«Sapevo di Bompressi»

«Sapevo di Bompressi» Depone, tra i singhiozzi, la moglie del pentito Marino «Sapevo di Bompressi» Antonia Bistolfi: «La mia amica mi disse: è lui l'omicida di Calabresi» A Sqfri: «Voleva redimere gli oppressi, magli operai da vicino puzzano» MILANO. «Mi scusi signor giudice, ma faccio molta fatica a capire i termini delle domande...». E poi lacrime, interruzioni, ancora singhiozzi: «Quando mio marito Leonardo Marino ha confessato, ho pensato che la mia vita finiva lì; la mia e quella dei miei figli». Ma anche parole che per Adriano Sofri e per gli altri due imputati dell'omicidio del commissario Luigi Calabresi suonano a conferma di risentimenti, rancori, invidie accumulate: «Questa gente che ha passato la vita a redimere gli oppressi...: noi siamo stati presi a calci. "Gasparazzo" — l'operaio mitizzato da Lotta continua — da Vicino puzza!». Antonia Bistolfi, moglie del pentito Marino, ha deposto lunedì davanti alla corte d'assise di Milano. Testimonianza tra le più attese, per la difesa di Bompressi, Pietrostefani e Sofri. Dopo 3 minuti, il primo pianto: «Ero in Val d'Aosta e giovedì 28 luglio '88 la televisione ha dato questa notizia...». Si riprende e il presidente Manlio Minale ricomincia l'interrogatorio. An¬ tonia Bistolfi deve confermare quanto detto in istruttoria. E cioè che Laura Vigliardi Paravia le aveva detto che l'assassino di Luigi Calabresi era Ovidio «Enrico» Bompressi; che però con il marito non ha mai parlato del delitto Calabresi; che non ha mai saputo nulla della militanza politica di Marino; che si è sentita minacciata tanto da rivolgersi ad un avvocato di La Spezia. Cosa ha saputo da Laura Vigliardi Paravia, con la quale abitava in via Coazze a Torino, dove spesso era di passaggio Bompressi? Qui Antonia Bistolfi ondeggia: «Laura mi ha mostrato un giornale con l'identikit dell'assassino di Calabresi e mi ha detto, indicando "Enrico" che era in un'altra stanza: ma non vedi che è lui?». Il presidente insiste. E Antonia, alla fine, dice: «Laura mi disse: "E' stato lui", mi fece vedere il giornale e mi disse: "Ma non vedi che è identico?". Ero completamente rincretinita». Dal maggio '72 Antonia Bistolfi sapeva che Bompressi aveva ucciso. Marino, che l'aveva accompagnato, sapeva tutto. Ma marito e moglie non ne hanno mai parlato. Almeno questo è quanto hanno sostenuto in istruttoria e in aula. Versione che la difesa di Sofri bombarda. La donna si confida con l'avvocato Zolezzi, racconta tutto. Ma non basta, è preoccupata, ma più che per sé, per Marino. Nell'02 sono in Val d'Aosta. Antonia va a Torino, ne parla con Gianni Olivero e Giorgio Dell'Amico (qui imputali per rapina). Non ricorda che cosa disse di preciso, qualcosa del tipo: con tutto quello che avete fatto assieme lo lasciate da solo... Il risultato fu che i due andarono da Marino: «O la fai tacere tu o ci pensiamo noi». Bistolfi: «Non ho mai capito la loro reazione». L'hanno interrogata per quattro ore. Quando è uscita, come capita per tutti i testimoni, gli avvocati della difesa si sono mostrati più che soddisfatti, come il pubblico ministero Pomarici e anche il difensore di Marino. [g. cer.l

Luoghi citati: La Spezia, Marino, Milano, Sqfri, Torino, Val D'aosta