Per l'Acna riapertura «vigilata»

Per l'Acna riapertura «vigilata» Sì della Camera: entro marzo un piano di bonifica definitiva della Valle Bormida Per l'Acna riapertura «vigilata» Bocciato l'inceneritore: incompatibile ROMA. Riapertura «vigilata» per l'Acna. Lo stabilimento chimico di Cengio potrà ripartire, ma sarà sotto stretta sorveglianza del governo, che garantirà che la produzione di sostanze chimiche non danneggi la valle. La decisione, maturata alla Camera, è contenuta in una risoluzione approvata a maggioranza e proposta da 4 partiti di governo su 5: i socialdemocratici hanno infatti espresso giudizio negativo. Nello scrutinio palese il documento è stato votato per parti separate, ottenendo una cinquantina di voti di scarto (le sinistre hanno detto «no», i missini si sono astenuti). La risoluzione impegna il governo ad approvare entro marzo un piano di «bonifica definitiva» della zona, individuando le risorse finanziarie necessarie; ad aprire un centro per il monitoraggio di acqua, suolo e aria; a spostare il «Resol» (l'inceneritore per i rifiuti più pericolosi); a risanare la valle favorendo attività agricole e turistiche. Il ministro dell'Ambiente riferirà al Parlamento entro il 30 giugno. L'Acna ieri ha impegnato i deputati per tutta la mattinata: infatti è stato anche respinto un documento dei de Patria, Sarti, Bonsignore, Rabino, Rinaldi, Tealdi e Zolla con il quale si chiedeva al governo di non riaprire gli impianti fino a quando non fosse stata accertata la innocuità della produzio- ne. Il documento era firmato anche dalla socialista Boniver, dal socialdemocratico Caria e dal liberale Costa. Con ampio margine di voti sono state respinte anche le richieste dei verdi e delle sinistre che volevano la chiusura definitiva. Al voto si è arrivati dopo una lunga relazione tranquillizzante di Ruffolo. Il ministro dell'Ambiente aveva spiegato che i risultati tecnico-scientifici delle perizie «escludono fattori di rischio che possano rendere pericolosa la riapertura dell'Acna». Ruffolo ha detto di considerare «comprensibile, anche se non sempre giustificabile, la protesta delle popolazioni della Val Bormida», ma ha assicurato ebe «le operazioni di bonifica sono in larga misura compatibili con la continuazione dell'attività produttiva». «L'Acna — ha detto Ruffolo — ha già investito un terzo dei 150 miliardi stanziati per il triennio '90'92 per il conseguimento della compatibilità ambientale, mentre il piano di bonifica della zona industriale costerà intorno ai 120 miliardi». La decisione della Camera ha provocato numerose reazioni. Il capogruppo dei verdi, Laura Cima, ha affermato di essere curiosa di sapere «quale sarà adesso la reazione della popolazione cui verrà proposta la lo- calizzazione dell'inceneritore Resol. La decisione di riaprire lo stabilimento, piazzando altrove l'inceneritore e scaricando' liquidi inquinanti nel Mar Ligure, è gravissima e priva di senso. Ruffolo fa riaprire una fabbrica che produce tre unità di rifiuti per ogni unità di prodotto: è ora che anche il suo operato sia messo in discussione». Per dp la riapertura dell'Acna è «un messaggio preciso — ha detto Russo Spena — di estrema gravità ed arroganza», mentre secondo Renata Ingrao, segretario della Lega per l'Ambiente, «il ministro e la maggioranza hanno dimostrato di non essere, ancora una volta, all'al- tezza dei problemi dell'ambiente del nostro Paese». Il Movimento Federativo Democratico infine sostiene che «la riapertura dell'Acna non dà garanzie né sul disinquinamento della Valle né sul destino occupazionale degli operai». Ma il «calvario» dell'Acna non finisce qui. Oggi pomeriggio si riunisce a Roma il comitato Stato-Regioni: potrebbe ufficialmente dare via libera all'Enimont per la ripresa della fabbrica. Ma non è certo: che farà l'Enimont, con in una mano l'autorizzazione a riaprire e nell'altra il divieto a costruire l'inceneritore per i rifiuti più pericolosi? Ir. cri.]

Luoghi citati: Cengio, Roma