliardi e uscirebbe di scena. Ma tutto può accadere. Commenta il socialista Biagio Marzo, presidente della commissione bicamerale per le Partecipazioni Statali: «Ci auguriamo che l'Enimont non finisca come la Telit (la fallita joint venture tra Italtel e Telettra). Il disegno di politica industriale va bene, ma ci vuole chiarezza». Roberto Ippolito Da sinistra, Raul Gardini presidente della Montedison, Gabriele Cagliari presidente dell'Eni Carlo Fracanzani, ministro delle Partecipazioni Statali .e Paolo Citino Pomicino responsabile del Bilancio.
Luoghi citati: Roma
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