«L'unità tedesca non è un tabù » di Enrico Singer

«L'unità tedesca non è un tabù » Restano condizioni, ma è «un processo che non si può mettere in dubbio» «L'unità tedesca non è un tabù » Svolta dì Gorbaciov nell'incontro con Modrow MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE La riuniiicazionc della Germania non è più uno spettro per l'Urss. Gorbaciov, ieri, l'ha definita un processo che «in linea di principio nessuno può mettere in dubbio». E che si coniuga al riconoscimento di un diritto: quello «all'autodeterminazione dei popoli dei due Stati tedeschi». Certo, ancora una volta il capo del Cremlino, che ieri ha incontrato il premier di Berlino Est, Modrow, ha riproposto un lungo elenco di condizioni. Il rispetto degli interessi delie quattro potenze vincitrici della Seconda guerra mondiale, il coinvolgimento dell'Europa intera nel cammino verso l'unità e un freno alle passioni. Non si può «lasciare alla piazza» la soluzione di un problema così importante, ha detto. Ma anche con tutte queste cautele, il progresso nella posizione di Mosca è sensibile. E', soprattutto, la prova di un atteggiamento diverso. Negli ultimi mesi Gorbaciov aveva già fatto dichiarazioni simili: anche nell'incontro con il presidente francese Frangois Mitterrand, a Kiev il 6 dicembre scorso, aveva detto che «i trattati non sono eterni». Ma, finora, ogni volta che aveva affrontato il nodo della riunificazione tedesca lo aveva fatto per sottolinearne più i rischi che le possibilità: più per mettere in guardia contro i pericoli di una «grande Germania» che per concedere il suo consenso. Adesso, il discorso di Gorbaciov si è come rovesciato: la questione è aperta, anche se restano tutte le «condizioni». Sono dei passi politici, delle «gradualità», che Hans Modrow ha puntualizzato in una conferenza stampa che ha concluso la sua breve visita a Mosca. Prima di tutto c'è il cammino inter-tedesco di «riavvicinamento». E questo, secondo Modrow, deve passare per una «comunità contrattuale» tra le due Germanie che «progressivamente potrebbe trasformarsi in una confederazione». Quindi riconoscimento dell'esistenza e della legittimità di due Stati tedeschi in vista, però, di un progetto di unione. Ed ecco chesi arriva ad una nuova condizione: l'intangibilità delle frontiere uscite dalla guerra per quanto riguarda i «confini esterni» tedeschi. Per Modrow, l'ipotetica confederazione non può essere altro che l'unione delle «due Germanie attuali», senza rivendicazioni territoriali. Si tratta di una condizione alla quale Mosca è particolarmente sensibile. Il ricordo dei venti milioni di morti nella Seconda guerra mondiale ha radicato nel popolo russo, al di là di qualsiasi cortina ideologica, un reale allarme per il «pericolo tedesco». E ieri Hans Modrow ha voluto tranquillizzare — prima di tutto il Cremlino — sull'intangibilità delle frontiere e mettere in guardia — in patria — contro «il risveglio di nazionalismi esacerbati che potrebbero avere sviluppi incontrollabili». Prudenza, dunque. E coinvolgimento dell'Europa. Anzi, questo è stato il secondo punto cardinale del discorso di Modrow: il processo della riunificazionc tedesca potrebbe essere accelerato dalla Conferenza europea proposta da Gorbaciov per quest'anno. Quella che è stata già ribattezzata «Helsinki-due» dovrebbe riunire di nuovo i 35 firmatari dell'accordo sulla Cooperazione e la sicurezza nel Vecchio Continente per riesaminare l'avvenire in base agli ultimi sviluppi politici. Anche questa è una condizione necessaria, secondo Modrow e Gorbaciov, per «pilotare» in qualche modo la corsa frenetica degli avvenimenti nell'Europa dell'Est. Un'ultimo punto d'intesa tra Mosca e Berlino Est è stato trovato sul problema della permanenza delle truppe sovietiche nella Ddr. Anche in questo caso in nome della massima prudenza: la presenza dei 400 mila uomini dell'Armata Rossa «non può essere paragonata» a quella dei soldati sovietici in Polonia, Ungheria e Cecoslovacchia di cui già si discute il ritiro. Enrico Singer